Via Micaelica

Sacra San Michel – Mont Saint Michel

Capitoli:

  1. Introduzione: Itinerari Micaelici
  2. Perchè “Pellegrino” oggi?
  3. Al Pellegrino del cammino di Mont-Saint-Michel
  4. L’Arcangelo Michele
  5. Anima- preparato per Pellegrini
  6. Diario
  7. Fotografie

Itinerari Micaelici

Dalle cime innevate delle Alpi, fino alle maree più alte della Normandia, per riscoprire un antico ed obliato itinerario di fede

Il Cammino Ritrovato – Guida al Pellegrinaggio

Sacra di San Michele – Mont-Saint-Michel

29 maggio 2002 -38 tappe x 1053 Km- 06 luglio 2002

Perché “Pellegrino”oggi?…

Pellegrini lo siamo tutti, e lo siamo da sempre… Molte cose ce lo fanno dimenticare… Pellegrino, è l’homo viator che affronta un viaggio verso un lontano luogo sacro con una motivazione di fede, ed un effettivo bisogno di cambiamento spirituale… E’ colui che vede ed ammira le cose del mondo, ma desidera anche comprendere e meditare sulle cose dello spirito…E’ colui che, umilmente, lascia che il cammino con le sue “fatiche”, provochi il rinnovamento interiore a cui anela, sapendo che quando ritornerà, non sarà più come era partito, ma sarà un “Uomo nuovo”

Questa Guida al percorso “Sacra di San Michele – Mont-Saint-Michel” è espressamente dedicata a coloro per i quali tutti i partecipanti al pellegrinaggio hanno pregato giorno dopo giorno, affinché San Michele conceda loro il Suo sostegno e aiuto.
Scritto e stampato in proprio da Sala Mauro nel novembre 2002.

Fotografie: Sala Mauro, Bosia Bruno, Ronzani Pierluigi, Stagni Franco.

Proprietà artistica e letteraria: Sala Mauro

Tutti i diritti riservati ©

Al Pellegrino del Cammino di Mont-Saint-Michel

  1. Considera che migliaia di pellegrini di ogni classe e condizione hanno percorso il tuo stesso cammino durante secoli. Anche tu calpesterai le loro orme, e dopo di te altri faranno lo stesso cammino, fai parte di una lunga Storia!
  2. Cammina con un bagaglio leggero, uno zaino ed una borraccia bastano, così nella vita, poche cose sono necessarie e solamente alcune sono imprescindibili.
  3. Passa da ostello a ostello senza pregiudizi né preconcetti, ricevi con umiltà l’ospitalità, lasciati accogliere senza esigenze e pratica la nobile virtù della riconoscenza ed il saluto cordiale, il rispetto, porta con gioia la tua precarietà.
  4. Sperimenta con tutta la tua anima ed in tutto il tuo corpo come, andando, si fa cammino. Che la stanchezza di ogni giorno non ti privi della gioia intima di sentirti pellegrino, il cammino ti affatica, però il tuo spirito si rinvigorisce.
  5. E così scopri come, facendo il cammino, il cammino ti forma, perché mai si cammina invano. Tu sei anche il cammino che fai!
  6. Ricorda che è durante il cammino che avviene l’insolito ed il salvifico! “Gesù andava ad un paese chiamato Nain…” “Scese a Cafarnao” “Attraversava alcuni campi seminati” “Di ritorno dal fiume Giordano entrò in un villaggio” “Scendendo dal monte si fermò in un posto piano” “Gesù in persona si avvicinò e si mise a camminare con loro…” Per questo ha potuto dire con verità: “Io sono il Cammino.”
  7. Sai che il pellegrino non è un turista né un vacanziere, sai che essere pellegrino è simboleggiare la tua uscita di casa, guarda che non si ritorna come si è usciti! E’ la tua propria anima che cammina.
  8. Cammina con gli occhi ben aperti pronti alla sorpresa ed alla ammirazione del mondo che percorri, allora non avere fretta, gioisci con il camminare, non affrettare i tuoi passi, non agitarti, tranquillizzati e prega.
  9. Se fate il cammino assieme, fatelo tollerabile, canta e rendi felici i passi dei tuoi compagni, rendi facile il camminare insieme, forse puoi fare nuove amicizie, consolidare quelle iniziate, rafforza i legami di amicizia.
  10. Visita con devozione i santuari del Cammino di Santiago indicati durante il percorso, cerca le vestigia del percorso, avvicinati al cimitero, al mercato ed alla piazza del paese, osserva gli usi locali, i monumenti, conosci la sua storia, le sue leggende, le sue tradizioni, prova la sua acqua, il suo vino ed il suo pane, conversa con la gente del posto, il pellegrinaggio è anche culturale, letterario, artistico, musicale, folclorico e gastronomico.
  11. Cerca per quanto possibile di seguire i vecchi cammini del pellegrinaggio: Attraversare quel vecchio ponte, riposare ai piedi di quella croce, bere a quella fontana, scendere al fiume, ascendere a quella chiesetta… e praticare i riti propri del pellegrino.
  12. Pensa infine, se tutto quello che stai sperimentando nel cammino non è in fondo se non una chiamata di Dio che ti invita a seguirlo per il “Gran Cammino”, quello della Vita…

ed ogni mattina recita al cominciare il cammino:

San Michele,
Che io parli o che io taccia
Che io cammini o che mi riposi
Custodiscimi in tutte le mie azioni.

Questa Guida al percorso “Sacra di San Michele – Mont-Saint-Michel”, è il risultato dei commentari avuti con alcuni confratelli durante il primo pellegrinaggio Micaelico a Monte Sant’Angelo al Gargano nel settembre 2001; ovvero, come da una aspirazione utopica, iperbolica e forse velleitaria, si arriva alla realizzazione di una Via di pellegrinaggio, che intende unire ed aprire alla percorribilità in un unico percorso, i Tre Grandi Santuari Europei, dedicati al Principe delle Milizie Celesti

L’Arcangelo Michele

A pochi Km dal raggiungere il Santuario di San Michele Arcangelo al Monte Gargano, ormai l’idea è già ben radicata, e con l’entusiasmo che cresce di ora in ora mentre raggiungiamo la sacra Grotta, la decisione è presa: Dedicarmi allo studio, alla pianificazione ed alla organizzazione storico-logistica di un pellegrinaggio che unisca la Sacra di San Michele in Valsusa, al Santuario di Mont-Saint-Michel in Normandia, la famosa “Merveille dell’Occidente”, al Péril de la Mer, passando per il Moncenisio, la Via più diretta per la Francia. Lunghi giorni passati tra gli scaffali della Biblioteca Braidense di Milano, mi permisero, consultando libri e tomi antichi, di scoprire un percorso che un Arcivescovo di Rouen, Eudes Rigaud, fece nel 1254 per venire in Italia, passando per il Monginevro, e successivamente, durante il suo ritorno a Rouen, passando per il Moncenisio. Nel mese di novembre, approfittando delle immense opportunità offerte da Internet, approntai una prima stesura di percorso. Successivamente, proficui contatti epistolari con storici francesi del territorio, scrittori e, più tardi, Associazioni dei Cammini di Mont-Saint-Michel in Normandia, esprimendomi il loro entusiasmo per la sua realizzazione, mi confortarono circa la bontà del tracciato, non esistendo al momento alcun percorso tra l’Italia e la Francia. Fui così pronto alla partenza, scendendo dall’erto Santuario della Sacra di San Michele in Valsusa, il giorno 29 maggio 2002, con tutte le tappe definite, ed i luoghi di pernottamento debitamente prenotati con largo anticipo. Sin dalla partenza, ebbi con me 2 confratelli; altri 2 confratelli si aggiunsero da Orlèans fino al Mont-Saint-Michel,  per cui quando attraversammo a piedi nudi la Baia verso la “Merveille dell’Occidente”, eravamo 5 pellegrini italiani appartenenti alla Confraternita di San Jacopo di Compostella di Perugia, che aprivano così, un nuovo cammino “Micaelico” con lo stesso Spirito Compostellano che sempre anima i loro passi quando si dirigono, calcando antichi sentieri e Vie Europee di pellegrinaggio, alla Tomba dell’Apostolo Giacomo, a Santiago di Compostella, nella lontana Galizia, in Spagna.

Sala Mauro

“Anima – Âme – Alma – Soul – Seele”

Necessario per Pellegrini

16 mg di gocce di rugiada cristallina da assumere sul Cammino prima e dopo ogni respiro (fa in modo che non svaniscano nelle brume dell’indifferenza)

  1. Ricorda le tre “R”: Rispetto a te stesso; Rispetto per gli altri; responsabilità per tutti i tuoi atti.
  2. Dai alle persone più di quello che sperano, e fallo sorridendo.
  3. Comprendi le ragioni degli altri prima delle tue.
  4. Quando ti rendi conto di aver commesso un errore, rimedialo immediatamente; il tuo cuore ti ringrazierà cantando.
  5. Non lasciare che una piccola discussione ferisca una grande amicizia.
  6. Ricordati sempre che non riuscire a conseguire a tutti i costi ciò che vuoi è, a volte, un colpo di fortuna.
  7. Credi in Dio; però, chiudi sempre a chiave i tuoi averi.
  8. Quando perdi, non dimenticare la lezione.
  9. La corda che ti unisce all’altro quando sali alla vetta, non sia mai un “fardello”; in essa scorre amicizia e la fiducia per una vita intera.
  10. Giudica il tuo successo, soppesando tutto quello che ti è costato il conseguirlo.
  11. Ricordati che il tuo carattere, è il tuo destino.
  12. Fa in modo che il tuo successo presso gli altri, accresca la tua umiltà; sarai nei loro cuori fino alla fine dei giorni.
  13. Non permettere al tuo cuore di chiudersi a chi bussa alla tua porta.
  14. Non interromperti mai quando ti stanno adulando; se il tuo fuoco non è ruggente, potrebbe dimenticarsi di ardere e smarriresti la Via.
  15. Se, quando raggiungi una meta fortemente agognata, la tua anima non canta e le lacrime non sgorgano dagli occhi, forse essa non è ciò che il tuo cuore sta cercando; volgi altrove i tuoi passi e chiedi al tuo silenzio di risponderti.
  16. Allorché tu sia Maestro o Guida, giungendo stanchi al termine di un faticoso cammino, ricordati che poche ed affabili parole dette velocemente, ma con occhi ridenti, solleveranno gli animi e renderanno leggeri i cuori di chi ti è discepolo o compagno lungo la Via.

Ultreya!

Diario

“Il Cammino ritrovato” – Sacra di San Michele – Mont-Saint-Michel

Guida al percorso di pellegrinaggio, 29 maggio 2002 – 38 tappe x 1053 Km – 06 luglio 2002

Sant’Ambrogio Torinese (Stazione FF.SS) – Sacra di San Michele.
cucina.: Ospitalità alla Sacra di San Michele: Padre Antonio Salvatori. Tel 011 93 91 30.

Alla cittadina di Sant’Ambrogio Torinese si arriva comodamente con il treno Torino-Sestriere, quindi si raggiunge Piazza San Giovanni Vincenzo a poche decine di metri e da qui, sul lato destro della Chiesa Parrocchiale, parte il sentiero che porta alla Cappella di San Rocco (XVII sec). Con un’ora e venti di cammino su una bellissima mulattiera, si arriva alla frazione di San Pietro; 500 m dopo, si giunge ad un bivio e si prende a destra il sentiero che, in leggera salita, porta al Sepolcro dei Monaci, e quindi alla scalinata che conduce alla Sacra di San Michele.
È una mattinata di sole splendente quella che vede riunire, alla Stazione di Sant’Ambrogio Torinese, i tre pellegrini diretti a Mont-Saint-Michel; Bruno Bosia, Pierluigi Ronzani ed io, Sala Mauro. Altri due, Franco Stagni e Francesco Morandi, ci raggiungeranno il 22 Giugno ad Orléans. Ad attenderci. vi è Bruno e con lui, vi sono due suoi amici ( Mario e Sandro) che cortesemente, con la vettura, porteranno alla Foresteria della Sacra parte delle nostre vettovaglie per la cena di questa sera (risparmiandoci così un notevole fardello), poiché la Locanda “Della Sacra” oggi è chiusa. Sono circa le 16 quando arriviamo alla Sacra salendo l’erto sentiero. Padre Antonio Salvatori sfortunatamente è assente per dei precedenti impegni, però contiamo di vederlo domattina prima della partenza; così nel tardo pomeriggio, visitiamo la Sacra scattando le foto di rito approfittando della giornata radiosa. Mentre la cucina della foresteria è ottimamente attrezzata, il reparto notte, attualmente, manca del tutto di materassi! Ci arrangiamo alla meno peggio con dei materassini da spiaggia gonfiabili che, con buona fortuna ed ingegnosità, riusciamo a trovare ed a gonfiare prima di metterci ai fornelli, poiché sarà a noi preparare la cena che consisterà in: pasta ai funghi, salumi, formaggi e vino rosso. Più tardi, dopo la cena, rifacciamo di nuovo un giro sui camminamenti della Sacra godendo dei panorami mozzafiato che l’imbrunire ci regala. Ammiriamo la valle ai nostri piedi e le cime ancora innevate delle montagne che la circondano, mentre una fredda brezza che turbina attorno alla vetta del Monte Pirchiriano, prima ci costringe a coprirci ben bene con le nostre felpe, e poi ad infilarci nel tepore dei sacchi a pelo.

1ª Tappa 29 Maggio mercoledì: Sacra di San Michele – Abbazia di Novalesa. 37 Km. Cucina.: Ospitalità alla Abbazia di Novalesa: Padre Luigi Paliotto Foresterario. Tel : 01 22 65 32 10.

Dalla Sacra scendere sulla piccola strada asfaltata fino al Piazzale del parcheggio; a destra, vi è un cartello che indica il sentiero che, in discesa ed in mezzo ad una faggeta, porta alla cittadina di Chiusa di San Michele. Al primo bivio, tenere la direzione per Chiusa di San Michele, tralasciando quello che conduce a Borgata Asinatto. Si giunge sopra l’abitato di Chiusa; tralasciare sempre i vari bivi che conducono a destra, e seguire il sentiero bordato da muretti in pietra arrivando cosi alla Chiesa Parrocchiale di Chiusa dedicata a San Pietro; al suo interno, vi è una bella statua raffigurante San Michele. Scesi i gradini della Parrocchiale, prendiamo la Ciclostrada che a sinistra conduce a Vaie. Arrivati al cimitero di Vaie, una targa posta sul muro, porta l’iscrizione “ Strada Antica di Francia”. Si giunge a Sant’Antonino di Susa; la si attraversa percorrendo la strada centrale lastricata da sampietrini. Al semaforo si va a sinistra seguendo il cartello della pista ciclabile. Avanti 50m, alla rotonda, si volta a destra per arrivare a Villar Focchiardo dove si piega a destra seguendo i cartelli della ciclabile arrivando ben presto in via Umberto I, alla Chiesa di San Rocco. Si prosegue sempre sulla strada, quindi al bivio si va a destra in direzione di Borgone di Susa. Qui si incrocia la statale e si procede diritti sottopassando l’autostrada seguendo il segnale della ciclostrada; al termine prendere a destra. Si passa davanti al Ristorante “la Giaconera” e si va di nuovo sulla statale che scavalca il fiume Dora Riparia, giungendo a Borgone di Susa. Prendere il viale “Tarro Boiro” bordato da gelsi; al termine andare a destra entrando in una via a senso unico “via Alotto”. La si percorre per 100m, poi andare a destra per una via sterrata in direzione della stazione FF.SS; passare i binari, quindi prendere a sinistra passando dietro la stazione. Giunti a San Didero seguire la ciclostrada a destra arrivando a Bruzolo; prendere per via dei Mille, poi la direzione di Chianocco. Subito dopo un ponticello sul torrente, prendere la direzione per Torino a sinistra in discesa, e 50 più avanti proseguire diritti sulla ciclostrada. (A destra vi è l’indicazione per il “Sentiero Storico delle vigne e Orrido di Chianocco” ). Si entra in Bussoleno tenendo a sinistra la ferrovia e, sulla ciclostrada, se ne esce diretti a Foresto che si supera avendo sempre la ferrovia a sinistra. Si cammina ora su un sentierino in terra battuta, e dopo 100m, si passa la ferrovia e si prosegue tenendola a destra. Andare sempre diritti lasciando il passaggio a livello sulla destra; al termine si giunge di fronte ad un cortile e si va a destra. 10 m dopo un ponticello, si entra a sinistra in un cortile e si passa sotto un porticato, quindi andare a sinistra seguendo una freccia bianca su un sentiero stretto che termina sulla strada. Prendere la direzione verso il campanile che si intravede a destra giungendo davanti alla Chiesa del Martire Giuliano, poi si segue il sentierino in leggera discesa a sinistra. Al termine del sentiero prendere la strada a sinistra in direzione del sottopasso della ferrovia e poco prima del sottopasso si prende a destra andando sempre diritto su asfalto. 300 m oltre, si scavalca l’autostrada; seguire sempre la ciclostrada ed al cimitero di Urbiano, si volta a destra giungendo a Mompantero. Avendo l’autostrada a sinistra, si prosegue ora in direzione di Venaus da dove la ciclostrada è tutt’uno con la strada provinciale che conduce a Novalesa. All’ingresso di Novalesa, superando un ponte a sinistra, si prende la direzione dell’Abbazia a circa 1 Km.
Ci incontriamo con Padre Antonio Salvatori, il Sacerdote Rosminiano che con l’aiuto di alcuni volonterosi, è l’anima di questa Sacra; nella quiete del suo studio, mentre si informa sul nostro pellegrinaggio, ci pone il timbro sulle credenziali, poi accomiatandoci, ci augura un buon cammino. Sono quasi le 8 di un mattino già caldo e l’emozione per questo pellegrinaggio che inizia è forte, so che mi aspettano molti giorni di cammino assolutamente inesplorato come percorso di pellegrinaggio, ed il compito assunto è sicuramente arduo ma affascinante nel medesimo tempo. Scendiamo con rapidità lungo il sentiero acciottolato che si dipana sul fianco del monte giungendo in breve alle prime case dell’abitato, dove nella Chiesa di Chiusa dedicata a San Pietro, troviamo una bella statua dedicata all’Arcangelo Michele che atterra il luciferino Drago. Grande è la mia sorpresa quando chiedendo informazioni al Parroco, scopro con stupore che egli è Don Romeo, il Parroco delle Parrocchia di Sant’Ambrogio Torinese; una persona cordialissima che si informa del pellegrinaggio che stiamo iniziando, assicurandoci che nella sua Parrocchia, vi è sempre posto per eventuali pellegrini che siano in transito. Il sentiero ora è terminato e comincia l’asfalto anche se è una “ciclostrada” e proseguendo nella Valle di Susa, vediamo in fondo la sagoma innevata della vetta del Monte Rocciamelone. Percorriamo vie ora strette, ora larghe, ma sempre abbastanza trafficate ed abbiamo un bel da fare a seguire il segnale della ciclostrada.. Un bel lavatoio con acqua fresca in località Bruzolo, ci consente di sostare all’ombra per un frugale pranzo ponendo i piedi già dolenti, a mollo nell’acqua che ci sembra gelida. Poi, alternando tratti di pista e tratti di sentiero arriviamo a Venaus sotto la canicola sapendo che da qui in avanti, non vi sarà modo di sfuggire al traffico veicolare; qui, il pellegrinaggio comincia a prendere i suoi più veri connotati; Fatica Caldo e Sofferenze. Novalesa, in fondo alla Valle Cenischia, ci accoglie a pomeriggio inoltrato; le ombre del sole che sta calando dietro la corona di monti si allungano per terra mentre alla 19 circa, giungiamo alla Abbazia dei Santi Pietro e Andrea, dove veniamo accolti dal Padre Foresterario. Gentile e cortese, ci accompagna in una bella Foresteria dove più tardi, dopo la rigenerante doccia, abbiamo la possibilità di cucinare e di mangiare del buon formaggio che Bruno ha provveduto ad acquistare nell’Agriturismo di fronte all’Abbazia. Sfortunatamente però, data l’ora tarda, non abbiamo la possibilità di visitare l’Abbazia, per cui dopo la cena e la scrittura dei diari personali, apprezziamo la possibilità di dormire in comodi e riposanti letti.

2ª Tappa. 30 Maggio giovedì: Abbazia di Novalesa – Lanslebourg ( Les Champs). 24 Km. Auberge de Jeunesse FUAJ. Tel : + 04 79 05 90 96. ä Restaurant accanto, o a Lanslebourg a 1,5 KM.

Riprendiamo la strada che, lasciando l’Abbazia alle nostre spalle, ci conduce attraverso il paese di Novalesa passando accanto alla Chiesa di Santo Stefano. Poi si sale per la Strada Reale verso Ferriera Moncenisio; strada a zig-zag che rapidamente porta in quota. Da Ferriera dietro il cimitero, si prende il sentiero CAI N°5 che attraverso dei boschi di larici porta in alto verso la strada nazionale. Al primo bivio seguire il sentiero N°5 che rapidamente porta al vecchio e diroccato posto di Dogana sulla Strada Reale, ora asfaltata. Si risalgono i lunghi e numerosi tornanti e si arriva sotto la diga. (Ristoro da Cesco) Risalire verso sinistra per prati fino ad arrivare sulla strada che costeggia il lago. Alla Chiesetta (circa metà lago), possibilità di ristoro. Alla fine del lago vi è un Hotel, le “Haut Restaurant”; quindi si segue sempre la strada in discesa fino ad arrivare a Lanslevillard, (Chiesa di San Michele) poi a sinistra, a Les Champs dove è l’Auberge de Jeunesse.
È un mattino splendido quello che ci accoglie quando usciamo dall’Abbazia, non abbiamo potuto vedere la Cappella dedicata a Sant’Eldrado, una delle quattro Cappelle Medioevali che circondano l’Abbazia nel cui interno, vi sono dei bellissimi affreschi del XI secolo dedicati a Sant’Eldrado ed a San Nicola. In Novalesa, passando accanto alla Chiesa di Santo Stefano, vi è un bellissimo affresco sulla parete di fianco, proprio al disotto della grondaia; è una allegoria di dèmoni che assaltano viaggiatori e cavalieri e dei supplizi che essi escogitano per togliere loro la vita e l’anima. Cominciamo a salire per tornanti asfaltati l’antica “ Strada Reale” che conduce con dei bei panorami al borgo di Ferriera Moncenisio dove facciamo sosta dell’unico bar aperto. Qui, chiediamo indicazioni per il sentiero CAI n° 5 che segnalato sulla cartina, porta sulla Statale verso il passo. All’inizio è un buon sentiero poi, più avanti, il segnale svanisce ma seguendo le tracce più evidenti, saliamo sempre più in su tra abeti e larici, scoprendo dei panorami stupendi con alle nostre spalle la catena di montagne dalle cime innevate. A volte camminiamo in spazi aperti su tracce di sentiero con dei bassi muretti in pietra a secco, ed i monti che cingono la valle avanti a noi, sembra ci chiudano la strada. La Nazionale costeggiando il lago, ci porta rapidamente in alto dove sostiamo per una meritata birra da “Cesco”, un tipo di oste gioviale e dotato di buonumore che ci consiglia di tagliare per prati alla base della Diga per giungere alla strada che porta in Francia. Sento che il sole mi scalda bene mentre a sinistra, la cima innevata del Rocciamelone ed a destra quelle della Cime de Bard e del Mont Malamot, mi abbagliano con il lucore dei loro nevai che si stagliano netti sui pendii montuosi dai profili scolpiti nel cielo azzurro. Passiamo accanto a dei ruderi di fortificazioni che recano sul frontone una stella nel mezzo dell’arco di pietra a tutto sesto. All’interno, vi sono dei grossi accumuli di neve sui quali mi affretto a passeggiare (per raffreddare le suole degli scarponi).. Siamo in alto sopra il lago di colore verde-azzurrino che mi sembra in periodo di magra, mentre una brezza gelida, soffiando alle nostre spalle ci sospinge verso la Francia. Sosta alla Chiesa a metà lago per un fugace e fresco spuntino quindi prendiamo un caffè al Bar-Restaurant. Ci affrettiamo a riprendere la lunga strada mentre i miei occhi si perdono nell’immenso panorama che mi circonda. Scendiamo dal versante francese notando i grossi accumuli di neve che ancora permangono ai lati della strada. Un sottile brivido lungo la schiena mi fa intuire che in periodo di forte innevamento invernale (non è il caso di quest’anno!), sarebbe un’impresa non da poco transitare qui a piedi! La discesa è lunga, ed anche tagliando per i numerosi tornanti che portano in basso alla valle dove scorgiamo Lanslevillard, non vi arriviamo che alle 16, dirigendoci alla Chiesa della quale scorgiamo il campanile. Come temo non è aperta, però con insistenza, riusciamo a trovare scampanellando all’abitazione accanto, una Suora (Sr. Marie-Jo delle Religieuses de L’Immaculée), che gentilmente acconsente ad aprirla. Essa è dedicata a San Michele e con nostra sorpresa, troviamo già nel corridoio di accesso un affresco dedicato a San Michele, mentre al suo interno, vi è una pala d’altare ornata, di squisita fattura, raffigurante anch’essa San Michele. Alle 17 arriviamo, attesi, all’Auberge de Jeunesse dove ci mettiamo a nostro agio e dopo la salutare doccia bollente scorgiamo, complici la forte salita, il caldo e la rilevante discesa, le prime stimmate dei pellegrini sulle nostre estremità; dolori muscolari, e piccole ma dolorose vesciche a cui mettiamo immediatamente rimedio.

3ª Tappa. 31 Maggio venerdi: Lanslebourg ( Les Champs) – St-Andre. (Le Villard) 34 Km. Gîte d’étape « Le Villard » Bernard et Michelle Trigon. Tel : + 04 79 05 27 17.

A Lanslebourg, arrivati al ponte, prendere a sinistra per il cammino detto “Le Petite Bonheur” (G.R.5E), che conduce a Termignon, Bramans, Modane e quindi a St-Andre. Dopo circa 3 Km, al primo bivio, proseguire diritti in leggera discesa trascurando un altro sentiero che sale a sinistra. Si scende verso Termignon dove, all’entrata, vi è una indicazione per Sollieres a 2 Km ed a Bramans a 7 Km 500m. Seguendo sempre il sentiero, 100m più avanti vi è un bivio; prendere il sentiero che va a sinistra, ed avanti ancora 50 m, stare sulla destra costeggiando il fiume. Arrivati ad un Camping, andare sempre diritti in direzione “Museo” tenendo sulla sinistra il Camping (opere di costruzioni di strade in corso), arrivando davanti al Museo Archeologico di Sollieres-Sardieres. Giunti ad una piazzetta con a destra una fontana in pietra con un gallo come insegna, andare sempre diritti tra delle case, poi, usciti, procedere diritti tenendo una cabina elettrica sulla destra. Entrare su una piccola strada asfaltata, superando una sbarra sempre alzata presso una Cappelletta con croce dedicata a Saint-Claude. Si costeggiano poi le Grotte des Balmes e l’Aerodromo di Sollieres-Sardieres. Il sentiero entra in una cava; superare la sbarra con il segnale a vernice “triangolo giallo con due cerchi”. Proseguire diritti verso un bivio e quindi prendere il sentiero che sale a sinistra sulla costa del monte (tralasciare quello di destra recante il triangolo giallo barrato con una croce). Al termine della corta salita vi sono due case; prendere il sentiero di destra seguendo la freccia “Chemin de Petite Bonheur”. A Bramans mancano 3 Km ed a La Norma 10 Km. Si entra a Le Verney (strada asfaltata in discesa). Prendere la prima via a sinistra, rue des Diligence, verso Bramans seguendo il triangolo giallo. (a Bramans, Gîte d’étape Restaurant “Les Glaciers”) Proseguendo, si arriva fino al Pont du Nant St-Anne sulla N6. Sempre sulla N6 si arriva a Modane, poi a Le Freney e quindi a St-Andre. Da qui, risalendo la montagna a destra, seguire le indicazioni per Le Villard a circa 5 Km con un dislivello di 350m circa.
Un fresco mattino ci vede in cammino verso Termignon dove contiamo di prendere la G.R.5E lasciando la N6 al suo destino; è un bel sentiero che si snoda sul fianco sinistro della valle, a volte ombroso e ondulato oltre il dovuto (per dei pellegrini). Mentre (altissimi a destra), gli estesi nevai del Dent Parrachée luccicano nel sole mattutino, camminiamo con il fragore delle acque del fiume Arc che scorre in basso ed a volte intravediamo tra le abetaie. Numerosi sono i bivi che obbligano a porre attenzione durante il cammino; il sentiero è a volte stretto ai lati da altissimi abeti, oppure si apre su ameni pascoli fioriti da ranuncoli gialli e non-ti-scordar-di-me azzurri con degli squarci panoramici notevoli. Greggi di pecore o allevamenti di trote in un limpidissimo torrentello alleviano la fatiche del procedere, mentre l’imponente mole del Fort Victoire-Emmanuel a picco sulla valle dall’altra parte dell’orrida gola è impressionante. Qui abbandoniamo la G.R.5 ed il Cammino de “Le Petit Bonheur”, ed è giocoforza proseguire sulla trafficata N 6. A Villarodin, entriamo in un bar di fianco alla N 6, ed il figlio della proprietaria che ci chiede chi siamo e dove andiamo, venendo a conoscenza della nostra mèta, ci prega di accettare in dono le consumazioni che abbiamo preso, in cambio delle nostre preghiere lungo il cammino, poiché per lui giungere a Mont-Saint-Michel è al momento impossibile. Accadimenti che succedono sulla Via! Giungere a Saint-Andre è semplice ora, ma la strada che porta a Le Villard è in salita, e quando stiamo per arrivare al piccolo borgo dove è la Gîte, una macchina si ferma ed una gentile signora mi chiede il nome; saputolo, mi consegna le chiavi della Gîte. Lei è Mme Trigon, e si scusa poiché deve scendere a Saint-Andre a prendere i figli all’uscita da scuola, pregandomi di accomodarci alla Gîte fino al suo ritorno. La Gîte è posta proprio davanti alla Eglise del piccolissimo borgo, in posizione panoramica a 1400 m sulla valle, ed al ritorno di Mme Trigon , M.Bernard, suo marito, con i figli, facciamo onore alla cortesia degli ospiti ed alla cucina francese.

4ª Tappa. 01 giugno sabato: St-Andre (Le Villard) – St-Jean-de-Maurienne. 24 Km. Foyer des Jeunes Travailleurs. Résidence Jean Baghe 38 rue Pierre Balmain. Tel : + 04 79 64 18 66.

Scendere verso St-Andre, e ad un bivio per St-Etienne, prendere a destra in discesa arrivando sulla N6. Si camminerà sempre sulla N6 passando per St-Michel-de-Maurienne, St-Julien-Mont-Denis ed infine si arriva a St-Jean-de-Maurienne sulla D 906 arrivando dapprima alla giratoria Gal.De Gaulle, poi più avanti alla giratoria de La Resistance; quindi, di fronte, prendere la Rue 8 Mai 1945, passare il fiume Arvan sulla Avenue G. Sommeiller, poi proseguire per la Avenue Henry Falcoz fino ad una grande piazza con una stele al centro; le “ Monument Aux Morts”. Di fronte, prendere per la Rue Brun-Rollet, quindi la Rue Lambert. Al termine, girare a sinistra per la Rue de la Liberation, quindi subito a destra per la rue Dr.Grange, infine di fianco a destra, vi è la Rue Pierre Balmain dove è situato il Foyer de la Jeunesse.
Al mattino, M.Bernard gentilissimo, acconsente a portaci in macchina fino al fondovalle della N6, poiché la lunga discesa, (su asfalto) danneggerebbe ulteriormente le nostre estremità dolenti, riprendendo così il cammino sulla N 6, 4 Km più avanti del villaggio di Saint-Andre. Ho i piedi che si sentono stretti nelle pedule, ed il cammino sull’asfalto non agevola di certo il loro compito. Anche oggi il tempo è magnifico ed il sole splende in Val Maurienne, mentre i tre pellegrini camminano verso St-Jean. Facciamo sosta a St-Michel-de-Maurienne, ed alle 10,30 ripartiamo sempre sulla N 6; il caldo si assomma al traffico veicolare turistico (oggi è sabato), mentre i rapidissimi convogli del T.G.V. passano con sorprendente silenziosità sulla vicina linea ferrata. Ai lunghi rettifili si assommano lunghissimi rettilinei che ci consentono una veloce marcia verso St-Jean-de-Maurienne. Ai lati della strada, non passano inosservati molti alberi di ciliegi che portano ancora tutti i frutti; ed a volte i rami sporgenti ci concedono di poterli gustare. Al villaggio di Villargondran ci concediamo la sosta per il rapido pranzo sotto l’ombra di un ponte, poiché la calura è notevole. Entrando in St-Jean-de-Maurienne, vi è solamente la preoccupazione di cercare il Foyer des Jeunes Travailleurs, e dopo la confortevole sistemazione, la Cattedrale di St-Jean-Baptiste a cui chiedere di apporre il timbro sulle nostre credenziali.

5ª Tappa. 02 giugno domenica: St-Jean-de-Maurienne – St-Georges–des-Hurtières. (Le Reposet) 30 Km. Gîte d’étape «La Rosalie» . Christine et Gilles Henry. Tel : + 04 79 36 38 75.

Ritornare indietro alla Rue de la Liberation, discenderla per prendere la D 906, ed al termine riprendere ancora la N6 in direzione di La Chambre camminando su dei rettilinei lunghissimi. Dopo La Chambre, costeggiamo “L’Usine Rouge” (impianto chimico); giunti a La Martinière, prendiamo a sinistra per St- Remy-de-Maurienne, uscendone sulla D 74 verso Les Etalons. Si arriva alla bella frazione di La Domaine (St- Leger a 2 Km). Si giunge poi a St-Pierre-de-Belleville sulla D 207 in leggera salita. Poco fuori, al bivio che indica Le Verney a destra, la si tralascia e si prende a sinistra un strada ombreggiata. Si continua in leggera salita tralasciando le stradine che a destra ed in discesa portano alle frazioni di: Le Gray, La Cletaz. Ad un crocevia, prendere la D 73 direzione St-Georges-des-Hurtières-Aiguebelle in discesa. Quindi, proseguire per Le Reposet.
Ore 7, i pellegrini dopo un buon sonno ristoratore sono in marcia in un mattino splendido, ed anche se iniziamo a camminare quasi subito sulla N 6, non ne siamo contrariati più di tanto, poiché essendo domenica, il traffico è quasi inesistente. La Chapelle de La Balme ci appare in alto a destra; il sole radente di primo mattino fa risaltare ancor più il suo profilo, e l’inusuale color paglierino con cui è tinta, spicca tra la fitta vegetazione della montagna. Mano a mano che le nostre ombre si accorciano ai nostri piedi, sale la temperatura in un giorno che si preannuncia afoso. La N 6 è singolarmente vuota dal traffico e noi prendiamo possesso dei suoi lunghissimi rettifili potendo guardare senza preoccupazione tutto ciò che l’occhio può cogliere; dai monti che cingono la valle, al fiume che scorre a lato ed alle coltivazioni che sono in rigoglio. La Val Maurienne ora, è un fiore all’occhiello della Regione Savoiarda, ricca di acque fresche e limpide. Un immenso impianto chimico poco dopo La Chambre, ci priva del panorama che la vallata destra ci offre. Alla località “La Martinière” prendiamo volentieri l’ultimo svincolo che a sinistra ci conduce al bel villaggio di St-Remy-de-Maurienne sul fianco sinistro della vallata. La piccola stradina che si percorre, conduce a vedere graziose casette e scorci caratteristici di paesaggi pedemomtani, mentre “Calvaire” più o meno carichi di anni,sorvegliano malinconicamente i crocicchi. I rivi a monte di queste ombrose stradine attirano la nostra attenzione, poiché sono cosparsi da puntini fiammeggianti; sono tante gustosissime fragole che occhieggiando poco furbescamente tra l’erba, ci attardano un poco la marcia, ma ci deliziano il palato, mentre un serioso ed indaffarato signore, ne fa incetta offrendo loro ospitalità in un grosso vaso di vetro. Il Bar “La Chabanne” ci offre ospitalità sotto il suo ombroso porticato per uno spuntino, mentre davanti a noi una parete di roccia con alla base una piccola chiesetta, offre delle vie di arrampicata ai climbers domenicali. Dei rombanti trattori arrivano al bar, ed alcuni extracomunitari che li guidano si attardano con i pellegrini chiacchierando amabilmente; anche loro sono lontani da casa….. Proseguiamo su stradine che con continui saliscendi e curve, ci conducono impercettibilmente in alto; con l’occhio attento alla cartina cerco anche di fotografare gli scorci della valle che appaiono tra le fronde o dopo le curve. Infine si giunge alla borgata di “Le Reposet” ed alla Gîte d’étape “La Rosalie”, dove veniamo accolti con estrema cortesia da Christine e più tardi da Gilles Henry. La località è veramente amena; vi sono molte casette graziosamente circondate da fiori e roseti; dei cavalli sono al pascolo e si ode fiocamente il robusto rumoreggiare di una festa paesana. Più tardi, comodamente seduti a tavola, Gilles ci spiega che lui è un accompagnatore di media montagna e tra una portata e l’altra ci illustra i percorsi che da qui egli intraprende con i suoi ospiti sulle pendici delle montagne che fanno da corollario alla sua casa.

6ª Tappa. 03 giugno lunedì: St-Georges-des-Hurtières (Le Reposet) – Montmélian. 30 Km. Foyer des Jeunes Travailleurs “Albert Camus” Av. Paul Luis Merlin. Tel : + 04 79 84 10 04.

Scendere verso Aiguebelle a 5 Km giungendo al Lac de Charbonnière in una piccola valle, poi traversare Aiguebelle sulla Grand Rue. In uscita si prende una piccola stradina per Montgilbert; si supera su un ponte l’autostrada tenendo la direzione di Montgilbert e davanti ad un piccolo chalet con la scritta “Montgilbert”, prendere la D 116 dove una freccia indica il capoluogo “Grand Mongilbert “ a 8 Km. 100 m più avanti, dove un cartello segnala St-Arnaud, passare un ponticello che supera un piccolo torrente; girare subito a destra in discesa e prendere una stradina con divieto di transito per auto e motocicli. Si giunge ad un incrocio dove è un monumento ai caduti ed a destra un passaggio a livello; proseguire diritti tenendo il passaggio a livello alla destra. Si arriva alla frazione di La Petite Croix e si continua diritti giungendo alla Grande Croix d’Aiguebelle. Proseguire sulla D 925 per circa 5 Km, passando da Cottier e Bourgneuf. Prendere la D 204 per Châteauneuf-Maltaverne, Planaise e la Chavanne. Dopo La Chavanne si prende il ponte scendendo verso Montmélian ed arrivando al Foyer (proprio dietro la collina) seguendo la direzione di Chambery.
Il sole di questo mattino è restio a manifestarsi ed il cielo è lattiginoso mentre discendiamo verso Aiguebelle. Gilles e Christine Henry dopo la colazione, ci hanno salutato calorosamente sulla soglia della loro Gîte; sono molto giovani ed auguro loro un mondo di bene mentre lascio questa oasi di tranquillità. Amo queste Gîte; le sento molto affini al mio modo di essere ospitato, di dividere le esperienze, lo scambio di notizie ed opinioni tra persone che vivono in contesti diversissimi e realtà culturali sicuramente non ovvie. Mi piace pensare che fosse così, forse, anche per i pellegrini “viaggiatori” di molti secoli addietro, dove anche il soggiornare nelle locande o bettole era, comunque, a differenza di oggi negli alberghi asettici ed estremamente formali, una scambio di culture, di modi di vivere e di diversità di pensiero che hanno contribuito alla formazione del nostro ambito culturale Europeo. Il Lac de Charbonnière, non segnalato sulla cartina, mi sorprende con la sua discrezione e bellezza; non vedo il Castello che ci dovrebbe essere, ma probabilmente, è celato alla vista dalle colline che racchiudono il lago. Tempo fa, al tempo della stesura di questo mio itinerario di Pellegrinaggio, la Cittadina di Aiguebelle fu estremamente sparagnina in fatto di informazioni, e dovetti attendere molto tempo prima di ricevere informazioni sulle possibilità di soggiorno. Stupendi châlet dai balconi lussureggianti di fiori, assistono al nostro passaggio. La pioggia, peraltro attesa, non ci sorprende mentre incediamo su una dipartimentale che ci conduce verso nuvoloni nerissimi dove è la meta del nostro cammino odierno; mi sento come un agnello mandato allo scoperto in piena foresta; eh si, non amo il temporale che ora si scatena; lo apprezzo grandemente al riparo di un tetto, o meglio ancora, seduto al balcone di casa con un cigarillos ed una aguardiente in mano ammirando i lampi che saettando mi abbagliano ed i tuoni che rombano, ma ora… ramingo lungo la strada….! Giunti al Foyer abbiamo una buona sistemazione, poi per ben due volte andiamo alla Chiesa dei Domenicani per avere il timbro sulla credenziale, ma, sfortunatamente, non ci è stato concesso di trovare un Padre né, tantomeno un qualsiasi novizio che potesse soddisfare le nostre richieste, così sebbene a malincuore, sulle nostre credenziale apponiamo il timbro del Foyer nel quale pernottiamo.

7ª Tappa. 04 giugno martedi: Montmélian – Chambery. 17 Km. Hotel « Le Mauriennais » rue Sainte Barbe (Centrocittà, vicino a Château des Ducs). Tel + 04 79 69 42 78.

Ad una prima rotonda accanto al Foyer, prendere la direzione per Francin-Chambery. Alla successiva rotonda, molto bella e con tantissimi fiori, tenere ancora per Francin-Chambery. Più avanti si transita sul ponte Pierre-Mendes-France. Proseguendo, si arriva ad un’altra rotonda e si tiene ancora la direzione a sinistra per Francin sulla D 201 (di fronte si staglia una montagna dalla grandi pareti rocciose); dopo 100m proseguire diritti e lasciare la D E2 che a sinistra, porta a Francin-chef-lieu, ed a Moretel. Si passa attraverso Francin e ad una nuova rotonda, si prende la D 201 per Les Marches; su un cavalcavia si supera l’autostrada arrivando a Les Marches Bove, sempre sulla D 201. Sulla D 201 si giunge a Myans (Santuario di Notre-Dame di Myans). All’uscita di Myans, si prende la D 19 per Chacusard, (a destra sulla sommità del Mont saint Michel, vi è una bella Cappella). Si arriva ad un incrocio ed a sinistra, si prende per Saint Baldoph; proseguire fino ad un altro incrocio, quindi si prende a destra per la località di La Barberaz sulla D 201. A La Barberaz, si cammina sulla pista ciclabile che si inoltra in un parco avendo il torrente sulla destra; se ne esce sulla Allée des Colombiers entrando infine in Chambery.
Ripartiamo da Montmélian alle 8,45 con il mattino che promette un giorno sereno; la tappa sarà corta, anche se questo fondovalle che percorriamo ci propone tratti di strada che, stranamente, ci sembrano sempre in salita! Il Santuario dedicato alla Vierge de Notre-Dame nel grazioso villaggio di Myans, mi sorprende in quanto non l’avevo previsto, ed il Pére Robert (gentile e premuroso nei nostri confronti), che ne è il Priore, mi informa che qui vi è la possibilità di alloggiamento per dei pellegrini. Nel suo interno, sono custodite una bella statua di San Giacomo, ed un’altra dedicata a Santa Anna. A lato della strada vi sono numerosi “Calvaire“ che, sembrano scandire il conto dei chilometri mentre procediamo verso Chambery; evidentemente, questa era una strada tra le più frequentate dai flussi di pellegrini, locali o meno. Entrando in Chambery non posso fare a meno di pensare cosa significasse per i viaggiatori di un tempo, arrivare a questa città posta al termine un bacino lacustre, porta di accesso alla lunga valle che portava ad affrontare gli alti passi e le montagne della catena alpina! Credo che enormi turbinii di preghiere si levavano dalla sua Cattedrale, da coloro che si accingevano a percorrere la, allora selvaggia, Val Maurienne verso la temibile catena alpina che, in queste contrade, offriva il solo passo del Moncenisio per entrare in Italia verso la lontana Sacra di San Michele, la Basilica di San Pietro, ed i lontanissimi Porti di imbarco per la terra di Palestina e Gerusalemme, calamita irresistibile per i coraggiosi pellegrini del tempo.

8ª Tappa. 05 giugno mercoledi: Chambery – Arbignieu. 39 Km. Centre Hippique (G.R.59). Tel 04 79 81 21 37.

Avendo di fronte la stazione ferroviaria, tenere la direzione Nord Nord-Ovest a sinistra e seguire la direzione per Le Bourget-du-Lac, e la Zona Industriale per Le Bissy Leriet; poi seguire la pista ciclabile per Le Bourget – Aix-Les-Bains, avendo la ferrovia a destra giungendo alla località “Vassens”. Ad una rotonda, seguire ancora la direzione Z.I. Le Bissy-Leriet, avendo di fronte una grande torre dell’acquedotto. Si giunge su una pista ciclabile che reca un’insegna del Cammino di Saint-Jacques; la si segue, ed essa arriva ad un cavalcavia che a sinistra, supera il torrente. Aldilà, avanti 10 m a destra, si prende di nuovo la ciclabile in direzione Le-Bourget. Usciti dalla pista ciclabile, prendere a sinistra per il centro di LeBourget, località Le-Priuré. Ad una successiva biforcazione, si prende a sinistra verso una strada chiusa che porta sulla N 504. La si segue fin dopo la località Charpignat; quindi si prende la diramazione della D 921 C che a sinistra ed in salita, porta ai 663 m del Col du Chat (il tunnel della N 504, molto pericoloso, è vietato ai pedoni). Si scende fino a Chevelu, poi si prosegue sulla N 504 fino a Yenne, e Virignin; poi si segue la D 31A per Champtel, Peizyeu ed infine la direzione per Arbignieu, posta in alto sulla collina a sinistra.
In vista della tappa di oggi che ci porterà nei monti del Bugey, ed a superare il Col-du-Chat, la partenza è alle 06; una levataccia, anche perché il tempo è decisamente virato al brutto ed ora piove mentre prendiamo la direzione della stazione ferroviaria. Poi camminiamo in un a interminabile periferia che ci porta a Nord. Mentre saliamo i tornanti verso il Col-du-Chat, il lago di Annecy ai nostri piedi e sotto una coltre di nubi nereggianti, assomiglia ad una immensa vasca di piombo fuso. La pioggia ci inzuppa fino al culmine del colle, e la temperatura è decisamente fresca, poi mentre scolliniamo e scendiamo nell’altro versante. Camminiamo in una strada bordata da boschi e da alberi di alto fusto; le nuvole lentamente si diradano e sprazzi di cielo limpido sgomitano per farsi largo fra le nuvole che sbiancano. I verdeggianti laghi di Chevelu ci accolgono nella vallata cosparsa da lussureggianti macchie boschive. Improvvisi e malevoli scrosci di pioggia ci costringono ancora sotto le mantelle mentre attraversiamo, tra alte pareti rocciose le “Gorges de la Balme”, che intrappolano la dipartimentale; poi un ponte supera il fiume Furan che scorre, ammansito, tra le alte pareti rocciose. A Virignin cerchiamo la giusta direzione per Arbignieu, ed un cortese cantoniere alla guida di trattore-rasaerba all’opera sui bordi della dipartimentale, ci scorta fino alla diramazione che in salita porta al piccolo borgo di Arbignieu dove è la Gîte. Essa ospita anche una scuola di equitazione con gruppi di allievi che, al momento del nostro arrivo, stanno cavalcando nel capannone coperto. La Gîte è bella e confortevole, così accendiamo la stufa per far asciugare i nostri vestiti e gli scarponi inzuppati di pioggia. Alla sera, il proprietario della Gîte ci conduce in un Restaurant a Belley per la cena, ritornando più tardi a riprenderci. In effetti, qui alla Gîte vi è una bella cucina, ma noi non abbiamo alcunché da cucinare, così, approfittiamo della gentilezza del nostro ospite che velocemente (Belley è a 5 Km), pone rimedio al problema cena.

9ª Tappa. 06 giugno giovedì: Arbignieu – Hostiaz. 27 Km Gîte d’étape. Mme Monique Denis. 01110 Hostiaz. Tel : + 04 74 37 57 68.

Da Arbignieu ridiscendere sulla D10d e proseguire fino ad incontrare l’indicazione per Thoys, bel villaggio, a circa 1 Km; si arriva poi a Bognens, quindi dirigersi verso Les Baraque-Beauregard, lasciando la Route de Bugey che sale a sinistra; di fronte, si staglia la sagoma dello Chateau d’Andert Condon, ed a sinistra lo Chateau di Beauregard. All’incrocio, seguire la D32 per Contrevoz a 4 Km, quindi prendere a sinistra per Rossillon a 4 Km500m. All’altezza di Cheigneu-la-Balme, immettersi sulla N 504 per Rossillon, poi per La Burbanche. 200m dopo la Chiesa, si lascia la N 504 e si prende la D103 a destra ed in salita per La Tard. Si giunge a La Grand Tare sulla compartimentale 3, ed ad un incrocio, prendere per la Petite Tare giungendo poi a Tard. Proseguire, e ad un altro incrocio, prendere la strada in discesa ed a sinistra (tralasciando quella che a destra ed in salita porta a Premillieu). Si giunge quindi al bivio che indica Tenay in basso a destra sulla N 504. Prendere la strada di fronte che in salita, porta diritti verso Hostiaz a 2 Km500m.
La pioggia ha tamburellato sui vetri delle finestre per buona parte della notte, ma ora il mattino, anche se stentatamente, tenta di volgere al bello. Sono le 7,30 quando ci rimettiamo in marcia discendendo la collina che sorveglia la pianura cosparsa da banchi di nebbie che, qua e là, lasciano luccicare al sole che spunta, i tetti bagnati delle case nella sottostante valle. Giungiamo a Beauregard camminando su una stradina ombreggiata da alberi che le fanno da arco. È una bella valle intensamente coltivata, interrotta a tratti da zone di pascolo e da piccole fattorie con curiose costruzioni cilindriche dai tetti ricoperti da scandole in legno. Limpidi ruscelli gorgogliano al nostro passaggio, mentre il sole ora è ben alto e splendente. Solide case in pietra ricoperte da invadente edera custodiscono minuscoli ma fioriti giardini, mentre un solitario castello ai bordi del bosco a sinistra della valle, si offre alla nostra vista dominando un vasto prato. Quando prendiamo a destra la D 103, la stradina si impenna ben presto, ed anche il sole comincia ad essere velato dalle nuvole. Facciamo una sosta al riparo di un lavatoio ormai secco, poiché la brezza che soffia in questo largo canyon denominato la “Cluse des Hôpitaux”, che nel fondo ospita la N54, la ferrovia, ed il solco dove scorre il fiume Albarine, si sta tramutando in vento gelido che porta nuvoloni color cenere gravidi di pioggia. Essa non tarda a cadere mentre camminiamo su una strada silenziosa e deserta intagliata bordata da interminabili abetaie ad alto fusto sul fianco del monte. Arriviamo al bivio che a sinistra scende a Tenay, trovando cosi la prima indicazione per Hostiaz indicata a 2 Km500m! Ci inoltriamo in salita per poche centinaia di metri, poi Giove Pluvio, che non riesce più a contenere la pioggia, apre le cateratte del cielo; essa cade a secchi, e per noi è dura, poichè lungo la strada non vi è alcun riparo sotto cui attendere la fine del diluvio. Quando arriviamo ad Hostiaz, ci indirizziamo ad una bella Gîte d’étape con un bar e delle chambre d’hôtes posta in alto al villaggio vicino alla Mairie ed alla Posta, ma non mi sembra la medesima dove avevo prenotato; difatti, essa è chiusa e non vi è nessuno ad attenderci. Telefono a Mme Denis, ed essa stessa, sbucando da un viottolo, ci conduce alla sua Gîte posta più in basso dove vi sono già ospiti; un educatore sociale ed un giovane ragazzo. Dopo una doccia caldissima, poniamo tutti i nostri vestiti, scarponi compresi, ad asciugare sui termosifoni. Posto ad una altitudine di 815 m, Hostiaz è un piccolissimo villaggio di una sessantina di anime; faceva parte di un Priorato Cluniacense nel XII secolo, e nei dintorni vi sono le rovine dell’Abbazia di Saint-Sulpice da visitare, ma poiché la pioggia è ancora battente, fa freddo, e le nuvole sono estremamente basse, preferiamo rimanere nella Gîte a riassettare gli zaini cercando di far asciugare tutti i vestiti. Alla sera siamo ospiti a cena nella casa di Mme Denis, e chiacchierando amabilmente con tutta la famiglia, apprezziamo la loro cortesia e disponibilità, facendo onore alla ottima ed abbondante cucina.

10ª Tappa. 07 giugno venerdi: Hostiaz – Douvres. 32 Km. Gîte d’étape. “ La Ferme” Janine et Roger Quinson. Route Ambèrieu 01500 Douvres Tel : + 04 74 38 06 53.

Da Hostiaz, ridiscendere verso il bivio che porta a Tenay; poi prendere la D 103° in discesa a destra, arrivando sulla N 504 prendendo la direzione di Tenay verso le Gorges del fiume Albarine. Raggiungere Argis, quindi St-Rambert-en-Bugey, Torcieu ed Amberieu-en-Bugey. Entrare in Amberieu e dirigersi verso il campanile che svetta; poi uscire dalla città arrivando ad un grande immobile della catena Mc Donald. Qui alla grande giratoria, prendere a destra per Douvres sulla D 36b.
Alle 6,30, dopo una abbondante colazione nella casa di Mme Denis, ridiscendiamo verso il bivio che ci condurrà nel fondovalle sulla N 504; il cielo è ingombro di nubi malevoli, ma non scarica acqua. L’orografia di queste profonde gole e boscose alture, mi riportano alla mente i monti del Jura, durante un pellegrinaggio di anni prima; anche là l’ambiente era uguale, e la pioggia era di casa. Tenay è un grosso borgo dotato di tutti i commerci; anche Argis che raggiungiamo poco dopo, ospita un Hôtel-Restaurant: “L’Albarine d’Argis”, ed un Foyer: “Le Logements d’Or”. Proseguiamo fino ad incrociare a destra la D 34 che sale verso Oncieu ed Evosges; poco oltre, sotto un grande contrafforte roccioso, vi è il camping de “l’Ermitage”. Ora però, occorre prestare attenzione alla N 54 che, senza banchine pedonali, diventa stretta e pericolosa, percorsa come è, da rombanti camion e TIR. A St-Rambert-en-Bugey saliamo, percorrendo una stretto sentiero, alla antica Abbazia che ospita la Cripta di St-Domitien, monaco di origini italiane venuto in queste contrade nel V secolo. Veniamo accolti da una Suora che, gentilmente ci spiega la storia e gli antefatti di questa Abbazia. Al momento, essa ospita anche un gruppo di giovani e la religiosa ci informa, che con adeguato avviso, è possibile, come pellegrini, avere ospitalità. Ridiscendiamo di nuovo nel toboga della N 504 e con l’Albarine al nostro fianco, arriviamo infine ad Amberieu-en-Bugey con il sole che, scacciando tutte le nuvole, ha deciso di fare il suo dovere. L’accoglienza alla fattoria di Janine e Roger Quinson, è cordialissima; conoscono benissimo le persone delle Gîte d’étape presso cui abbiamo fatto tappa nei giorni precedenti, e qui, nella loro fattoria ci sentiamo accolti proprio come a casa nostra. Anche qui, come nelle precedenti Gîte, abbiamo modo di toccare con mano lo squisito senso dell’ospitalità che mi porta a scegliere per i miei pellegrinaggi questi luoghi di sosta, tenuti da persone che ti permettono di avere scambi di opinioni e di notizie, come se tu, novello figliuol prodigo, rientrato a casa dopo un lungo viaggio, fossi a tavola con i tuoi familiari che ti sommergono di domande sul conto e sul perché dei tuoi viaggi.

11ª Tappa. 08 giugno sabato: Douvres – Bourg-en-Bresse. 30 Km. Evêche Centre Diocesaine. Maison Jeanne Marie Vianney. 27 rue de Docteur Nodet. Tel : + 04 74 32 86 70.

Dalla fattoria, prendere a destra sulla D 36b per Ambronay. Ad un bivio, prendere la strada a destra tenendo a sinistra un ruscello, poi dirigersi verso la Chiesa che si scorge in lontananza a destra. Al crocevia, prendere la “Route d’Ambronay”. In vista di Ambronay, tenere la direzione del campanile dell’Abbazia, camminando su una stradina che ha a destra un torrente. Giunti davanti all’Abbazia si prosegue passando accanto alla Mairie prendendo la strada in discesa per Pont d’Ain, denominata “Grand Rue”. Al termine ed a sinistra, seguire la compartimentale 1 per Bellaton; uscirne, ed in prossimità di una cava, prendere una piccola strada in discesa che porta sulla N 75, quindi a Pont d’Ain. Continuare sulla N 75, superare l’Autostrada e dirigersi verso Turgon sulla D 52; al primo bivio, continuare per St-Martin-du-Mont, arrivando su una bella stradina a Confranchette d’en Bas. Giunti a St-Martin-du-Mont, prendere la direzione di Tossiat a 4 Km 500m su una piccola strada in discesa; discesi in basso si prende a sinistra per Tossiat sulla D 52 entrando nella frazione di Mulaty. Dopo Tossiat prendere la D 23c in direzione di Montagnat a 4 Km; si entra in Montagnat superando un torrentello sulla Route du Village, quindi prendere il viale che di fronte all’Eglise ci conduce fuori villaggio. Giungere ad una aiuola dove è il Monumento ai Caduti, prendere la strada a destra (dove è un Auberge ed un Cafè-Restaurant), per giungere sulla N 75 diretta a Bourg-en-Bresse. Seguire la N 75 entrando sul Boulevard de Brou, arrivando davanti al Monastero di Brou dai bellissimi tetti policromi. Per andare alla Maison Jeanne-Marie Vianney, bisogna ritornare al semaforo (200m indietro), quindi prendere a destra la Rue Tony Ferret, seguirla fino alla giratoria (Du Stand), poi ancora a destra per il Boulevard Paul Valéry. Attraversare la Avenue Jean-Marie Veme, ed anche la Rue De Crouy; quindi si arriva alla Rue de Docteur Nodet. Prendere a sinistra per 100m dove è la Maison Jeanne-Marie Vianney.
Salutati affettuosamente dai coniugi Quinson, prendiamo la direzione di Ambronay in un mattino lattiginoso con alte nubi stratificate. Ad Ambronay, la Chiesa issata su alti gradini, ha due portoni di entrata, uno sotto l’alto campanile con un frontone istoriato sostenuto da tre colonne, mentre l’altra che accede alla chiesa, non ha colonne ai lati, ma la lunetta sopra l’ingresso, e molto bella nella sua austerità. Una curiosa e piccola torre campanaria, che attira la mia attenzione per la sua singolarità, è costruita direttamente sull’angolo del tetto della Chiesa. A fianco delle stradine che percorriamo, belle case, dai robusti muri in pietra, danno sostegno imbellettandosi, a degli stupendi roseti che arrampicandosi sui muri fanno sembrare le bianche finestre delle occhiaie vuote. La bella e svettante linea della Chiesa di St-Martin-du-Mont, issata su una piccola collinetta ci attira, ed entrando, possiamo ammirare le linee austere del suo interno (è aperta in quanto tra poco vi avrà luogo una cerimonia funebre). Poi, sulle pietrose panchine del suo vialetto bordato da alti ed ombrosi tigli, sostiamo per un fugace pranzo. Mentre usciamo dal piccolo villaggio di Tossiat, una bandiera italiana issata sul balcone di una villetta, attira la nostra attenzione; bussiamo incuriositi, ed uno stupito bimbo ci informa che la Nazionale Italiana di calcio ha vinto l’incontro per 1 a 0. La Ville di Bourg-en-Bresse ci accoglie con la sua immensa e tediosa periferia, solo al suo termine allietata dalla vista dei tetti policromi del bellissimo Monastero. All’entrata della Chiesa, una gentile e solerte addetta, decisamente stupita dal vedere pellegrini provenienti dall’Italia e diretti al Mont-Saint-Michel, ci appone il timbro del Monastero, permettendoci poi di accedere all’interno gratuitamente. La sua costruzione risale al XV secolo, voluta da Margherita d’Austria per immortalare la propria gloria e l’amore per il suo sposo Filiberto il Bello, esso fu essenzialmente un edificio funerario, Chiesa privata e tempio del ricordo del suo amato sposo, ad uso privato di Margherita d’Austria; nel suo interno, sono visibili ovunque gli emblemi di Margherita e di Filiberto il Bello. Ci intratteniamo nell’imponente Monastero cercando di imprimere nella memoria tutto ciò che gli occhi vedono, ma è una impresa non da poco. L’interno è sgombro, non vi sono sedie o panche, e la vastità dell’ambiente viene valorizzata dalle bellissime ed alte colonne che sostengono le tre navate sotto le quali ci aggiriamo ammirando le vetrate, il “Jubé” (la tribuna trasversale che isola il coro dalla navata), riccamente istoriato e gli stalli in legno massiccio finemente lavorati. Quando ne esco, anche se il sole è scomparso, posso ammirare la bellissima facciata della Chiesa (ora sconsacrata), a cui le slanciate finestre e l’imponente portale dalla forma inusuale, danno una originalità fuori da qualsiasi schema io abbia visto finora. Sono un poco frastornato mentre cerco di scattare delle foto che possano rendere giustizia a ciò che vedo, ed il rammarico è grande perché so di non avere il tempo necessario per una visita più adeguata a questo luogo che è il fiore all’occhiello della Ville di Bourg-en-Bresse.

12ª Tappa. 09 giugno domenica: Bourg-en-Bresse – Mâcon. 35 Km. Hotel-Restaurants Terminus * * . 91 Rue Victor Hugo. Tel: 03 85 39 17 11. Fax: 03 85 38 02 75.

Dalla Maison Jeanne Marie Vianney dirigersi verso la Gare, quindi prendere la Avenue de Mâcon diretta alla N 79 e si arriva alla circonvallazione Nord presso Fleyriat; prendere la direzione per Mâcon e Chalon-sur-Saône sulla N 79. Giunti ad una grande rotonda, prendere a sinistra per Mâcon-Polliat (Route de Polliat). Proseguire sempre sulla N 79 (è domenica e non vi è traffico) passando Polliat, St-Cyr-sur-Menthon, La Madeleine, St-Laurent-sur-Saône, ed entrare in Mâcon sul ponte di St-Laurent. Passare il ponte, poi prendere a sinistra il Quai Lamartine fino ad incrociare a destra la Rue Gambetta; risalirla fino alla Rue Victor Hugo, dove a destra è l’Hôtel Terminus.
Nella notte ha piovuto parecchio, e questo mattino il tempo non promette nulla di buono,anche se non minaccia pioggia. Oggi è domenica, così decidiamo di allungare il passo (vista la lunghezza della tappa ed il tempo inclemente), prendendo la N 79 scarsamente trafficata; sono interminabili rettifili a volte vallonati, dove l’occhio ha degli orizzonti vastissimi, ma è attirato solo dal lungo nastro nero di asfalto, e ne viene ipnotizzato. A volte mi sembra di non camminare, ma che sia la strada medesima che scorra sotto i miei piedi! Che sia questa la sensazione che viene chiamata “Corpo Astrale?”. Solo alcuni scorci di lunghi filari di alberi o di vezzose casette mi scuotono dal torpore dell’incedere monotono. L’entrata in Mâcon sul bel ponte di St-Laurent- cambia la visuale lasciando scorrere l’occhio sulle acque limpide del fiume Saône, appena increspate dalla leggera brezza che viene convogliata nel solco del suo alveo. Poi, cercando di arrivare all’Hôtel lungo il Quai Lamartine solleviamo molti sguardi di curiosità dai numerosissimi clienti dei caffè e bar che si affacciano sulla passeggiata della Saône.

13ª Tappa 10 giugno: lunedi: Mâcon – Cluny. 25 Km. Centre de Sejour. Rue Port de Paris. Tel : + 03 85 59 08 83. Fax : + 03 85 59 26 27. (Accueil h. 15-18).

Uscendo dall’Hôtel, prendere a destra la Rue Victor Hugo in direzione della Place de La Barre; poi a sinistra, risalire la Rue de Rambouteau in direzione Cluny-Charnay. Dopo Charnay, prendere la D 17 (la cartina indica D 979!), per Cluny-Charolles. Si giunge ad una rotonda dalla quale immettersi sulla“Route Touristique Cluny-Charolles”, (lasciando perdere la D 17a che porta sulla N 79). Si cammina sulla pista ciclabile tra la D17a e la N 79; alla Chapelle du Château des Moines du Cluny, si prende la D 263 arrivando al Col du Bois Clair ritornando a camminare sulla N 79. Attraversare la ferrovia a un sottopasso e proseguire sulla dipartimentale tra la ferrovia e la N 79. Circa 500 m prima di giungere ai cartelli dell’autostrada che si vedono davanti, prendere a destra una stradina che porta in basso, per dei tornanti, su una piccola strada asfaltata. Al termine, si segue a destra un largo tratturo in direzione Nord che termina di fronte ad una recinzione di una discarica; la si costeggia arrivando più avanti ad una strada dal fondo ghiaioso che diventa, poco dopo, in asfalto in discesa ed a sinistra. Quando essa termina, si ripassa la ferrovia sotto un ponte arrivando così sulla D 980. Proseguire poi per Cluny.
Uscire da Mâcon è facile e non pone alcun problema, ed anche il giorno si preannuncia bene con il sole che fa capolino tra le nuvole nere messe in fuga dal vento freddo di primo mattino. Sui lunghi rettifili della dipartimentale, l’orizzonte è occupato da una bassa linea di colline sovrastate da una gigantesca coltre di nuvole e da un bellissimo arcobaleno dai mille colori cangianti con il verde delle lontane valli. È una zona di piccoli vigneti e di appezzamenti di varie colture, così le tonalità di verde dei campi si sprecano. Oggi la tappa termina a Cluny; la famosissima e potentissima (ai tempi) Abbazia di Cluny, faro del monachesimo, a volte in aperto contrasto con Roma a cui non poche volte non riconosceva alcuna autorità. Diede vita a più di 1500 Monasteri ed alcuni dei suoi Abbè,divennero Santi: St-Odon, St-Mayeul, St-Hugues de Seymur e Pietro il Venerabile. Ma come tutte le cose umane, al tempo della Rivoluzione nei primi anni del 1800, venne venduta e distrutta pietra su pietra; ed in trenta anni, di lei non rimasero altro che i pochissimi resti che sto ammirando in questi momenti di visita alla Ville. Un senso di inutilità sorge da questi pochi ruderi, ma non bisogna affatto dimenticare il grande e luminosissimo ruolo che l’Abbazia ebbe nello sviluppare e far progredire la civiltà che formò l’Europa; e pazienza se le cose nate dalle mani dell’uomo finiscono spesso in polvere. Ciò che conta, fù la luce che essa irradiò per centinaia di anni, senza rammaricarsi per le poche vestigia che ne restano, ma ricordarsi che fu la sua stessa grandezza, con la sconsiderata perdita del senso di umiltà, l’inizio della sua fine.

14ª Tappa. 11 giugno: martedì: Cluny – Suin. 21 Km Gîte d’étape « La Billebaude ». Mlle Gloria Radreau. (Les Bois de Vaux). Tel : + 03 85 24 76 59.

Da Cluny prendere la D 465 per Jalogny; da Jalogny prendere la direzione per la N 79 a Chapelle de Vaux in discesa, dove si arriva ad un incrocio. Non prendere la D 165 diretta sulla N 79, ma la D 165 diretta a Château ed a Vitry-les-Cluny per giungere a Bergesserin. Ai crocevia tenere la direzione per St-Léger e les-Cadoles, tralasciando le indicazioni per La Grange e Mazille. Dopo la località di les Cadoles si giunge ad un bivio; ignorare la strada sterrata indicante Bergesserin, ma prendere la piccola stradina asfaltata che a sinistra va in leggera salita; proseguire fino alla sommità del colle, poi in discesa per incrociare la D 17. Restare sulla D 17 verso Bergesserin e Curtil (chambre d’hôtes). Uscire dal villaggio di Curtil arrivando ad un bivio sulla sommità di un piccolo colle. Prendere la strada che scende a destra abbandonando la strada di Curtil; questa è la strada che porta a Sivignon ed è situata 500m prima della D 379. Si giunge all’incrocio con la D 17 contrassegnato da un “Calvaire”, quindi a Sivignon. Qui prendere la D 379 per Suin a 4 Km, passando per l’Ecousserie (una bella strada bordata da abetaie e castagneti). Dopo 2 km 500m circa, si arriva ad un bivio che indica Suin a 1Km 500m; prendere per “La Billebaude”, indicata a destra ed in lieve discesa. Proseguire per 200 m dal bivio, poi, porre attenzione ad una freccia segnaletica seminascosta nella siepe di destra, che indirizza a destra in una strada in terra battuta in forte discesa. Porre ancora attenzione ad un’altra freccia posizionata nella siepe che indirizza alla Gîte situata in basso in un valloncello che la nasconde alla vista.
Quasi le 8; è un orario inusuale quello che ci vede in partenza da Cluny, ma la tappa corta ci consente questo piccolo lusso. La notte ha portato pioggia che il tramonto fiammeggiante di ieri non faceva certamente presagire… ”Rosso di sera, bel tempo si spera…”; anche i proverbi sono divenuti fallaci!. Anche ora il cielo è coperto e ciò contribuisce alla bellezza del paesaggio nel quale camminiamo; valloncelli dai pendii ricoperti da macchie di bosco; piccole mandrie di candide mucche di razza ”Charolais” che brucano indisturbate nei prati bordati da basse siepi; improvvisi e preoccupati latrati di cani che, ancora lontani, odono l’inusuale scalpiccio dei pellegrini. Nei campi accanto alla strada, alberi dai rami stracarichi di ciliegie, offrono, con i loro frutti che stranamente sono lasciati alla mercé del popolo pennuto, motivo di sosta e di degustazione. È un bellissimo territorio questa parte di dipartimento della Saône-et-Loire, molto verde e scarsamente popolato, dai pochi agglomerati di case accalcati ai crocicchi delle stradine. Siamo scarsi di provviste, e non si riesce a trovare un panettiere in queste piccoli villaggi ( egli fa il giro ogni giorno con un furgone, proprio come in Spagna!), ed una gentilissima signora alla quale chiediamo informazioni al riguardo, ci regala un Kg di pane augurandoci buon cammino. Giungendo alle poche case di Curtil, troviamo un Bar-Tabac che può fornire panini; vi è anche una Chambre d’Hôtes. Ora il sole si è messo a splendere di buzzo buono, così mentre grossi e candidi fiocchi di nuvole popolano il cielo, ci mettiamo la crema antisole per evitare il reale rischio di scottature vista l’atmosfera limpida e tersa. Ai lati della stradina, numerose ed enormi cataste di legna sono allineate in bell’ordine; estese abetaie e boschi di castani profumano l’aria mentre saliamo lentamente, e quando arriviamo alla Gîte “La Billebaude” nascosta in un valloncello, con le colline boscose che le fanno da corona, vediamo che essa ospita un centro equestre, con cavalli e pony che pascolano in basso nella valle. Alla sera, Mlle.Radreau, mettendosi ai fornelli, si occupa di prepararci la cena, e prendendo parte alla conversazione, scopriamo che è lei l’anima di questa Gîte che la occupa tantissimo, ma che le apporta tante soddisfazioni ed il modo di vivere a contatto della natura che più ama.

15ª Tappa. 12 giugno: mercoledi: Suin – Paray-le-Monial. 30 Km Maison de Sacré-Cœur, 3 Rue de la Paix. Te : + 03 85 81 05 43.

Risalire la stradina, ritornando fino al bivio indicante Suin, quindi proseguire fino al villaggio (bella Chiesa risalente al XII sec) quindi giunti in basso ad un quadrivio, prendere la direzione per Vauzelle e Chalantigny. Ad una biforcazione, prendere a destra la direzione di Le Caron in leggera salita fino ad un bivio; qui prendere a destra in leggera discesa ignorando l’indicazione per Tillay. Giungere ad un quadrivio con un “Calvaire”al centro e proseguire per Vauzelle. Da Vauzelle, proseguire fino alla D 79 e continuare poi, a sinistra, per La Carreze. Si arriva alla D 17; quindi proseguire per Bouberie-la-Clayette raggiungendo la D 121 a lato della N 79. Sulla D 121, procedere per circa 2 Km fino ad arrivare ad uno svincolo; quindi prendere a sinistra un sottopasso sotto la N 79 che porta, su stradine secondarie, a Vendenesse e Collanges passando per Sirmaize. (così facendo, si evita molta parte della trafficata N 79) ; Da Collanges si prosegue poi sulla N 79, ed alla biforcazione, lasciamo la circonvallazione della N 79 a Nord, per entrare in Charolles sulla D 17. Uscire dalla Ville di Charolles e riprendere la N 79 per Paray-le-Monial. All’entrata di Paray-le-Monial, proseguire diritti sulla D 248 in direzione di Romay superando il Canal du Centre, la Bourbince e la ferrovia ; quindi dirigersi alla Maison du Sacré Coeur.
Dopo un’ottima ed abbondante colazione, lasciamo la Gîte, e ritorniamo sui nostri passi verso il villaggio di Suin, dove sulla sommità della collina, vi era un antico Oppidum Gallico; durante la Pax Romana poi, ospitò un tempio dedicato a Mercurio. Ora vi è una Chiesa Romanica ben ristrutturata, e solo il campanile è originale del XI secolo. Da quassù, 593 m, vi è una bella vista sulla valle della Saône e del Charolais che ospita sterminati pascoli di bovini ed ovini. Lunghe ed ombreggiate stradine conducono verso il fondovalle, ed il quadro agreste è suggestivo con numerosi “Calvaire” che scandiscono il succedersi dei Crocevia verso Paray-le-Monial, una delle Abbazie primogenite di Cluny. Charolles ci ospita in un piccolo parco ombreggiato a fianco del fiume Arconce ed il ponte che lo attraversa, è imbandierato ed infiorato come solo i francesi amano fare, per la gioia dei fotografi. Nelle fattorie, sorvegliate da enormi querce, antichi silos e curiosi capanni con tetti dalle forme ingegnose ed originali occupano i cortili deserti; mai viste simile opere finora!. Paray-Le.Monial ci accoglie alle 16 di un pomeriggio assolato e caldo, e dopo esserci recati alla Maison de Sacré-Coeur, visitiamo la Ville in lungo ed in largo. È la grandiosa Basilica du Sacré-Coeur de Jesus che mi avvince con le due torri quadre ed il campanile ottagonale. Il tutto, però, avrebbe bisogno di una bella ripulita dallo smog che annerisce le pietre color rosa, dando alla costruzione, un’aria dimessa seppur orgogliosa. Ora Chiesa Parrocchiale, essa fu l’antica Chiesa di Notre-Dame tipica costruzione del Romanico Cluniacense.

16ª Tappa. 13 giugno: giovedì: Paray-le-Monial – Chevagny. 34 Km Gîte d’étape « Haras de Chevagny « . Monika Renggli. Tel/Fax : + 03 85 89 00 46. ou : + 06 87 31 09 50.

Da Paray-le-Monial dirigersi verso Digoin sulla N 79 in direzione di les Carres e Mont incrociando poi la N 70 proveniente da destra; in uscita da Digoin, prendere la D 979 in direzione Bourbon-Lancy – Nevers. Poco prima di giungere a Perrigny-sur-Loire, abbandonare la N 79 e prendere la D 192 entrando in Perrigny. (Auberge des Champs) Seguire sempre la D 192 bordata, per un buon tratto, da ombrosi boschi di querce e felci. Arrivando ai diversi bivi, restare sempre sulla D 192 fino a scorgere l’indicazione che a destra in una stradina bordata da alte siepi, porta all’Haras (fattoria per l’allevamento di stalloni) di Chevagny immersa nella campagna.
Partenza da Paray-le-Monial alle 6,20 di un giorno limpido; tra poco sorgerà il sole ed i pellegrini saranno sulla graticola, avendo sotto i piedi la N 79 e sulla testa una fornace ardente. Nei mesi scorsi, per quanto mi fossi intestardito a cercare alternative a questo lungo tratto di Nazionale, ho sempre trovato che le stradine, più tranquille e discoste, terminavano tutte presso il greto del fiume Arnoux, o addirittura, all’intersecazione con la D 994 proveniente da Est-Nord-Est. È stato giocoforza tracciare l’itinerario di più di 20 Km su una Nazionale in un giorno lavorativo! Sono quasi 15 giorni che pellegriniamo sotto il sole che ci abbronza, ma non disdegniamo una ulteriore spalmata di crema solare, proprio come se fossimo al mare. Solo dopo Perrigny-sur Loire, ritrovo le quieti stradine francesi, senza traffico, bordate da estesi querceti e giganteschi ciuffi di felci che mi rappacificano con il mondo. Anche qui, invitanti alberi di ciliegie ben mature intrattengono i pellegrini desiderosi di controllarle. Attraversiamo il Bois de les Petits Chauffages, poi Les Buissons Bois Ronds, ed ancora Le Bois des Charmes, arrivando infine all’Haras de Chevagny dove Monika Renggli, una gentile signora svizzera, proprietaria di questo allevamento di stalloni, sta ristrutturando la Gîte ancora nelle mani del falegname. Lei è gentilissima e ci mette a nostro agio, prima accogliendoci nella grande cucina, poi una volta ben sistemati ed aver preso una buona doccia calda, ci pone delle comode sedie all’ombra di grandi querce (regno di caccia di un bellissimo ed agilissimo gatto), con delle apprezzate birre, che hanno in vizio di asciugare rapidamente, mentre ammiriamo gli stalloni che all’abbeverata nei recinti accanto, scalpitano o ruzzano tra loro. Alla sera siamo a cena nella rustica ed ampia sala della cucina. Ancora una volta apprezzo la cortesia e la familiarità che in queste Gîte d’étape o fattorie sperse nelle campagne francesi è offerta agli ospiti. Monika, dopo la giornata di lavoro, si mette ai fornelli cucinando per noi e prendendo parte alle conversazione; ci spiega cosa è un “Haras”, e ci illustra la nuova attività di Gîte d’étape per randonneurs di passaggio, o anche di soggiorno per piccoli gruppi di persone che amano stare a contatto dei cavalli.

17ª Tappa. 14 giugno: venerdi: Chevagny – Vitry-sur-Loire. 16 Km. Hotel Restaurant “Les Acacias” Tel : + 03 85 84 71 36.

Ritornare sulla D 192 e prendere la direzione di Novillard, Montillard e Bourbon-Lancy. A Bourbon-Lancy, prendere la D 973 in direzione di Nevers; giungere alla rotatoria di “Les Alouettes” per prendere la D 979 per Nevers – Decize; superare il fiume Somme ed una strada a destra che porta a Le Moulin de L’Etat ed a Maltat, e avanti 1 Km 500m dopo il fiume, lasciare la D 979 e prendere a destra la stradina per l’Etang Protey. Costeggiare l’ombroso Bois de Serre, raggiungere Les Jeandiaux, ed avanti 2 Km, immettersi sulla D 281 proveniente da destra, per arrivare a Vitry-sur-Loire sulla D 979 e successivamente all’Hôtel “Les Acacias”.
Partenza alle 8 dopo una copiosa colazione che Monika ha provveduto a preparare. Il sole è già alto e ci scalda mentre camminiamo accanto al Bois du Four. Poco prima di entrare nella frazione di Bel Air raccolta attorno ad un crocicchio, vi è già un assalto a dei ciliegi che a lato della stradina, espongono malaccortamente i loro frutti alla portata dei voraci pellegrini. A Bourbon-Lancy, la Tour de L’Horloge del XIV secolo ci accoglie mentre attraversiamo la bella cittadina termale (già nota ai tempi dei Romani) in salita diretti alla Chiesa di St-Nazaire del XI secolo Essendo una città termale e di turismo, vi molta gente per le strade; la maggior parte turisti o frequentatori delle Terme, ed il quartiere de Le Vieux Bourbon, dai caratteristici angolini e viuzze strette, è estremamente affollato. La Chiesa di St-Nazaire, è inopinatamente stretta d’assedio da giostre e giostrine che occupano la piazza, per cui non è possibile scattare delle foto accettabili. Una veloce visita all’interno, e poi scendiamo verso la D 973 attraversando il quartiere di St-Denis dove, delle belle case con caratteristici balconcini in legno o ricoperte di edera come delle Boiserie, fanno mostra di sé. Essendo la tappa corta, prendiamo una piccola dipartimentale che ci porta a fare un ampio arco (allungando un poco il percorso), ma che è ombrosa, fresca e senza traffico. Passiamo accanto a delle querce enormi dalla forma a palla, giungendo poi su una piccola collina che ospita una caratteristica Chiesetta formata dal corpo centrale con il campanile aguzzo e rotondo, due piccole navate laterali e tre absidiole che, vista posteriormente, ha la stupefacente configurazione di un appuntito razzo interplanetario con le ali ed i serbatoi di propellente del primo stadio!! Raggiungiamo infine l’Hôtel a Vitry, e vista l’ora di primo pomeriggio, ci concediamo, comodamente seduti ai tavolini in ombra, un vero pranzo con una gustosa insalatona e della buona birra che la spumeggiante e solerte proprietaria ci prepara velocemente. Dopo un buon riposo ed aver rassettato gli zaini, alle 21 ci apprestiamo a gustare una ottima cena. Nell’ampia sala, vi è anche una numerosa ed allegrissima comitiva composta da signore che hanno pensato bene di lasciare (per una sera), figli e mariti a casa, ed ora, tra una portata e l’altra, festeggiano rumorosamente con palloncini colorati che volando e scoppiando da tutte le parti, aumentano l’ilarità e l’allegria generale. Per onore di cronaca, bisogna dire che alle 02 la festa si stava lentamente spegnendo anche se improvvisi scoppi di risa rompevano di tanto in tanto il sommesso brusio.

18ª Tappa. 15 giugno: sabato: Vitry-sur-Loire – St-Léger-des-Vignes. 31 Km. Centre d’Accueil Sportif. Tel : + 03 86 25 09 76. Fax : + 03 86 25 42 32.

Riprendere la D 979 e raggiungere Cronat, poi immettersi, a sinistra, sulla D 196 e dirigersi a Les Terriens, quindi a destra per Gannay-sur-Loire (Chambre d’hôtes ”Domaine du Bourg” con piscina). Da Gannay-sur-Loire, prendere la D 15 in direzione di Lamenay-sur-Loire verso il Canal Lateral á la Loire; in località Fretille a 2 Km da Lamenay, la D 15 diventa D 116. Dopo Lamenay si cammina sull’argine erboso del Canal evitando l’asfalto fino a les Feuillats (Auberge Restaurant). Lasciare l’argine e proseguire sulla D 116. Entrare in Decize, poi proseguire attraversando il fiume Aron al terzo ponte per dirigersi a St-Léger a 1 Km 500m. (Indirizzarsi verso il Centro Sportivo posto alla periferia della città sulla N 81 in direzione di Nevers).
Al mattino, alle 6,30 la colazione è in tavola, ed alle 07 già camminiamo sulla D 979. Siamo spiaciuti di aver fatto fare una levataccia alla gentilissima signora dell’Hôtel (vista l’ora tarda a cui sicuramente si è conclusa la festa) ma oggi sarà, per noi, una tappa abbastanza lunga e pensiamo sia meglio evitare, durante la marcia, le ore calde del pomeriggio. Oggi lasciamo la Saône-et-Loire per entrare nei dipartimenti dell’Allier e della Nièvre, e dopo aver passato su un ponte la Loira, giungiamo per uno stradellino a Gannay-sur-Loire. Il villaggio era anticamente e fino all’XI secolo, l’unico posto dove si poteva traghettare la Loira, in quanto centro di battellieri e di carpentieri fluviali. Vide nel 1584 il passaggio del Re Enrico II e di sua moglie Caterina de Medici, ma ciò che aspetto di vedere è un albero particolare, vanto di Gannay-sur-Loire. È chiamato “Albero di Sully”, (un grande viaggiatore di Re Enrico IV), un personaggio che lo piantò qui nel 1597, all’incrocio di questo importante asse viario e fluviale. Lo trovo ancora ritto di fianco alla Chiesa, ma ora, di lui, resta solamente un grosso tronco bitorzoluto alto circa 4m, ricoperto da una appuntita tettoia esagonale fatta di scandole di legno, ed una targa apposta sul tronco, ne indica le generalità. Qui a Gannay, vi è anche una Chambre d’Hôtes con piscina “Domaine de Bourg”, e tutti i commerci, eccetto la farmacia. In questo estremo angolino Nord dell’Allier, camminiamo rasentando estensioni di campi di granoturco, fagiolini e grano che, alternandosi ai pascoli frequentati da candide e curiose mucche, formano un bel quadro bucolico. Viene voglia di rallentare il passo e approfittare di questa quiete, ma un fronte di nuvoloni neri che si avvicinano, ci spingono a cose meno prosaiche ed ad affrettare il passo verso la lontana Decize. Dopo Fretille, entriamo nel dipartimento della Nièvre raggiungendo Lamenay-sur-Loire (una Gîte,”La Poterie“, è segnalata a 5minuti), camminando sull’argine del Canal de la Loire frequentato da battellini turistici che lo risalgono. Lo scroscio di pioggia non ci trova impreparati, ma ci costringe a camminare sotto l’acqua per più di 6 Km fino a Le Feuillats, dove superiamo a sinistra il Canal Lateral, e ci rifugiamo sotto il porticato (con vista sul Canale) di un Restaurant chiuso. Il sole ritorna prepotente mentre ripartiamo verso Decize, entrandovi più tardi dal Faubourg d’Allier anonimo e banale. Poi ne usciamo a destra superando la Loira ed il Canal de Niverrois al quartiere St-Thibault, per raggiungere St-Léger-des-Vignes. Quindi, dopo una lunga serie di informazioni e di ricerca dell’incaricato comunale (che alla fine, ci porta ai nostri alloggi), raggiungiamo il Centro Sportivo posto alla periferia della città sulla N 81. Dopo esserci installati ed aver le apprezzato le docce calde, il sole ancora splendente ci consente, prima di fare un buon bucato, e poi di passeggiare sul lungo Loira in attesa dell’ora di cena.

19ª Tappa. 16 giugno: domenica: St-Léger-des-Vignes – Nevers. 33 Km Couvent Saint-Gildard. (dove è vissuta Santa Bernardetta Soubirous). 34 rue Saint-Gildard. Tel : + 03 86 71 99 50.

Riprendere la N 81 in direzione di Béard, St-Ouen-sur-Loire, Imphy e St-Eloi. Dopo St-Eloi, la N 81 diviene D 978. Proseguire fino a Nevers entrandovi sulla “Rue de Nievre” in direzione del Palazzo Ducale e del Parco Roger Salengro, dove nei pressi è situato il Couvent de Saint-Gildard.
Considerata la lunghezza della tappa, anticipiamo la partenza alle 6 con il cielo di nuovo nuvoloso. Lontano a sinistra, verso il Canal Lateral, si vede il grigiore della pioggia che cade mentre camminiamo sulla N 81 dalla quale oggi non divagheremo, essendo la più diretta per arrivare a Nevers. Il rombo cavernoso ed i sempre più numerosi lampi del temporale incombente, ci convincono ad indossare le nostre attrezzature da sub e poco dopo, pesanti goccioloni di pioggia ci accarezzano. Percorriamo quasi 6 di Km con il paesaggio che fluttua nella pioggia, poi, a St-Ouen-sur-Loire, il sole ritorna pimpante permettendoci di risorgere. Passiamo da Imphy, dove è un Auberge de Jeunesse. Ma ho voluto assolutamente fare tappa a Nevers, e non mi sarei mai perdonato non fermarmi, anche se non amo le grandi città durante il pellegrinaggio; ma qui, al Couvent St-Gildard, nella Cappella, è custodita la salma di Santa Bernardetta Soubirous, meta di pellegrinaggi. È un luogo di pace e di silenzio questo Convento e, per arrivarci, abbiamo attraversato il Parco affollato da giostre e bancarelle. Nevers, antica Nervinum città Gallica degli Edui, è una bella città, e meriterebbe ben più delle poche ore che abbiamo trascorso fotografando l’imponente Cattedrale di St-Cyr et Julitte, il vecchio quartiere, le strette vie o piazze adorne di fiori, mentre la luce calda del sole calante, incendiava le eleganti facciate di palazzi di pietra rosa.

20ª Tappa. 17 giugno: lunedi : Nevers – La Charité-sur-Loire. 28 Km Hotel Restaurant « Le Berry » Tel : + 02 48 79 49 82.

Prendere la direzione per Nevers-Fourchambault, arrivare a Givry e prendere a destra la D 12 per Cours-les-Barres sulla “Route de Nevers”. Uscendo da Cours-les-Barres, prendere a destra la D 45 per Marseille-les-Aubigny, Beffes, St-Léger-le-Petit, Argenvières ; poi la D 45E per La Charité. Arrivare all’incrocio con la N 151 ed ai 2 ponti che attraversano la Loira (Via del Cammino di St Jacques proveniente da Vezelay “Via Lemovicensis”; un piccolo segnale è situato sul retro del pannello stradale posto sul ponte) dove è situato l’Hotel Le Berry.
Prendiamo la colazione qui nel Couvent de St-Gildard, poi, attesi dal cortese addetto alla portineria, (sono le 6,20 ed è troppo presto per aprire il Convento al pubblico!), usciamo in una Nevers luminosa ed inondata dal chiarore mattutino. Attraversiamo la città che lentamente si risveglia dirigendoci verso l’Aerodromo di Nevers-Fourchambault, diretti di nuovo ai quieti argini del Canal Lateral à la Loire, a Cours-les-Barres. Mentre camminiamo sulle sponde erbose, Bateau-mouche bianchi e blu, percorrono lentamente la via d’acqua; non vi sono pesci che balzano dall’acqua, solo eterei ragni d’acqua che sgambettano velocemente, forse sottraendosi a solitari batraci. Approfittando del silenzio bucolico, contatto telefonicamente M Fernand, a La Charité, per il pernottamento al rifugio dei pellegrini, ma egli, inopinatamente, mi dice candidamente che non ha posto per tre pellegrini, e poiché sono al corrente che il Comune de La Charité ha la Gîte d’étape in ristrutturazione, mi vedo costretto a cercare, quando giungeremo alla città, un’altra sistemazione. Poco dopo Beffes, un bel castello attorniato dagli alti alberi di un parco, appare in alto a sinistra, poi un’altra bella Maison dalle decine di finestre e mansarde, fa capolino dalla sommità di una collina della Forêt d’Aubigny. Fa caldo camminare vicino al Canale che scorre placido, mentre penso che stiamo arrivando a La Charité, anticamente chiamata Seyr, sede di un Monastero nel VII sec. Era un luogo di sosta sul Cammino di Saint-Jacques-de-Compostelle, ed uno dei cinque Priorati maggiori di Cluny. Prese il nome de La Charité, poiché essa dava sempre ospitalità ai numerosi pellegrini di passaggio verso St-Jacques nella lontanissima Spagna; mentre ora so che né M Fernand, né l’Abbè Urion e nemmeno la Mairie de La Charité, possono onorare il nome della propria città concedendo ospitalità a noi tre pellegrini! Giungiamo alle 14,30 al crocevia del Comune de La Chapelle Montlinard con la dipartimentale 151 che proviene da La Charité, e proprio qui all’angolo, vi è l’Hôtel Berry che può ospitarci. Siamo proprio di fronte al bel ponte del XVI secolo che attraversando la Loira conduce alla città situata su una altura. Da qui, è un magnifico colpo d’occhio su tutta la parte vecchia della città; sotto un sole abbacinante risaliamo la via principale diretti a vedere la Chiesa di Notre-Dame, classificata Patrimonio Mondiale dall’Unesco. Al bureau, una gentile signora incaricata per le visite, venendo a conoscenza che siamo pellegrini italiani diretti nientemeno che a Mont-Saint-Michel, acconsente alla visita anche se l’orario è scaduto e si prende cura di illustrarci l’interno della Chiesa. È un capolavoro del Romanico-Cluniacense del XI-XII secolo, dal bel portale a sesto acuto e dal campanile a torre quadrata a due piani con il tetto puntuto di forma piramidale. L’interno però, mi fa stringere il cuore; vi sono ampie zone di muffa alla base dei pilastri ed anche nelle zone absidali, e l’umidità sorge dal suolo rendendo le pietre della pavimentazione di colore verdognolo. La signora ci spiega che, purtroppo, non vi sono abbastanza fondi per la necessaria opera di ristrutturazione e di deumidificazione dell’interno. Ritornando verso il ponte ed al nostro alloggio, notiamo numerosi gruppetti di bagnanti sulle piccole isole sabbiose nel mezzo del fiume che indugiano al bagno ed a crogiolarsi al tardo sole, il quale, complice l’assenza di monti all’orizzonte, non si decide (vergognandosene un poco e diventando rosso dalla timidezza),al crepuscolo. Al termine del ponte, sulla parte posteriore di un cartello di segnaletica stradale, notiamo il segnale della conchiglia stilizzata gialla su freccia a fondo blu del Cammino di Saint-Jacques-de-Compostelle indicante la D 151 in direzione di Bourges: La Via Lemovicensis.

21ª Tappa. 18 giugno: martedi : La Charitè-sur-Loire – St-Satur. (St-Thibault). 24 Km. Hotel Restaurant « Hotel Auberge St-Thibault ». Tel : + 02 48 78 04 10.

Prendere la D 17 per Herry in direzione di Sancerre. Dopo Herry, prendere la D 920 per St-Bouize, Thauvenay ed a Menétréol-sous-Sancerre, la D 9 giungendo così ai ponti che a destra superano la Loira (grandi silos); passare sui ponti ed arrivare a St-Thibault dove è l’Hotel Auberge.
Alle 6,30 facciamo colazione seduti ai tavolini esterni dell’Hôtel assieme ad altri frettolosi avventori, poi ci incamminiamo sulla D7 verso Sancerre; non vi è traffico mentre procediamo tranquillamente verso il villaggio di Herry. Alle 8,30, già sentiamo il sole che scalda i nostri polpacci ed a fianco della D7, grandi appezzamenti di frumento sperano nel sole per imbiondire. È un paesaggio monotono rotto da piccoli gruppi di case ammassate al bordo della strada oppure, da bianchi viali che portano a delle ville che si intravedono seminascoste tra gli alberi. Fortunatamente, mi dico, non abbiamo l’albergo a Sancerre, quando vedo la Città in cima ad una collina, ma a St-Satur accanto al canale. Non è esattamente così, poiché quando arriviamo a St-Satur, notiamo l’indicazione per L’Auberge St-Thibault su una freccia che ci manda a destra attraversando i due ponti che scavalcano il Canale e la Vauvise, verso il quartiere di St-Thibault (dove è anche il porticciolo turistico). Ed in fondo alla via poco prima di giungere ad una chiesetta, in una piccola stradina a destra, troviamo l’Hôtel Auberge St-Thibault gestito da una giovane coppia. Non resistiamo alla tentazione di pranzare, vista l’ora canonica, le 13, e devo dire che il cibo, a differenza di altri ristoranti, era cucinato e presentato in modo superlativo. Dopo la sistemazione nelle camere, ci riportiamo di nuovo a St-Satur, ma il villaggio non è granchè ed anche la Chiesa è chiusa; forse solamente Sancerre, in alto sulla collina, meriterebbe una bella visita, anche perché da lassù la vista dovrebbe essere splendida. Ma il tempo si sta rapidamente guastando, e poco dopo il rientro all’Auberge, comincia a piovere con una robusta brezza che scompigliando gli alberi e le fronde del giardino, ci consigliano di riposare nei comodi letti attendendo l’ora di cena.

22ª Tappa. 19 giugno: mercoledi: St-Satur. (St-Thibault). – Les Henrions. 28 Km Gîte d’étape. Claudette et Alain Feuillette. Tel/Fax : + 02 38 35 80 76. Fax : + 02 38 35 87 60.

Ripassare i ponti che superano la Loira giungendo nell’abitato di St-Satur; quindi prendere a destra ed in salita la direzione di Sancerre e giunti in alto alla prima giratoria, seguire le indicazioni per Ste-Gemme-en-Sancerrois sulla D 54. Passare Ste-Gemme-en-Sancerrois e La Vallée au Pare. Quindi si giunge a Savigny-en-Sancerre; prendere la D 13 in direzione di Santranges. Poco dopo Savigny-en-Sancerre, Proseguire per 4 Km giungendo ad un quadrivio dove si prende di nuovo la D 54 in direzione di Santranges indicata a 6 Km. A Santranges si arriva nella piazza e prendere la direzione di Châtillon-sur-Loire. Ad un successivo incrocio, prendere per Châtillon-sur-Loire; si passa per La Maison Fort, Les Anes e giunti infine ad un quadrivio circa 500m oltre il villaggio di Le Vannereau, prendere a destra arrivando alla località Les Teppes. Prendere la piccola stradina ancora a destra e proseguire per circa 1 Km compiendo una curva a sinistra per giungere alla Gîte situata all’uscita del piccolo villaggio di Les Henrions.
Alle 7,20 di un giorno che si preannuncia grigio e bigio, riprendiamo la strada per la cittadina di St-Satur ripassando accanto alla Chiesa, poi sotto l’alto ponte che porta a Sancerre sulla collina a fianco. Le colline nella parte più esposta al sole, sono ricoperte in massima parte da filari di ordinati vigneti che contrastano con il terreno in cui affondano le radici, in prevalenza calcareo dal caratteristico color bianco. Effettivamente camminiamo sulla “Route des Vignobles du Coeur de France”. Abbiamo lasciato il Canal Lateral e ci dirigiamo verso l’interno attraversando un territorio ondulato ed intensamente coltivato con effetti cromatici, dati dal colore delle differenti colture, sorprendenti, anche se il grigiore del mattino senza sole, non lo esalta come meriterebbe. Estesi appezzamenti di terreno sul fondo dei valloncelli, o adagiati sui fianchi delle colline che non godono di una buona esposizione al sole, sono coltivati a frumento, colza., od a granoturco. Altri lasciati a riposo come fioriti prati, ci accompagnano alle propaggini di colline più gibbose che elevandosi nei dintorni di Savigny-en-Sancerre, fino a Santranges, ospitano grassi pascoli di umida erba popolati da vitelli di razza Charolais. Poco oltre Savigny-en-Sancerre, in località Les Etourneaux, vi sono una Gîte Rural ed una Chambre d’Hôtes, ed in località “les Cerceaux”, ad un crocevia, un bel “Calvaire” porta la data in cui la Ville di Savigny lo ha eretto; Anno 1885. Costeggiando un bel lago, raggiungiamo su una piccola collina il fiorito villaggio di Santranges dall’imponente e spigolosa Chiesa situata all’entrata. Qui sostiamo per uno spuntino approfittando del sole che scalda, ed inaspettatamente, trovo che vi sono una epicerie ed una Gîte d’étape proprio di fianco alla Chiesa. L’ormai immancabile scroscio giornaliero di pioggia, ci coglie mentre ci avviciniamo a Les Henrions obbligandoci a coprirci ben bene. La Gîte è bellissima, vi è la possibilità di cucinare,ma lasciamo volentieri l’incombenza di preparare la cena a Mme Claudette, che ci informa che questa sera vi saranno parecchi ospiti a cena, poiché suo marito, Alain, essendo un istruttore di volo di ultraleggeri, è ora impegnato con alcuni allievi alla sua base di volo di Beaulieu-sur-Loire. Quando scendo per la cena, Mme.Claudette mi consegna un fax che M.Girault ( un mio Amico), le ha inviato; egli ci invia i suoi più fraterni saluti e ci augura una buona marcia fino a Châteaudun, dove spera di incontrarci per una visita alla Ville. Quando ritornano gli allievi della scuola di volo, formiamo una bella tavolata di persone che si scambiano notizie ed informazioni gli uni verso gli altri con allegria e semplicità.

23ª Tappa. 20 giugno: giovedì: Les Henrions – Gien. 28 Km. Foyer Sonacotra. Residence Val de Loire. 82 Chemin de Saint-Pierre. Tel : + 02 38 67 23 92.

Ritornare sui propri passi fino al quadrivio poco dopo Le Vannereau e riprendere la D 54 in direzione Nord per Châtillon-sur-Loire. Per uscire da Châtillon, prendere la D 49; quindi prendere a destra per la Rue de Ponteny verso Gien e St-Firmin-sur-Loire, uscendone infine sulla D 951. Proseguire fino a St-Firmin-sur-Loire, quindi andare a destra per Briare attraversando il caratteristico Ponte-Canale; portarsi verso l’uscita della città seguendo il corso della Loira fino a congiungersi alla D 952 raggiungendo la località di La Thiau, quindi entrare in Gien sul lungo Loira con la D 952 che diviene il quai de Nice. Per arrivare al Foyer: Passare accanto al ponte vecchio, proseguire sul quai de Joffre; poi, poco avanti, lasciare il lungo Loira e prendere, leggermente a destra, la Rue Georges Clemenceau (D 952), superare un incrocio con la Rue Creuse, passare sotto la ferrovia, superare l’incrocio con lo Chemin de Riaudine arrivando così all’incrocio con lo Chemin de St-Pierre. Andare a destra, superando gli incroci con lo Chemin des Sablons e la Rue Jules César; 200m avanti vi è il Foyer Sonacotra.
Colazione alle 08, poi camminando su silenziose stradine brumose frequentate da temerarie “escargots” ci riportiamo al quadrivio prendendo la direzione Nord, diretti nuovamente verso il Canal Lateral; anche oggi il cielo è sul nuvoloso, e temo che questo pellegrinaggio verso le lontane maree della Normandia al Mont-Saint-Michel, diverrà molto umido, dando ragione agli amici che già vi erano stati come turisti. Il vento che soffia, gagliardo, alle spalle ci permette di veleggiare comodamente verso Châtillon-sur-Loire. Discendiamo a Châtillon con una leggera ma fastidiosa pioggia che ci accompagna fino quasi a Briare-le-Canal, dove attraversiamo il caratteristico ed originale Ponte-Canale costruito tra il 1890 ed il 1894. Lo sorvegliano due alti obelischi con alla base due leoni alati dal corpo innestato su una chiglia di drakkar Normanno. Un bianco battellino turistico lo attraversa mentre noi ci avviamo verso il centro della cittadina dai bei viali alberati e dai tetti lucidi di pioggia nella parte vecchia della Ville. Proseguiamo attraversando la Ville diretti alla D 952 che conduce a Gien passando per la località de “La Thiau” dove è una Chambre d’Hôtes- Gîte d’étape-B&B, di livello medio-alto. A sinistra, aldilà della Loira, ci appare il Castello di St-Brisson illuminato da alcuni timidi raggi di sole. Raggiungiamo il Foyer Sonacotra, alla periferia di Gien, alle 16. Malgrado i nuvoloni neri, visitiamo la Ville dai numerosi ed antichi palazzi rivestiti da mattonelle colorate che ricordano il disegno caratteristico degli splendidi tetti dell’Hôtel Dieu di Beaune e del tetto del Monastero di Brou. Moltissimi di questi palazzi (ben 422), vere opere d’arte, furono distrutti nel corso dei bombardamenti dell’ultima guerra. Essa fu, nell’antichità, la “Divomagus” dei Galli Carnuti. Il suo bellissimo ponte di pietra a 12 archi, risale al XVI secolo, e fu qui a Gien che Giovanna d’Arco scrisse la lettera ai Tournaisiens per invitarli alla consacrazione del Re.

24ª Tappa. 21 giugno: venerdi: Gien – Saint-Benoît-sur-Loire. 30 Km. Abbaye de Fleury. Hôtellerie de l’Abbaye; Frére Luc. Tel : + 02 38 35 77 82.

Ritornare indietro sui passi fatti ieri, fino ad incrociare la Rue Jules César, poi proseguire a destra su di essa in direzione di Nevoy (D 953) per evitare tratti di strade molto trafficate. Dopo Chevigny, proseguire a sinistra sulla D 822, entrando in Nevoy, quindi Montoire ed Arcole. A Les Guerets, si cammina accanto alle enormi ed inquietanti 5 torri di raffreddamento della Centrale Termoelettrica di Dampierre-en-Burly. Entrare in Ouzouer-sur-Loire, poi prendere la D 119 per St-Père-sur-Loire; in località “Orme”, lasciare la D 119 per prendere, in basso a sinistra, il segnale giallo-rosso del “Sentier Historique des Rois”. È un bel sentiero ombreggiato ed in terra battuta che corre lungo il bordo della Loira fino al ponte che la scavalca e conduce a Sully-sur-Loire. Raggiungere St-Père-sur-Loire, quindi prendere la D 60 per arrivare a Saint-Benoît-sur-Loire passando dal sobborgo di Fleury (chambre d’hôtes), raggiungendo infine l’Abbazia.
Anche oggi il tempo non ci lascia tranquilli mentre ci incamminiamo verso Nevoy a Nord-Ovest; Siamo diretti alla Abbazia di St-Benoît-sur-Loire, e ne sono felice. I pellegrinaggi, per quanto possibile, dovrebbero essere scanditi da luoghi di tappa dove riposano reliquie sacre, come qui a St-Benoît-sur-Loire dove è custodito il corpo di San Benedetto, dove anche lo spirito possa riposare riacquistando vigore. Non è facile determinando le tappe, avere poi la conferma di essere accolti in questi luoghi di preghiera. Inaspettate ed inquietanti, appaiono, ancora lontane, le forme vaghe ed imponenti delle altissime torri di raffreddamento della Centrale termoelettrica di Dampierre-en-Burly che eruttano enormi pennacchi di vapore nell’atmosfera; ci passiamo proprio accanto e ne conto ben cinque. Centinaia di persone che arrivano trafelate nei parcheggi, vengono inghiottite nelle basse costruzioni dei laboratori ed uffici che la cingono. È una spettacolo che ricorda un famoso film di Orson Welles! Ci lasciamo alle spalle questi templi dedicati alla produzione di energia, camminando accanto a terreni e colture che forse non potranno mai avere la denominazione di “Biologico”. Il segnale del “Sentier Historique des Rois”, cattura i nostri passi che calcano infine l’argine della Loira (un poco in secca). All’altezza di Sully-sur-Loire, aldilà della Loira, un bellissimo castello si specchia nelle acque calme, e quando infine siamo alle porte di St-Benoît-sur Loire, (a Fleury una chambre d’hôtes), scorgiamo finalmente il campanile aguzzo dell’Abbazia,che spunta sul piatto orizzonte. Frére Luc è al momento assente, ma siamo attesi, ed un solerte Frére Hôtelier, (al quale consegno una Email di saluto da parte della Fraternités Monastìque de Jérusalem di Mont-Saint-Michel), ci assegna delle camerette singole; poi, mi informa che ha telefonato M. Alain l’Homer, Ancien Vice-President dell’Associations “Les Chemins du Mont-Saint-Michel”; lo contatto al telefono, ed egli mi conferma che desidera ospitarci tutti quanti (saremo in cinque), a cena nella sua casa di Orléans il giorno dopo. Più tardi, assistiamo alla S.Messa nella bella Chiesa abbaziale (XI-XII sec), quindi alla cripta dove riposano le spoglie di San Benedetto. Alla sera, una simpatica festa paesana allieta tutta la cittadina con una compagnia di suonatori-ballerini in costume, spandendo allegria nel numeroso pubblico che assiste. L’odierna Saint-Benoît-sur-Loire, anticamente era un luogo di assemblee degli antiche tribù Galliche, poi nel 650 venne fondato un Monastero benedettino nel quale venne trasferito il corpo di San Benedetto; all’interno gli stalli del coro sono del XV secolo, mentre l’imponente campanile che ospita il porticato a tre navate, risale all’XI secolo. Giovanna d’Arco vi compì un pellegrinaggio (una placca commemorativa lo ricorda), e vi incontrò Re Carlo VII.

25ª Tappa. 22 giugno: sabato: Saint-Benoît-sur-Loire – Orléans. 36 Km. Auberge de Jeunesse FUAJ. 1 Boulevard de la Motta Sanguin. Tel : + 02 38 53 60 06.

Da Saint-Benoît-sur-Loire si riprende la D 60 per Germigny-des-Prés in direzione di Châteneuf-sur-Loire. Usciti da Châteauneuf-sur-Loire, prendere la D 960 ponendo attenzione, in prossimità di un distributore, alla deviazione a sinistra per immettersi sulla GR 32 Sentier du Pays. Giunti al distributore, prendere a sinistra, ed alla successiva biforcazione, prendere la Rue de Gabereau in direzione del bordo della Loira. È una strada asfaltata che diviene, in seguito, in terra battuta ombreggiata da acacie; al suo termine, prendere a destra in direzione di una piccola casa. Alla Grand Gabereau è opportuno prendere la strada bianca che porta, con una serie di curve, in basso a sinistra verso il corso della Loira, poiché il vecchio sentiero termina dirimpetto ad un allevamento di oche ed una grande cava. (ndr. questo sentiero sarebbe più opportuno prenderlo a Châteauneuf-sur-Loire subito dopo il ponte, dove vi sono delle indicazioni più chiare.). Il sentiero è contrassegnato dai segnali giallo-rossi delle G.R. de Promenade. È un buon sentiero ben tenuto e bordato alla fine da prati rasati e da acacie con vista sulla Loira. Dopo St-Denis-de-l’Hôtel, si arriva ad un incrocio; scendere in basso a sinistra per camminare direttamente sulla riva della Loira, tralasciando un piccolo sentierino che si infila diritto di fronte tra gli alberi, poiché esso finisce fra sterpaglie e piccole zone di terreno franato. Raggiungere Latingy, quindi Mardie dove si prende la direzione dello Stadio; delle frecce segnaletiche della GR, portano a sinistra, quindi su una larga strada bianca in direzione di Checy e Combleux. La GR 32 che costeggia il Canale della Loira porta infine in Orléans, e subito appena passati sotto il Ponte René Thinat (stradale e ferroviario), risalire a destra per 100m all’Auberge de Jeunesse.
Alle 6,20, dopo la colazione con i monaci, veniamo salutati da tutti loro con un sorriso ed un cenno d’intesa con il capo (vige la Regola del silenzio), mettendoci in cammino in un mattino limpidissimo. Voli di gabbiani di fiume che rasentano l’acqua ed una lontra intenta alla pesca, catturano la nostra attenzione mentre camminiamo su alcuni tratti del “Sentier des Rois”. Piccoli contrattempi per la presenza di strade non segnalate sulla cartina, di sentieri che terminano inopinatamente non ben segnalati, ci costringono a delle deviazioni che vengono risolte brillantemente, ritornando sempre sul sentiero della GR de Promenade indicata dai segnali giallo-rossi su una acacia. Dopo Châteauneuf, giungiamo a St-Denis-de-l’Hôtel camminando su un bel sentiero che termina in un parco da verdi prati ben rasati e con una bella fontana di acqua fresca che apprezziamo molto. Fa molto caldo, e quando camminiamo non protetti dagli alberi, il sole ci cuoce, per cui a più di 25 giorni dalla partenza, ci vediamo costretti a spalmarci ancora di crema solare! Attraversiamo il piccolo borgo di Checy captando con la coda dell’occhio angolini caratteristici e scorci di rara bellezza con leggiadri ponticelli fioriti e vecchi lavatoi sul Canal d’Orléans. Percorriamo poi allo scoperto il lungo tratto della GR32 accanto al Canal d’Orléans che porta fino alla periferia della Ville, dove veniamo accolti dallo scampanio festoso dalla Chiesa di Le Bourg. Raggiungiamo infine l’Auberge de Jeunesse, dove, con nostra somma gioia, troviamo ad attenderci, Franco e Francesco che si uniranno a noi fino al termine del pellegrinaggio, a Mont-Saint-Michel. Alla sera ci rechiamo a casa di M. L’Homer per la cena, ed abbiamo una lunga e cordialissima serata densa di amicizia e di comune senso del pellegrinaggio.

23 giugno: domenica: giorno di sosta e visita di Orléans

Inventarsi turisti, dopo 25 giorni trascorsi macinando chilometri, non è semplice, per cui la sveglia è, prima di tutto, data quando i galli si sono già sgolati da un pezzo, e comunque essendo ora in cinque, il mettersi in moto implica un po’ più di tempo. Cosa che oggi certo non ci dispiace, quando usciti dall’Auberge, passeggiamo lentamente lungo la Rue de Bourgogne in direzione della Cattedrale di Ste-Croix. Ci attardiamo sbirciando i numerosi bar o negozi esotici lungo la Rue. La Cattedrale è splendida e vi arriviamo dal lato Sud che ci prepara alla vista della stupenda facciata, unica nel suo genere. Mi colpiscono i cinque alti portali che danno leggerezza e slancio alla costruzione ingentilita dai tre rosoni, mentre il colonnato superiore,sembra di filigrana rispetto alle due torri quadrate che poggiano sui suoi capitelli. Poco lontano, in fondo alla Rue Jeanne d’Arc, andiamo a fotografare la Casa di Santa Giovanna d’Arco in Place du Général de Gaulle. È una riproduzione, poiché nel 1940 un incendio distrusse interamente il quartiere e la casa che venne poi ricostruita, come era originariamente nel 1909, mentre la sua statua equestre, è in Place du Martroi. Ci rechiamo in Rue d’Escures, nei giardini de l’Hôtel Groslot, molto belli e tenuti con mano felice; ma ciò che ci colpisce, sono ritrovare qui, alcuni elementi della Cappella di San Giacomo, sede, nel quartiere dello Châtelet fin dal XIV secolo, della Confraternita dei pellegrini di Saint-Jacques. Essi furono smontati ed installati qui come erano in origine, per dare una dimensione più artistica a questo giardino! Vi sono ancora effigiate delle conchiglie che resistono alle offese del tempo, poiché il tutto avrebbe bisogno di una grande ripulita dallo smog che ne annerisce tutte le parti. Naturalmente ci attardiamo anche presso qualche bistrot o restaurant prima di riportarci di nuovo verso l’Auberge, e nel frattempo acquistiamo in un piccolo market delle provviste per domani.

26ª Tappa. 24 giugno: lunedi : Orléans – Tournoisis. 28 Km. Hôtel-Restaurant “Le Relais St-Jacques”. 35 rue de la Mairie. Tel : + 02 38 80 87 03. Fax : + 02 38 80 81 46.

Dall’Auberge, scendere sulla passeggiata a bordo Loira, seguire il segnale della GR 32 fino all’avveniristico Pont de l’Europe, ed alla rotonda, al termine del Quai de la Madeleine, prendere leggermente a destra per raggiungere l’Avenue R.H. Pavard in direzione Nord per il Comune di Ingré; sottopassare l’Avenue Pompidou-Mendes-France, il ponte della ferrovia e la Rue de la Bataderie, quindi giunti all’incrocio, prendere a sinistra per la Rue Paul Doumer. Giungere al semaforo e incamminarsi per la Rue d’Orléans entrando in Ingré. Dalla piazza della Chiesa, prendere a sinistra per la Route de Coûte, proseguire fino al bivio dove è il centro Aereo di St-Jean de la Ruelle e prendere a destra la Route de Bucy in direzione di Bouzy-St-Liphard a Nord-Ovest. A Bouzy-St-Liphard, attraversare la N 157 e proseguire per Clos Aubry su una piccola strada in piena campagna; passare la Ferme di Montcy a sinistra, poi la Ferme di Gérilly a destra; dopo la Ferme di Gerilly, avanti 500 m a sinistra, vi è un largo sentiero: inoltrarsi per 400 m, poi prendere a destra direzione Nord-Ovest un altro largo sentiero di servizio ai campi che, proseguendo diritto tra le coltivazioni ai suoi lati, porta fino alla D 955. Proseguire per St-Péravy-la-Colombe, Renneville ed infine arrivare a Tournoisis. Oppure, dopo la ferme di Gérilly, proseguire diritti fino a giungere a Clos Aubry, quindi prendere la D 955 fino a Tournoisis.
Un robusta e fresca brezza ci attende sul lungo Loira, il sole ancora basso alle nostre spalle, dona colori caldi ai palazzi che illumina aldilà della Loira e del Pont Gorge V. Ora siamo cinque pellegrini che riprendono il cammino per Mont-Saint-Michel cercando di uscire sveltamente da Orléans e dalle sue strade che divengono trafficatissime di minuto in minuto. Per arrivare a Bucy-St-Liphard, attraversiamo il Bois de Ste-Marie ed il Bois d’Amung, su belle stradine ombreggiate e calme. Delle dettagliate cartine 1: 25000, mi permettono di prendere sentieri che assomigliando a “drailles” (grandi sentieri di transumanza), attraversano le coltivazioni di frumento e di colza. Grandi distese di granoturco, bietole e barbabietole, sono irrorate da giganteschi impianti di irrigazione che vaporizzando l’acqua, formano dei bellissimi arcobaleno. Solitarie Chiesette e “Calvaire” all’angolo delle strade o custodite da gelsi, sollecitano fotografie a ricordo. Il largo sentiero, termina, innestandosi alla D 955 in località “La Croix Faron.”. Qui vi è un alto cippo sormontato da una croce ed una iscrizione posta alla base attira la mia attenzione. È riferita all’epopea di Giovanna d’Arco, e così recita:

Alla gloria di Giovanna la Pulzella: Questa croce fu elevata verso il XII secolo per la sepoltura ed in onore dello scudiero Faron, che sacrificò la sua vita per salvare la sua Sovrana. Da questo luogo, il 18 giugno 1429, i soldati di Giovanna d’Arco, si slanciarono contro gli Inglesi che fuggendo verso Janville, si erano fermati a Coinces. Essi ne fecero un grande massacro. Per questa vittoria detta “di Patay”, la Pulzella d’Orléans salvò la Francia.

Lascio questo cippo carico di aurea gloriosa e di grandi epopee cavalleresche, proseguendo verso St-Péravy-la-Colombe (il suo nome esatto era Saint-Pierre au village de la Colonne; e prima della Pax Romana, vi era una linea di frontiera fra due tribù Galliche), dove facciamo sosta dietro l’abside della Chiesa che ci offre ombra adagiati su un bel prato rasato di una Ferme. Giungiamo prestamente a Tournoisis, ed attendiamo seduti all’esterno l’apertura dell’Hôtel-Restaurants “Relais de Saint-Jacques”; poiché oggi sarebbe il suo giorno di chiusura.. Avevo toccato il buon cuore del gestore al momento della ricerca del posto-tappa, perché tra Orléans e Châteaudun, non vi era disponibilità di alloggio se non andando parecchio fuori percorso. Egli aveva gentilmente acconsentito, sia per l’alloggio come per la cena e la colazione all’indomani. Mentre aspettiamo che arrivi, mi chiedo se in Italia sarebbero stati cosi cortesi e disponibili. Poi, dopo la sistemazione, abbiamo tutto il tempo di fare il bucato e di riposare mentre il pomeriggio assolato e caldo trascorre pigramente. La cena è ottima ed abbondante ed il gestore, un tipo socievole ed alla mano, acconsente cortesemente anche alla nostra timida richiesta di prepararci la colazione per l’indomani mattino alle 06.

27ª Tappa. 25 giugno: martedi : Tournoisis – Châteaudun. 26 Km. Gîte d’étape communal « Les grand Moulins » (sulla riva del Loir, sotto al Castello). Guy Galerne. Rue des Fouleries. Tel : + 02 37 45 40 08

Vi è la possibilità di due itinerari:
1°: Da Tournoisis proseguire sulla D 955, perfettamente diritta, ma trafficatissima, fino a Châteaudun.
2°: Da Tournoisis, prendere la D 955 fino a La Pierre Percée all’incrocio con la D 107 e la D 936, poi lasciare la D 955 ed andare a destra a Liconcy sulla D 107; a Liconcy, lasciare la D 107 e completata la curva in uscita dal villaggio, prendere un largo sentiero che perfettamente lineare e parallelo alla D 955 trafficata, porta dapprima alla Ferme di La Mouise, quindi attraversando la campagna su un bel sentiero, si raggiunge la D 123/7 che conduce al villaggio di Pareau. Proseguire quindi fino alla ferme di Rainville, ed a sinistra prendere la D 123/5 fino ad incontrare l’antico tracciato della ferrovia, ora in disuso. Proseguire ora a sinistra sul largo sentiero che costeggia i binari in direzione di alti silos e del villaggio di Moireville, poi seguire sempre il tracciato della ferrovia mantenendosi sul lato sud fino ad incrociare la D 927. Entrare in Jallans, quindi in Châteaudun fino alla Grand Place dove si scende fino al Castello ed alla Gîte, in riva al Loir, per una caratteristica scalinata detta dei 200 gradini.
Il battaglione di pellegrini si desta alle 5,30 ed alle 6,30, dopo un abbondante colazione e aver salutato il gentilissimo ospite, prende il cammino diretto a Châteaudun camminando sulla D 955 fino all’incrocio de La Pierre Percée. Giunti a Liconcy, camminiamo, su un altro sentiero lungo e perfettamente rettilineo, in mezzo alle coltivazioni. Un grande e tentacolare impianto di irrigazione ha un suo tentacolo in funzione proprio sopra il sentiero che ne viene bagnato; correndo allegramente, dobbiamo passarci sotto per forza (come delle forche caudine), perché il terreno circostante coltivato a fagiolini, è allagato. Passiamo accanto alla ferme di Rainville; molto bella e ben tenuta che ospita delle scuderie. Ha una originale costruzione a fianco del viale di accesso che mi chiede una foto. La sua base in pietra è esagonale, mentre la parte superiore, in mattoncini chiari, è dodecagonale, ricoperta infine da un bellissimo tetto puntuto; quale grazia anche nelle costruzioni di lavoro! Camminiamo accanto alla ferrovia su un largo sentiero che a lato, stretti nella siepe, ospita ciliegi che ci affrettiamo ad alleggerire dai suoi frutti, mentre aerei C 130 da carico ed altri aerei-scuola decollano ed atterrano dal vicino aeroporto di Châteaudun. Un manipolo di giovani allievi di una scuola di agraria, sono nei campi, qui a lato, controllando delle coltivazioni. Il sole ci cuoce mentre entriamo in Châteaudun diretti alla Grand Place; da qui, prendiamo delle viuzze che a destra ci portano alla caratteristica scalinata detta dei 200 gradini. La discendiamo, arrivando così alla Gîte in riva al Loir. Attesi dal gestore, ci sistemiamo comodamente. Alle 16,30 il gestore mi avverte che M.Girault mi attende al pianterreno; avevamo appuntamento lungo la strada di entrata di Châteaudun, ma evidentemente, noi eravamo in un bar a sorseggiare una birra e non ci siamo visti. Persona cordiale e gioviale ci accompagna in città, facendoci da guida, al bellissimo Castello ed ad altri palazzi antichi, permettendoci poi, di avere il timbro per la credenziale alla Chiesa di Saint-Valérien. Al ritorno alla Gîte alle 18,30, vi è anche sua figlia con suo marito ed i due figli, che sono venuti a trovarlo dal Messico dove vivono. Abbiamo poco tempo per chiacchierare tra noi, perché ha degli impegni, così ci salutiamo dopo qualche foto di ricordo in riva al Loir. Alla sera, nella affollata cucina, vi sono anche altri ospiti, turchi marocchini ed altri, per cui dobbiamo attendere il nostro turno per metterci ai fornelli, ma alla fine tutti sono a posto e dopo la “vaisselle” (lavaggio delle stoviglie), ci ritiriamo nelle nostre camere per il giusto e meritato riposo.

28ª Tappa. 26 giugno: mercoledi : Châteaudun – La Bazoche-Gouët. 31 Km. Hôtel de l’Étoile. 58 Rue Jean Moulin. Tel : + 02 37 49 24 16.

Dalla Gîte, risalire il lato Ovest del Castello per prendere la D 363 fino ad innestarsi sulla D 927 per St-Denis-les-Ponts, quindi attraversando il Bois de Broussard su una bella stradina bordata da boschi di querce, prendere la D 111 per Lanneray. A Lanneray, prendere in direzione Sud e per 400 m, la D 23, quindi, a destra, la D 111/3 per La Coudray e Arrou a 9 Km. Da Arrou, riprendere la D 927, passare il sobborgo di Le Paty e proseguire per 2 Km 500 m fino ad un quadrivio. 500 m dopo, prendere a destra la D 120 che passando da La Remoniere, La Rifaudière e La Chênetière, porta a La Chapelle Royale ed infine, riprendendo la D 927, a La Bazoche-Gouët.
Dopo la colazione alla Gîte, partiamo alle 07 in un mattino dal colore rosato che illumina il Castello. Quando ci immettiamo sulla piccola dipartimentale dopo St-Denis, siamo in un bellissimo angolo di territorio coperto da boschi che infine apre alla grande pianura; è un grande puzzle di colori dati dalle differenti colture, mentre non vi sono allevamenti, se non qualche solitario bovino presso le fattorie. In località Boisseau, 4 Km prima di Arrou, è segnalata una Gîte Rural. Arrivando in Arrou, una vecchia pompa di acqua a mano nel bordo di una siepe, vede i pellegrini rinfrescarsi allegramente. Arrou, è una bella cittadina con tutti i commerci, eccetto un fruttivendolo. Per tranquille stradine secondarie arriviamo a La Chapelle Royal, poi a pochi chilometri da la Bazoche-Gouët, entriamo nel dipartimento Eure-et-Loire. Posta all’entrata della cittadina, vi è la bella Chapelle de Notre-Dame-des-Bois meta di pellegrinaggi. Nella piazza e crocevia, vi è la imponente Chiesa di Saint-Jean-Baptiste risalente al XIII secolo dal grande Portale con rosone. Poco più avanti, è l’Hôtel de l’Étoile termine della tappa odierna.

29ª Tappa. 27 giugno: giovedì: La Bazoche-Gouët – Nogent-le-Rotrou. 27 Km. Foyer de la Jeunesse : 18 Rue Gèn. Huet. Tel : + 02 37 52 06 98.

Da La Bazoche-Gouët, prendere la D 9 passando per les Fraiches, les Begaudières e le Vau giungendo ad Authon-du-Perche; se ne esce sempre sulla D 9 per St-Lubin des 5 Fonds, quindi per Souancé-au-Perche e St-Jean-Pierre-Fixte, terminando sulla D 955. Proseguire fino ad un crocevia; avanzare ancora per 1 Km 500m, poi prendere a destra in direzione della Chiesa e del Foyer, tenendo il Castello in alto a destra sulla collina.
Anche oggi la sveglia è all’alba e la cittadina vede i pellegrini muoversi alle 06; bisogna dire che la temperatura è abbastanza fresca, ed il Kway ripara bene dalla “frescura” decisamente bassa. Il territorio, come ieri, è prevalentemente agricolo, però, pascoli con mandrie di candidi vitelli Charolais o di razza bruno-alpina, si alternano agli sterminati campi di granoturco. Solitari “Calvaire” protetti da grosse querce si materializzano ai lati della strada, mentre dalla lontana linea d’orizzonte, si alza una impressionante fronte di nubi grigie che ci sembra avanzino con preoccupante celerità verso di noi. Arriviamo a Nogent-le-Rotrou. camminando per un tratto sulla D 955 molto trafficata, poi ci infiliamo in città in salita giungendo al Foyer situato in centro. Il cortesissimo gestore e cuoco, ci offre delle bevande gratuitamente, permettendoci di consumare le nostre provviste ai tavoli, poi ci accompagna alle nostre camere al quarto piano di un bell’edificio frequentato da giovani. Il pomeriggio caldo e luminoso ci vede visitare la Chiesa di Notre-Dame, poi saliamo al Castello di Saint.Jean che domina la Ville ed il profondo intaglio geologico dove scorre il fiume Huisne. Il Castello è in ristrutturazione e non è possibile visitarlo, ma possiamo ammirare il profondo fossato superato da un ponte in pietra che porta alla guardiola, sorvegliata a sua volta, da due bellissime torri rotonde. Ridiscendiamo per una stradina ripida recandoci in centro per acquistare viveri per l’indomani, quindi, preparati gli zaini per il mattino dopo, ci rechiamo in un ristorante per la cena.

30ª Tappa. 28 giugno: venerdi: Nogent-le-Rotrou – Mamers. 37 Km. Sœurs de la Providence. 44 Rue Cinq Ans. Mére Superieure Sœur Agathe. Tel : + 02 43 97 62 52.

Uscire da Nogent riprendendo la D 9 in direzione di Preaux-du-Perche, poiché è una strada secondaria poco trafficata che si snoda tra valloncelli e collinette ombrose passando per lo Château d’Amilly. A Preaux, (chambre d’hôtes), la Chiesa dedicata a St-Germaine, è del XII sec. Uscire da Preaux e prendere la D 277 per St-Cyr-la-Rosière a 5 Km. Si giunge alla Chesa-Priorato di Ste-Gauburge del XIII sec (ora sconsacrata e destinata a Museo), dove all’interno, gli altari ed alcune tombe, recano inciso lo stemma con la croce dei Cavalieri di Malta. Proseguire sulla D 277 per La Chapelle Souëf, poi al villaggio, prendere la D 7 ed arrivati all’altezza dello Château des Feugerets (in alto a destra), prendere la D 385 per Appenai-sous-Bellême ed attraversando la D 938, proseguire fino dopo la località de La Biardière. Al successivo incrocio, prendere in direzione Sud-Ovest la D 274, seguendola, ed andando sempre diritti ai quadrivi con la D 374 proveniente da Nord e la D 275 proveniente da Sud. Proseguendo sempre diritti si giunge al villaggio di Origny-le-Roux; quindi prendere la D 276 fino a Mamers entrandovi per la Rue Coureu.
Usciamo da Nogent-le-Rotrou alle 06, ed oggi, cammineremo sempre su stradine secondarie esenti da traffico; il cielo limpido ospita ambedue gli astri con la luna che spicca nel cielo blu cobalto. A volte la strada corre incassata in un fossato dove fitti alberi la rendono tenebrosa, oppure in valloncelli che occultano l’orizzonte. Nei cortili delle Ferme si odono gli striduli richiami di pavoni che a volte, compaiono splendidi e alteri movendosi con grazia e nonchalance. Poco prima di Preaux-du-Perche, ammiriamo lo splendido e lontano Château d’Amilly; poi a Preaux, la Eglise di Saint-Germaine del XII-XVI secolo. (all’uscita della cittadina, vi è una chambre d’hôtes). La splendida e massiccia Chiesa di Saint Gauburge del XIII secolo, ci viene incontro dopo una curva della strada; essa faceva parte di un Priorato, ed ora ospita un museo permanente dedicato ai cavalli di razza Percherons. È molto bella, ed insisto con l’addetta che è restia ad aprirla. Finalmente cedendo alle mie richieste, ci permette di visitarla, e grande è lo stupore quando, osservando l’altare e delle pietre Tombali, vi scopriamo incise le croci dell’Ordine dei Cavalieri di Malta! (anche qui, poco prima di giungere alla Chiesa, vi sono delle chambre d’hôtes). A St-Cyr, nel piccolo bar del villaggio, il proprietario ci prepara il caffè con la caffettiera, ed approfittando del tempo che l’operazione richiede, chiediamo alla signora che ne tiene le chiavi, di farci visitare la Chiesa di St.Cyr e Julitte del XII secolo. Il Municipio, posto di fianco alla Chiesa, reca iscritte in alto sulla facciata il motto: Liberté-Egalité-Fraternité. Dopo il villaggio di La Chapelle-Soeuf, su una curva, ed in alto sulla collina, ecco lo Château des Feugerets che fa capolino. Procediamo ponendo massima attenzione ai vari crocicchi che si succedono fino ad arrivare al villaggio di Origny-le-Roux, dove una signora, vedendoci passare, si precipita fuori da casa chiedendoci di rilasciarle una intervista, in quanto lei è una giornalista, e non le è parso vero di incontrare un gruppo di pellegrini italiani che sono in cammino per Mont-Saint-Michel! Ci offre delle bevande durante l’intervista e dopo un mezzora, ci augura buon cammino scattandoci qualche foto. Finalmente alle 15,15 entriamo in Mamers, dirigendoci alla Communauté de la Providence dove siamo attesi da alcune suore cortesissime che ci portano subito con sollecitudine al nostro alloggio. Dopo esserci sistemati nelle camerette, saliamo in Place Carnet, per vedere “La Halle aux grains” (sorta di padiglione adibito a mercato coperto),dai pilastri in pietra risalente al 1818.

31ª Tappa. 29 giugno: sabato: Mamers – Alençon. 28 Km. Hôtel de Normandie. 16 Rue Denis Papin. Tel : + 02 33 29 00 51.

Da Place Carnot, prendere la direzione per l’Ospedale e per Marollette sulla D 3 ; proseguire fino ad Aillières-Beauvoir, quindi prendere la D 234 entrando nella Forêt de Perseigne all’interno del Parc Naturel Regional Normandie-Maine. Raggiungere il Belvedere; proseguire diritti, ed arrivati al termine, prendere a destra una larga strada che ora è sterrata (GR 22), (mentre la cartina la indica asfaltata). Scendere al villaggio di Ventes du Four e riprendere a sinistra la D 236 per 500 m. Poi dopo altri 500 m, subito a destra per La Cassotière ed al primo quadrivio, prendere a sinistra per La Vincendière, e Lignières-la-Carelle fino ad incrociare la D 16i; quindi proseguire in direzione Ovest per entrare in Alençon dove vicino alla Stazione ferroviaria è situato l’Hôtel de Normandie ed altri numerosi Hôtel.
Ripartiamo alle 7,30 con il giorno che si preannuncia terso e limpido ed usciamo da Mamers dirigendoci verso la Forêt de Perseigne, un grande polmone verde nel dipartimento dell’Orne; una sosta al villaggio di Aillières Beauvoir per la colazione, ci vede seduti sotto dei tendoni bianchi, poi ci inoltriamo su dei rettilinei infiniti nella foresta ombrosa percorsa da poche macchine. Una piccola sosta al Carrefour des Gardes dove è il belvedere, poi avanti ancora, ed alla fine del lungo rettilineo, strade non ben segnalate ci fanno perdere parecchio tempo con dei giri non desiderati. Sostiamo per lo spuntino in una piccola area attrezzata, poi ripartiamo senza più problemi fino ad arrivare alle 16 alla Ville di Alençon ed all’Hôtel de Normandie. Visitiamo la Ville che è particolarmente affollata e nel frattempo, provvediamo anche ad acquistare i viveri per domani, domenica (con tutti i negozi chiusi), dovendo fare tappa a Ste-Anne-de-Chamfremont, dove non vi è alcuna possibilità di trovare un Restaurant. L’acquisto delle cibarie, risulta particolarmente laborioso prendendoci parecchio tempo. Diamo uno sguardo veloce alla Eglise de Notre-Dame di origini Romane, ricostruita in Gotico fiammeggiante nel XV-XVI secolo. Passiamo accanto alla casa natale di Sante-Thérèse de l’Enfant Jésus, ed una targa affissa al balcone fiorito, lo ricorda ai passanti che entrano nella Cappella posta al fianco.

32ª Tappa. 30 giugno: Domenica: Alençon – Sainte-Anne-de-Champfremont. 16 Km. Gîte d’étape communal. Tel : + 02 43 03 56 83/ + 02 43 03 54 99.

Uscire da Alençon per la D 112 fino a Le Pont Perce, prendere la D 521 verso Les Brosses e proseguire per La Teil dirigendosi verso Champfremont; al villaggio, prendere la D 505 in direzione della Forêt de Multonne per giungere alla frazione di Ste-Anne dove è la Gîte ricavata nel corpo di una antica Chiesa.
La corta tappa, ci permette di muoverci più tardi e dopo aver attraversato una Alençon deserta, una persona male in arnese ed avanti con gli anni, attira l’attenzione mia e di Francesco; gli diamo qualche spicciolo e un poco dei viveri che abbiamo nello zaino, cosa che lui accetta con gratitudine. Compiuta la piccola buona azione, raggiungiamo una boulangerie-patisserie dove acquistare il pane per oggi, e ci chiamiamo fortunati nel trovarne una aperta alla periferia della Ville. Con gli zaini ben carichi e senza affrettarci, ben presto raggiungiamo attraversando piccoli villaggi deserti e strade silenziosissime, il piccolo villaggio di Ste-Anne-de-Champfremont, posto all’ingresso della Forêt de Multonne. È un posto attrezzato per picnic, e vi sono parecchie persone che accendono i barbecue e preparano i tavolini all’aperto, mentre altri, si divertono con una gara di Petanque (bocce). La Gîte è ricavata nel corpo di una antica Cappella del XVII secolo è dedicata a Ste-Anne, ed è ancora in buono stato. Sul fianco sinistro della Cappella, fu ricavato un locale adibito a posto di polizia vista la vicinanza della foresta. Ci sistemiamo ben bene e dopo la doccia e la sistemazione dell’ambiente, tavoli, letti, cucina, ed il bucato, facciamo una capatina ritornando indietro per 1 Km al villaggio dove vi è un bar, per un buon caffè e della buona birra. Al ritorno ci affrettiamo a ritirare il bucato ed a preparare la cena mettendo le pentole sui fornelli, poiché il tempo, complice una robusta brezza,si sta guastando non promettendoci nulla di buono per l’indomani.

33ª Tappa. 01 luglio: lunedì: Sainte-Anne-de-Champfremont – Bagnoles-de-l’Orne. 34 Km. Priéurè Sainte-Marie des Servites, a St-Ortaire. Frère Roch-André M.Grise. Priore. Tel : + 02 33 37 81 28.

Dalla Gîte, entrare nella Forêt de Multonne; proseguire sulla D 505 passando per il villaggio di La Roncière arrivando a La Pommerie. Prendere la N 12 e proseguire fino a Lalacelle. Uscire da Lalacelle e 500 m dopo un Bar-Cafè, prendere a destra la D 531 per St-Samson a 3 Km; quindi raggiunto St-Samson, proseguire per St-Calais-du-Désert a 7 Km. Uscire dal villaggio di St-Calais per 2 Km, quindi prendere la D 244 in direzione Nord per Le Fresne e per il borgo di La Pallu. Da La Pallu, proseguire sulla D 233 in direzione Nord-Ovest, ed arrivati ad un incrocio prendere la D 24 a destra in direzione Est-Nord-Est.

(ndr: Al momento della rilevazione di questo percorso, il prosieguo della G.R. 22c (che farebbe risparmiare 3Km), il cui tenue segnale ed imbocco è posto di fronte all’incrocio, è attualmente impercorribile; mentre il tratto che proviene alle spalle, è un largo sentiero forestale, libero e ben battuto).

Attraversare la Forêt de la Motte sulla D 24 che compie una larga curva a sinistra; quindi a metà curva, porre attenzione e tralasciare:
1°) Il primo bivio, che a destra porta a St-Patrice-du-Désert.
2°) Il secondo bivio che a sinistra (su una curva di ritorno a destra), ritorna nella Foresta, portando a St-Ouen-le-Brisoult.

Al termine della curva a destra, circa 500 m, si arriva ad un quadrivio; prendere a sinistra per la D 387entrando nella Forêt Domanial des Andaines e le Bois de Magny, quindi proseguire per dei lunghissimi rettifili giungendo alla Vallée de la Cour; proseguire sempre diritti attraversando 2 quadrivi e poi la Forêt de la Ferté Mace, arrivando infine al Carrefour de l’Epinette. Qui porre attenzione, e oltrepassata la D 235, prendere a sinistra una piccola strada asfaltata costeggiata da boschi (punti quadri)! Entrati in Bagnoles de l’Orne nella grande piazza, prendere la D 386 che con un’ampia curva a destra costeggia l’Ippodromo e la Ferrovia. 300 m dopo l’Ippodromo, sulla destra, vi è il piccolo sottopassaggio ferroviario che conduce al Convento ed al Priorato di Sainte-Marie-des-Servites a St-Ortaire.
Partiamo alle 07 e mentre ci addentriamo nella bella Forêt de Multonne, comincia a piovere ed è un peccato, perché camminare sotto le fronde con il sole, sarebbe stato molto bello. Raggiungiamo sotto la pioggia il piccolo villaggio di Lalacelle, fermandoci in un bar posto all’angolo della via per prendere la colazione e, nel frattempo, attendere che cessi la pioggia. Quando ripartiamo, sprazzi di sole cercano di spaccare la coltre di nuvole, ma alterni e malevoli scrosci di pioggia non ci permettono di toglierci i Kway. Camminiamo su stradine deserte e tortuose sulle quali non vi è assolutamente traffico; il territorio prettamente di pascolo, è un susseguirsi di valloncelli e collinette, comodo e divertente da fare a bordo di una vettura, ma per chi cammina, a volte è faticoso. Alcune Chiese di pregevole architettura sorgono in piccoli villaggi come St-Calais-du-Désert e “Calvaire” a volte associati a delle statue, sono di indirizzo ai passanti, segnalando la retta via ai numerosi crocicchi privi di segnaletica. In effetti, vi sono tantissime stradine che si intersecano con una frequenza a volte eccessiva, ed arrivando nel villaggio, ci si accorge che esso è come il centro di una ragnatela, tante sono le strade che si irradiano a raggiera! A pochi Km dalle grandi estensioni di Foreste che percorreremo, ricomincia a piovere in maniera preoccupante, e per quanto si guardi, non vi è alcunché dove ripararsi se non sotto lo zaino, per cui, da buoni pellegrini, la accettiamo così come il buon Dio la manda. Dopo aver scartato la possibilità di prendere un sentiero di Gran Randonnée (che ci avrebbe risparmiato asfalto e Km), ci lanciamo sui lunghissimi rettilinei che attraversano la Forêt Domanial des Andaines e la Forêt de la Ferté Mace, oscurate nella loro bellezza da questa pioggia che rende tutto grigio ed uniforme; sarebbe stato splendido con il sole che filtrava tra i rami!! Quando raggiungiamo la splendida cittadina termale di Bagnoles-de-l’Orne, abbiamo le calzature completamente bagnate, tanta era la pioggia che cadeva. Una capatina all’Office de Tourisme per le necessarie informazioni, poi arriviamo al Priorato di Ste-Marie-des-Servites a St-Ortaire, celato alla periferia in un bel parco. Veniamo accolti con estrema sollecitudine e calorosamente; hanno anche acceso i termosifoni che ci permettono, ognuno nella propria cameretta, di riposare al caldo e di far asciugare tutti i vestiti ed anche le calzature ormai fradice. Finalmente incontro Frère Roch con il quale ero stato in contatto per l’accoglienza qui a St-Ortaire. Più tardi, abbiamo la possibilità di assistere alla S.Messa nella Cappella dedicata a St-Ortaire. (St-Ortaire, nacque da una famiglia Gallo-Romana nel 482 e nel corso della sua vita di eremita, si ritirò qui nella foresta, dove fondò un Monastero in cui visse fino alla sua morte nel 580). Frère Roch, Economo della Prioria, ci offre la possibilità di cenare alla loro tavola, scoprendo la gentilezza e disponibilità di questa piccola comunità. Più tardi, approfittando di una schiarita del tempo, ritorniamo in città per una rapida visita e per acquistare delle pile per la macchina fotografica, non facili da trovare nei piccoli villaggi che frequentiamo.

34ª Tappa. 02 luglio: martedi : Bagnoles–de-l’Orne – La Haute Chapelle. 24 Km. Gîte d’étape Communal. Tel : + 02 33 38 55 01.

Ritornare a Bagnoles-de-l’Orne, costeggiare il lago e passando accanto al Casinò di Bagnoles, prendere la D 335 proseguendo su di essa fino a giungere al grande Carrefour de l’Etoile della Forêt des Andaines. Da qui, prendere a sinistra per la Route Forestière de Lucey per giungere a Perrou. Da Perrou, prendere la D 2, una piccola strada a destra, che passando per La Turpin e La Touche giunge a Domfront. A Domfront, entrare in città passando per il centro; seguire la D 962, sottopassare la ferrovia, e subito dopo (all’altezza di Le Pont de Caen), prendere a sinistra la strada che porta a La Haute Chapelle.
È piovuto ancora questa notte, ed i termosifoni, tenuti accesi, hanno permesso di asciugare tutti i nostri indumenti. Prendiamo la colazione con Frère Roch e gli altri confratelli, poi ripartiamo ritornando in Bagnoles-de-l’Orne al momento deserta. Costeggiamo il lago, poi entriamo nella Forêt des Andaines diretti al Carrefour de l’Etoile. (in effetti, è un grande incrocio posto nel bel mezzo della foresta da cui si dipartono a raggiera ben otto strade a 45° l’una dall’altra), camminando su un lunghissimo rettilineo sotto una coltre di alte nuvole grigie e la temperatura decisamente bassa. Boschi di querce e di latifoglie lasciano il posto a estensioni di abeti di alto fusto, oppure giovani abetaie in rigoglio; il sottobosco tenuto ben pulito, è scandito da alte cataste di legname. La pioggia ricomincia a cadere e grande è il mio rammarico per questo tempo che ci accompagna da diversi giorni; esso non ci permette di godere della bellezza di queste contrade e di queste grandissime estensioni di foreste che farebbero la gioia di ogni viandante, se solo ci fosse il sole. Sembra che il nostro avvicinarsi alla Abbazia di Mont-Saint-Michel, sia subordinato, oltre che alla limpidezza d’animo, anche al battesimo quotidiano di acque Normanne, affinché non vi sia in noi nulla che non sia meno che lavato e lindo! Forse che le acque di un novello Giordano stiano ora in cielo, nelle quali non dobbiamo immergerci, bensì esserne innaffiati giorno dopo giorno? Mentre i miei compagni fanno acquisti in un market di Domfront per la cena di stasera, mi avvio velocemente a La Haute Chapelle, poiché l’incaricata, contattata per telefono, mi ha detto di affrettarmi dato che deve lasciare l’ufficio. Mentre arrivo alla Gîte, lei mi viene incontro con la vettura e si stupisce di trovarsi davanti un pellegrino a piedi! Era convinta che eravamo dei pellegrini, ma con vetture al seguito! Cortesissima, mi accompagna alla Gîte molto bella e dotata di tutti i comfort, poi attendo i compagni mentre la pioggia smette. Dopo la sistemazione nelle camerette, lei ci comunica che ci viene aperta la Chiesa (normalmente chiusa), dove una bella vetrata è dedicata a San Michele e l’altra a Santa Giovanna d’Arco. La pioggia che non tarda a cadere di nuovo, ci accompagna mentre scendiamo per vedere se il bar posto in basso vicino alla dipartimentale è aperto. Ritornati alla Gîte, portiamo le credenziali all’incaricata della Gîte, Mme Ludovic, che è anche la segretaria comunale che si occupa di apporre il timbro; quindi rientrati, prepariamo la tavola per la cena di oggi con notevole anticipo, occupando poi il tempo rimanente alla stesura dei diari personali.

35ª Tappa. 03 luglio: mercoledi : La Haute Chapelle – Bellefontaine. 29 Km. Gîte d’étape Communal « Les Perruquiers » . Corinne et Jacques Lemire. Tel : + 02 33 59 01 97.

Da La Haute Chapelle, scendere sulla D 22 giungendo a Lonlay-l’Abbaye, quindi in località La Chevalerie-Pillet, prendere la D 56 e poi la D 82, fino a Ger. A Ger, prendere la D 157 in direzione Ovest per Mortain. Alle porte della città, tenere dapprima la D 46 in direzione di Le Neufbourg, arrivare all’incrocio in località “Abbaye Blanche”, ed andare a Nord sottopassando la ferrovia, in direzione della località “La Téte a la Femme” attraversando poi la D 977 a sinistra per prendere la D 5. Arrivare a St-Barthélemy e Bellefontaine, giungendo infine alla località “Les Rouillières” dove è la Gîte, in un bel valloncello, 500 m prima della località chiamata “Le Village Enchanté”.
Ha piovuto tutta la notte, e sta tuttora piovendo molto forte quando alle 6,15 ripartiamo dalla Gîte; riteniamo inutile attendere che spiova, sia perché il cielo è completamente coperto, ma anche perché la tappa è discretamente lunga, ed è meglio arrivare presto per avere il tempo di far asciugare tutto ciò che risulterà bagnato durante il cammino. Le piccole strade sono dei torrentelli di pioggia in cui le nostre calzature si immergono; inutile cercare di evitare i punti dove l’acqua è più veloce e profonda. Ben presto camminiamo con l’acqua che “esce” dalle scarpe! Arrivati a Ger, il diluvio si placa, ed anche se grossi e neri nuvoloni rimangono aggrappati al cielo, qualche sprazzo di azzurro comincia a farsi largo ed il sole finalmente caldo, vi si insinua; gli dà man forte un fortissimo vento che ha cominciato a spirare e che sta sbatacchiando e scardinando la cupa coltre temporalesca. Come degli indumenti appesi alle cordicelle, in un amen siamo pressoché asciutti, ed il cammino diventa più agevole. Una bella casa a lato della strada, ha il giardino occupato da graziose miniature di monumenti o chiese di varie città europee, dove trovano posto: la Tour Eiffel, Le Mont-Saint-Michel, La Torre Pendente di Pisa, ed anche la bellissima Abbazia di Savigny-Le-Vieux. L’estrema umidità di questi giorni, fa crescere dei bellissimi funghi che fanno capolino tra le foglie e l’erba dei rivi, mentre i tetti delle Ferme, lucidi di pioggia, riflettono i raggi del sole quasi abbagliando gli occhi. È un bello spettacolo quello che si para davanti ai nostri occhi quando arriviamo a La Rouillières; un grande vallone con al centro un laghetto attorniato da fazzoletti di coltivazioni e pascoli, con il paesino più discosto con l’immancabile Chiesa dal campanile puntuto ed il piccolo cimitero accanto. Cosa vi è di più bucolico e romantico se il tutto luccica per la recente pioggia? La Gîte è bella ed attrezzata bene; i termosifoni sono in funzione e assolvono perfettamente al loro compito. Poi Mme Lemire, ci informa che si è liberata dall’impegno che aveva per questa sera, quindi può prepararci lei la cena, cosa che ci procura immenso piacere e ci rende liberi di visitare il paesello ed i dintorni con comodità visto che anche la pioggia, stufa di cadere,si è presa un riposino. Alla sera ceniamo nel Bar-Restaurant-Pub-Atelièr di Mme Lemire; “Atelièr”, perché oltre al normale lavoro, Mme Corinne Lemire, dipinge con maestria lastre di ardesia raffiguranti i paesaggi della Regione o scene di vita contadina, che trovano posto ed esposizione nel rustico e caratteristico locale del Restaurant. Prima di ritornare alla Gîte, ci accordiamo per la colazione di domattina, che lei provvederà cortesemente a prepararci alla Gîte per le 6,30.

36ª Tappa. 04 luglio: giovedì: Bellefontaine – Le Petit-Celland. 22 Km. Gîte d’étape Communal. Mme. Carole Debroise/Sophie Gauthier. Tel : + 02 33 89 21 15. Fax + 02 33 89 21 19. Pub-Brasserie « La Forge ». Mr Alan Barry. Tel / Fax : + 02 33 58 02 99.

Da Bellefontaine proseguire per La Sufficière, quindi al bivio prendere a destra la D 79 per il villaggio di Le Mesnil-Tôve; nel villaggio, alla Chiesa, prendere ancora a sinistra per Le Mesnil Adelée . Seguire ancora la D 79 per Le Cresnays, poi passando dalla località La Maignè, arrivare all’incrocio con la D 999; seguirla in direzione Sud fino a Le Coudray. Mentre la D 999 prosegue con un’ampia curva a sinistra, prendere immediatamente la strada a destra accanto al muro della casa. Non prendere la strada che si diparte più avanti in ripida salita leggermente a destra. Proseguire alla base della collina per circa 3 Km, quindi all’incrocio, prendere a sinistra in direzione Sud la strada che con un’ampia curva nella valle porta poi, con una buona salita, al villaggio di Le Petit Celland, passando accanto all’antica stazione di Posta (ora Pub-Brasserie) “La Forge”, ed immediatamente dopo, a destra alla Gîte.
Partenza alle 07 dalla Gîte con il tempo (nostra maggiore preoccupazione in questi giorni) che sembra stabile sull’imbronciato, ma non promette pioggia permettendo al sole di farsi lentamente largo. Al piccolo villaggio di Le Mesnil-Töve (chambre d’hôtes), un cippo del 1858, circondato da fiori con un “Calvaire” e la statua di una Vierge è posto ad un crocicchio in direzione di Le Mesnil Adelée di fronte alla bella Chiesa.. Essendo vicini a Mont-Saint-Michel, ai numerosi crocicchi che si succedono, vi è il proprio “Calvaire” che, ai tempi che furono, scandiva il percorso dei pellegrini d’antan, come questo “Calvaire” del 1639, posto al crocevia di Le Bois Roussel che sorveglia la vallata dove scorre la See. Anche qui, numerosi alberi di ciliegi di qualità “duroni”, dal color rosso scuro e dalla polpa soda e gustosa, offrono i loro frutti ai pellegrini. Quando si arriva al culmine delle collinette, o si sbuca dai viali bordati da lunghi filari di pioppi, si ha modo di vedere il lontano orizzonte oltre il quale si cela Mont-Saint-Michel, ma per quanto mi sforzi di aguzzare anche la vista dell’immaginazione, è veramente ancora troppo lontana la mèta. All’entrata di La Haute Chapelle, vi è un Pub-Brasserie, “La Forge” antico luogo di posta, tenuto da una coppia di giovani inglesi, ai quali chiedo se è loro possibile fornirci la cena per questa sera. Un poco titubante il giovanotto,di nome Alan, cerca di tergiversare, ma poi quando gli spiego che siamo pellegrini italiani diretti a piedi a Mont-Saint-Michel, accetta con grande cortesia e disponibilità, spiegandoci che farà tutto il possibile per assicurarci una buona cena. Andiamo alla Gîte predisposta per i randonneurs, o in questo caso per i pellegrini, (una dépendance di quella molto più grande ora intieramente occupata da una comitiva di giovani). Mme Debroise ci accoglie e ci consegna le chiavi dicendoci di accomodarci al meglio. Sistemati al meglio e dopo aver fatto una buona doccia, ci riportiamo al Pub per gustare delle buone birre e per parlare con Alan. Un poco in francese oppure in inglese, instauriamo un clima di amicizia, cosi veniamo a sapere che è da poco che ha aperto questo Pub frequentato da inglesi, oltre che dagli abitanti del villaggio. A settembre ritornerà ancora in Inghilterra, ma poi si trasferirà definitivamente qui, poiché reputa questi luoghi ed ambienti più consoni al modo di vivere suo e di sua moglie che vive qui con lui e la loro graziosa figlia. Visitiamo il piccolo villaggio (165 abitanti) e la Chiesa del XVIII secolo, dove all’interno abbracciato da due vetrate geometriche, una bella statua dell’Arcangelo Michele trafigge l’angelo ribelle con una lunga lancia. Poi ci rechiamo a visitare il sito detto delle “Tre Croci” in un piccola strada bordata da siepi; vi sono tre grandi croci di granito del 1899, che commemorano la battaglia dei ribelli normanni e di tre preti che avendo rifiutato di prestare giuramento alla rivoluzione, furono fucilati. Più tardi, a “La Forge”, ceniamo molto bene, accuditi con cordialità da Alan e dalla sua famiglia; la moglie, destreggiandosi ai fornelli, si dimostra una bravissima cuoca alla quale, non manchiamo di fare i nostri complimenti al termine della gustosa e simpatica serata.

37ª Tappa. 05 luglio: venerdi: Le Petit-Celland – Genêts. 23 Km. Gîte d’étape M. Everwyn. Tel : + 02 33 60 38 88.

Da Le Petit-Celland, passare accanto al cimitero ed alla Chiesa, in direzione Ovest per la località La Brunière, quindi all’incrocio, prendere a destra la strada che in forte discesa porta sulla D 104; raggiunta la D 104, proseguire a sinistra, passando da La Gohannière, La Cordonnière, St-Brice e Souanne, camminando su strade collinose e ricche di saliscendi arrivando a Ponts. Da Ponts, dirigersi sulla D 31 per St-Jean-de-la-Haize, quindi, passando per Le Pont-Gilbert, immettersi sulla D 911 per Vains, Le Fougeray e giungere infine a Genêts, godendo durante il cammino, della vista del Mont-Saint-Michel che spicca, solitario, magico ed ancora lontanissimo, in mezzo alla Baia.
Al mattino, tenendo fede alla promessa, Alan e la sua famiglia ci preparano una fantastica colazione “all’inglese”; credo di poter dire con cognizione di causa che non ho mai mangiato cosi tanto ed in modo così vario a colazione, in cui la tipica colazione francese si mescolava a quella inglese con sorprendente gusto e varietà! Salutiamo Alan, e partiamo alle 07 sotto la pioggia battente che non ci risparmia nemmeno il giorno che arriveremo a vedere il Mont-Saint-Michel! Una lunga discesa verso la vallata della See. Alla Gîte di La Haute Chapelle, ero stato avvisato da Mme Lemire, che a Genêts, il sindaco e la stampa locale ci avrebbero attesi oggi alle 13 per un piccolo ricevimento presso il Comune, dando ufficialità e risonanza locale a questo nostro pellegrinaggio che stiamo portando a termine sotto l’egida della nostra Confraternita di San Jacopo di Compostella di Perugia. Non mi aspettavo nulla di simile, ma devo dire che l’invito mi dona soddisfazione, poiché, penso che anche per le autorità locali e per le persone che si adoperano per i pellegrinaggi a Mont-Saint-Michel, questo nostro numeroso pellegrinaggio, sia un avvenimento non privo di una certa importanza, e suscettibile di ulteriori sviluppi. La pioggia ci accompagna mentre camminiamo su e giù sul fianco della collina, fino a Ponts, a pochi Km da Avranches, dove facciamo sosta per un caffè che ci ristora, vista la temperatura bassa e l’umidità persistente. Poi, camminiamo aguzzando la vista in attesa di vedere spuntare all’orizzonte la sagoma inconfondibile del Monte, e quando lo avvistiamo, piccolissimo, inquadrato in una spaccatura di una siepe, un grido di gioia e di felicità scaturisce all’unisono dai nostri cuori prima che dalla bocca. L’arrivo a Genêts, è ancora sotto il segno della pioggia battente, ma ormai la cosa ci è completamente indifferente, siamo qui, siamo giunti alla mèta fortemente agognata che domani, dopo la traversata a piedi della Baia, ci aprirà le sue porte ed i suoi tesori spirituali che, spero, ci siamo meritati. Monsieur Jacques Hec, Sindaco di Genêts, ci attende al Comune, e dopo le presentazioni ed le prime interviste, ci presenta M. Everwyn, il proprietario della Gîte dove abbiamo preso alloggio, e dandoci appuntamento per le 17 in Comune, ci chiede di accettare a nome della cittadinanza e suo, il pranzo che ha prenotato per noi in un vicino ristorante. Lo ringraziamo di cuore, e più tardi dopo esserci sistemati alla Gîte ed aver pranzato, ritorniamo al Comune per l’ufficialità, con il discorso di benvenuto a Genêts da parte de M.Hec e i rappresentanti della stampa locale. Al termine Mme Hec, di origini italiane, felicissima di poter parlare in italiano, ci accompagna per una breve visita di Genêts, Comune di grande originalità per il suo passato storico e luogo di partenza dei grandi pellegrinaggi a Mont-Saint-Michel. La Chiesa di originale architettura (Romanico-Gotico), è del XII-XIV secolo e restaurata nel XVIII; A cena siamo ospiti, in un Restaurant, della signora Graziella, gentilissima e cortese amica di Bruno Bosia, raggiunti poi dai Messieurs L’Homer di Orléans che abbiamo incontrato, nel tardo pomeriggio, di passaggio a Genêts; una cena ricca di simpatia e di ricordi di cammino che, stimolati, cominciano a riaffiorare ora che siamo alla mèta del nostro pellegrinaggio.

38ª Tappa. 06 luglio: sabato: Genêts (Bec d’Andaine) – Le Mont-Saint-Michel. 7 Km. attraversando la Baia durante la bassa marea. Alloggio : Fraternités Monastique de Jérusalem al Mont-Saint-Michel. Sœur Hôtelière : Tel : + 02 33 60 14 47.

Da Genêts, portarsi alla località di Bec d’Andaine a 2 Km, e condotti da Guide autorizzate, attraversare sulla sabbia ed a piedi nudi la Baia, giungendo così alla” Merveille de l’Occident au péril de la Mer” ed al termine di un bellissimo e lungo pellegrinaggio.
È una mattinata fresca quella che ci vede camminare verso Bec d’Andaine e se non fosse che dovremo attraversare (guidati da una Guida autorizzata che ci è stata presentata ieri in Comune), la Baia e les “grèves” a piedi nudi approfittando della bassa marea, si starebbe bene in pantaloni lunghi ed i piedi negli scarponi! Ma no!, siamo qui proprio come i pellegrini di secoli fa che attraversavano la Baia sfidando la marea ed i ruggenti flutti (mascaret), che il continuo insabbiamento della Baia, ai giorni nostri, ha reso molto meno pericolosi, ma sempre emozionante e commovente durante il lungo avvicinamento. È splendido il Mont-Saint-Michel, nel suo slanciarsi verso l’alto, con le solide radici di pietra aggrappate saldamente al Monte Tombe, così come la Sacra di San Michele è arroccata sul cocuzzolo del Monte Pirchiriano affacciata sul vastissimo vuoto della ValleSusa,. Come gli antici pellegrini, ponendo piede sulla “Merveille de l’Occident au péril de la Mer”, ci laviamo i piedi alla fontana, simbologia di purificazione spirituale (oltre che fisica), per dirigerci subito all’Abbazia, dove ci attende Suor Petra della Fraternités Monastiques de Jérusalem; la Soeur Hôtelier con la quale ero in contatto per l’alloggio qui al Monte. Momenti di commozione e di felicità, poiché lei è italiana, ed è una ragazza che frequentava la Parrocchia del paese di Pierluigi (con lei, vi sono altre due giovani suore ed un monaco italiani). Da lei, veniamo condotti attraverso un intrico di scale,scalette e passaggi labirintici agli alloggi che ci sono stati assegnati. Abbiamo poi la possibilità, assieme a moltissimi altri fedeli, di partecipare alla S.Messa che suggella in modo mirabile il nostro pellegrinaggio Micaelico.

Mont-St-Michel Particolari

In partenza sulla via di casa, sento che sono giunto in un luogo che mi ha affascinato ed avvinto, lasciandomi senza alcuna volontà di sciogliermi da questi graditi legacci. Qualcosa in me, è rimasto profondamente impresso ed inciso nell’ascoltare la bellezza e armonia dei loro canti salmodianti che glorificavano il Signore. Essi mi hanno pervaso ed invaso l’animo, ed il cuore mi dice che un vivo desiderio di ritornare in questo luogo di estasi spirituale si è generato, suscitando in me sentimenti di profonda gratitudine perché, grazie a loro, sento di aver percepito ciò che sono faticosamente venuto a cercare sino a qui. Queste tangibili sensazioni, mi saranno di concreta testimonianza a ricordo dell’intensissimo e avvincente pellegrinaggio che mi è stato concesso di realizzare.
Sala Mauro

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