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“Las Leyendas Jacobeas”. Muxia, o le sue leggendarie pietre associate al Santuario de “Nuestra Sra. de la Barca”.

Situato nelle immediate vicinanze della località di Muxía, è una delle due mete del Cammino di Fisterra-Muxía, sulla costa della Galizia, a 87 km da Santiago de Compostela. La leggenda dell’apparizione della Vergine Maria all’apostolo Giacomo in un luogo appartato conosciuto come “Punta Xaviña” (Muxía), unisce la devozione Jacobea con quella Mariana; qualcosa di molto simile a quanto accaduto a Saragozza (Virgen del Pilar), durante la predicazione di Santiago in Hispania. La leggenda e la tradizione ci parlano di un Giacomo stanco di predicare invano, sia in Hispania che nelle stesse terre di Fisterra, dove i pagani lo avevano deriso a Duio, città leggendaria, citata nella tradizione Jacobea della “Inventio”.

Gli abitanti di “Duio” preferivano seguire i loro culti pagani e panteistici, così l’Apostolo pregò affinché la

città sprofondasse per sempre sott’acqua. Desolato, il Santo raggiunse la costa di “Punta Xaviña”, quando vide una barca avvicinarsi dal mare. In essa vi era la Vergine Maria, che lo consolò e incoraggiò, annunciandogli che era necessario tornasse a Gerusalemme, poiché la sua missione in Hispania era stata completata e il seme gettato. La leggenda, narra che la Vergine abbia lasciato all’Apostolo un’immagine di sé, che egli pose su un piccolo altare (Ara Solis) vicino alle rocce. La barca della Vergine rimase lì per sempre e da allora è conosciuta come “Pedra de Abalar”.

Si sono conservate anche altre grandi pietre                                         e il timone o “Pedra do Timon“. dell’imbarcazione: la grande vela o “Pedra dos Cadrís

La leggendaria città di “Dugio” (Dugium), è fortemente legato alla leggenda Jacobea della “Translatio”, e Il professor Luis Monteagudo, localizzerebbe il grande porto commerciale degli Artabri, il “Portus magnus artabrorum”, situato molto vicino alla Playa de Langosteira (Fisterra), nell’attuale parrocchia di Duio. Va ricordato che la tradizione vuole che i discepoli dell’Apostolo abbiano chiesto alla “Regina pagana Lupa l’aiuto e il permesso di seppellire le spoglie di San Giacomo: “Andate”, disse Lupa, “cercate il Re (Regulus o Regula), che vive a Dugium e chiedetegli un luogo per seppellire i vostri morti“. I discepoli si presentarono al Re e gli dissero perché erano venuti lì. Ma il Re tende loro una crudele imboscata ordinando la morte dei servi di Dio. I discepoli vengono a conoscenza dell’agguato per volontà divina e fuggono in tempo, inseguiti dall’ira e dai soldati del Re furiosi per la loro fuga. Ed è qui che il “Codex Calixtinus” (libro III) individua un altro importante punto di riferimento della “Translatio” nell’attuale prolungamento Jacobeo a Fisterra; Nicraria o Negreira, dove si trovava il mitico  “Ponte das Pías”, che forse si riferisce all’attuale ponte di “A Ponte Maceira” (tra Santiago e Negreira). Il ponte si frantuma al passaggio dei soldati e i discepoli si salvano per intercessione divina.

Intorno a queste pietre imponenti e cariche di mistero, circolano numerosi riti e storie magiche quali che il loro movimento preannuncerebbe disgrazie o avrebbe poteri divinatori: La più nota è che la “Pedra de Abalar”, si muovesse quando voleva, e che il suo movimento preannunciasse disgrazie o avesse poteri divinatori. A volte molte persone ci stavano sopra e non ondeggiava, altre volte ondeggiava da sola. Purtroppo, e questo è cosa nota, questo non succede più poiché alla fine degli anni ’70, un fulmine spaccò la pietra e un fortissimo temporale la spostò.  

È stata riparata fino a quattro volte, tuttavia, far oscillare la “Piedra de Abalar” oggi è una missione impossibile, ma è ancora una grande attrazione per i visitatori che non si arrendono.

La leggenda e il miracolo del Santuario de “Virxen da Barca”, venuti alla ribalta in epoca tarda ma con una solida origine medievale, si sono diffusi in tutta Europa e, di conseguenza, in tutto il mondo, legati al pellegrinaggio a Santiago de Compostela, nel quale il vicino “Monastero di Moraime” ha senza dubbio svolto un ruolo fondamentale. L’origine degli eventi straordinari di Muxía risiede nella cristianizzazione dei culti panteistici (con una base liturgica e culto alle pietre), basata sulla necessità di riaffermare la dottrina cristiana e l’assoluto rifiuto del paganesimo latente e di ogni tipo di superstizione ad esso legata, che, ancora nel 575, veniva invocata da personaggi come “Martino di Dumio” nel suo famoso discorso “De Correctione Rusticorum”. Era necessario riconvertire, senza forzare o costringere, un intero universo pagano. Qualcosa di simile accadeva a Fisterra e al suo “Promontorio Nero”, dove avevano sede anche tutta una serie di culti panteistici, come l’eremo di San Guillermo e i suoi riti di fertilità, la tomba o dolmen di Orcavella, la leggenda del cavallo d’oro, la famosa “Ara Solis”, ecc.

Purtroppo, a Natale 2013, nel Santuario è scoppiato un incendio a causa di un fulmine che durante una tormenta colpì un quadro di derivazione elettrica fissato al muro esterno, che incendiò il tetto in legno,  distruggendo praticamente per intero il tetto e gli arredi interni, compresa la favolosa pala d’altare barocca che si trovava dietro l’altare. Oggi, una volta restaurato, possiamo ancora visitare e godere del Santuario come  pellegrini o visitatori, ma non più del Retablo barocco, sostituito da una banale riproduzione in 3D.

Santuario Virgen de la Barca : Incendio a Natale 2013.

Vista dell’interno del Santuario con gli splendidi “Retablos “, originali, andati persi nell’incendio.

Sulla collina che fa da belvedere, a pochi metri dal Santuario è stata posta (sfortunatamente con poco gusto e attenzione alla sacralità del luogo), una scultura altissima in pietra detta “A Ferida”, che ricorda l’affondamento della nave “Prestige”, che ha versato una marea nera di petrolio nell’area causando danni enormi e significativi a tutto l’ecosistema della zona.

Mauro Sala 23-11-2022