Via Langobardorum

Capitoli:

  1. Perché “Pellegrino”?
  2. Diario
  3. Fotografie

 

Perchè “Pellegrino”?…

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Pellegrini lo siamo tutti, e lo siamo da sempre… Molte cose ce lo fanno dimenticare… Pellegrino, è l’homo viator che affronta un viaggio verso un lontano luogo sacro con una motivazione di fede, ed un effettivo bisogno di cambiamento spirituale… E’ colui che vede ed ammira le cose del mondo, ma desidera anche comprendere e meditare sulle cose dello spirito… E’ colui che, umilmente, lascia che il cammino con le sue “fatiche”,provochi il rinnovamento interiore a cui anela, sapendo che quando ritornerà, non sarà più come era partito, ma sarà un uomo “nuovo”…
Questa “Guida del pellegrinaggio di Confraternita Perugia – Monte Sant’Angelo”, è dedicata a tutti coloro che vi hanno preso parte, percorrendo completamente, o in parte, il cammino; in special modo a coloro che hanno sofferto ,ma che non hanno mai desistito dal voler raggiungere la meta.

Un grazie sentito, inoltre, va a chi lo ha reso possibile, specialmente a colui, o coloro, che lo hanno organizzato e posto in essere.

Sala Mauro
Ottobre – 19 – 2001 © tutti i diritti riservati

 

Diario

Venerdi 07 Settembre 2001

Mi ritrovo con Bruno Bosia, un confratello di Pratosesia, alla Stazione ferroviaria di Milano dove saliamo sull’Intercity diretto a Firenze, alla stazione di S.M.Novella, poi, con un treno regionale arriveremo a Perugia, dove nella nostra sede, ci incontreremo con altri confratelli per iniziare questo pellegrinaggio che celebrerà degnamente, il 20° anniversario della rifondazione della nostra Confraternita di San Jacopo di Compostella di Perugia. Siamo in compagnia di due ragazze francesi, per turismo in Italia, e dirette a Firenze; chiacchierando e parlando del nostro pellegrinaggio, Bruno, da buon pellegrino con la bisaccia sempre aperta, li mette a proprio agio offrendo loro pane e salame accettato con allegria e ridenti occhi spalancati. Arrivati a Perugia sotto un sole caldissimo, ci dirigiamo a piedi e già in forte salita, verso la sede dove troviamo; Rodolfo Tassinari di Faenza, Aldo Angeletti di Macerata, Pierluigi Ronzani di Valdobbiadene e Michele Mari di Triuggio, che con Bruno Bosia ed io, formeranno il nocciolo del gruppo storico che compirà, se Dio vorrà, l’intero pellegrinaggio.

Giunge anche Paolo (Paolo Caucci ndr) che ci saluta con affetto; ci dotiamo di Credenziali, copie del percorso, opuscoli della Confraternita, adesivi della medesima, e quant’altro utile per delle buone P.R. lungo il pellegrinaggio, ed all’incontro con autorità e stampa nei luoghi di tappa. Ci portiamo poi al Tempio di San Michele Arcangelo del V sec, meglio noto come Tempio dell’Angelo per la S Messa, e la benedizione di noi e dello Stendardo che testimonierà la Confraternita durante il pellegrinaggio.

Al termine, le foto di rito, quindi ci rechiamo in una piccola trattoria per la cena, e poi con un pulmino, ci si reca a casa di don Paolo Giulietti, a Monte Morcino, per il pernottamento.

Sabato 08 Settembre 1ª Tappa: Perugia – Assisi. 26 Km~

Dopo la S Messa nella Cappella di via Francolina, le foto di rito ed i saluti agli astanti, zaini in spalla e si parte attraversando Perugia in una giornata che il sole annuncia splendida. Siamo una ventina di pellegrini; alcuni poi ci lasceranno al termine della tappa ed altri ci accompagneranno anche a Foligno all’indomani.

Saliamo in corso Vannucci e dal bellissimo Palazzo dei Priori, scendiamo per via Fani, poi la Porta del Sole, via Oberdan, via Sant’Ercolano, quindi Corso Cavour, piazza Giordano Bruno ed arriviamo davanti la Chiesa di San Domenico tenuta dai frati Domenicani; ci portiamo alla Porta di San Pietro ex Ospedale dei pellegrini di San Giacomo, dove anni fa vi era la sede della Confraternita. Entriamo nei bei giardini della Facoltà di Agraria, situata in una bella Abbazia, dove vi sono tre chiostri uno più bello dell’altro, e ci portiamo nell’orto medioevale dov’è l’antica Porta di accesso Assisi-Perugia. In questo prezioso orto botanico, è posta una lapide con una conchiglia scolpita, dove sono incise le miglia per andare a Santiago, e per andare a Roma. Dalle sue mura, gettiamo uno sguardo alla immensa vallata ed al Monte Subasio dove, illuminata dal sole, spicca Assisi.

Usciti da Porta San Pietro, prendiamo a sinistra per una stradina asfaltata in discesa (cartello senso unico) denominata “strada della Pallotta”, poi ad un bivio si prende a sinistra in discesa ed al termine di questa discesa, in salita passiamo sotto il ponte della ferrovia e dopo 500m prendiamo sempre a sinistra, uno stradello in discesa di fronte all’uscita “Piscille” uscendo di fronte alla stazione di “Piscille”. Al termine di questa discesa prendiamo una sterrata sempre a sinistra, proseguiamo diritti andando su un sentiero inerbato in discesa, poi al primo bivio andiamo a destra ancora discesa ed al termine superato il passaggio a livello, ci si immette sulla Statale. Attraversiamo il Ponte San Giovanni, bellissimo ponte in legno di recente costruzione che scavalca il Tevere. Passato il ponte scendiamo a sinistra sulla riva del Tevere su un buon sentiero sterrato e lo costeggiamo; arrivati in fondo, 800m~, si supera una cordicella che chiude il passo ed aldilà, si prende una strada bianca diritta lasciando a destra il sentiero che segue il Tevere. Siamo 16 pellegrini più una carrozzina biposto con due graziosi minipellegrini. Attraverso un piccolo sottopasso, attraversiamo la statale sbucando davanti allo stabilimento “Ticchioni Idrosanitari”, da qui, prendiamo una sterrata bianca che si inoltra in un sentiero ombreggiato da alberi, proseguiamo sempre diritti in leggera salita verso una chiesa il cui campanile svetta sulla collina circondato da cipressi e pini marittimi; è il borgo di Collestrada ed al termine della salita vi entriamo a sinistra costeggiando il cimitero lungo il bel filare di cipressi. Sostiamo davanti alla chiesa dove è in corso uno sposalizio, poi scendiamo a sinistra per una discesa in direzione Sant’Egidio ed all’incrocio andiamo a destra. Avanti 1 Km, scendiamo a destra verso il ponte che supera l’autostrada e ci dirigiamo verso Casale Pallareto, e mentre il sole ci rosola a puntino, prendiamo la direzione per S.Egidio. Dopo il ponte della ferrovia, andiamo diritti lasciando la SP 247 che continua a sinistra, giungiamo ad una strada bianca ed andiamo diritti verso un piccolo stradello proseguendo parallelamente alla ferrovia che teniamo a destra giungendo all’Agriturismo chiamato “all’Aeroporto” avendo davanti a noi Assisi. Camminiamo sempre in direzione del Subasio e giunti in fondo alla via, dove è una cappelletta ed una cabina ENEL, 300m dopo prendiamo un viottolo erboso a destra e poi subito a sinistra, dopo la casa in direzione di Bastiola. Da Bastiola, passiamo su un sovrappasso il fiume Chiascio in direzione di Assisi, poi dopo 20m, prendiamo a destra un ponte in legno coperto che passa il torrente Tescio ed ancora, subito a sinistra per una sterrata costeggiandolo. Al termine del sentiero erboso, andiamo sempre paralleli al Tescio su strada asfaltata. Riattraversiamo il Tescio su un ponte e proseguiamo in direzione di Assisi su asfalto. 200m dopo il ponte sulla sinistra e proprio sotto la linea elettrica, si scende al Tescio in un piccolo sentiero; sono le 16,10 e puntiamo su Assisi calcando un piccolo sentiero attraversando una brughiera giungendo ad una svolta della strada verso destra. Poi teniamo il sentiero che a sinistra costeggia il Tescio. Giunti sotto la Rocca prendiamo il sentiero che porta a sinistra (e non quello di destra), in tal modo sbuchiamo sulla provinciale che sale ai parcheggi, la attraversiamo, prendendo di fronte una sterrata che sale ripida inerpicandoci fin sotto le mura della Rocca. Giungiamo davanti alla Basilica nella piazza gremita di gente e di turisti. Portiamo le Credenziali alla Basilica per il timbro, e poi alle18,10, ci dirigiamo alla volta del Convento dei Frati Minori Cappuccini dove saremo ospitati.

Dopo la rigenerante doccia, alcuni di noi già scoprono le prime stimmate dei pellegrini; le vesciche ai piedi. Più tardi ci rechiamo in una trattoria per la cena, all’incirca alle 19,30, restando in 9 pellegrini che ripartiranno domani alla volta di Foligno.

Domenica 09 Settembre 2ª Tappa: Assisi – Foligno. 17 Km~

Oggi il tempo è imbronciato ed in cielo vi sono delle nuvole grigio cenere, siamo in 9 pellegrini che si muovono sotto questa cappa; Aldo, Bruno, Don Paolo, Michele, Paolo, Piergiorgio, Pierluigi, Rodolfo ed io.

Alle 8,30 sostiamo in un bar per la necessaria colazione, quindi ci incamminiamo sulla SS 143. 2 Km dopo Assisi, prendiamo la direzione del Centro Sportivo sulla sinistra, ed immediatamente dopo una piccola scaletta che si diparte a destra rasentando alcune case; al termine (circa 100m), proseguiamo sempre a destra su asfalto e si arriva ad un piccolo parcheggio, circa 50m sulla sinistra, quindi di fronte ad un cancello ”Ingresso Tennis”, ci si immette nella viuzza a destra in asfalto per via San Benedetto in discesa. Siamo sulla SP 251 per San Benedetto giusto davanti al cartello dove termina Assisi. Procediamo sempre su asfalto, poi tralasciamo il viottolo che sale a S.Angelo in Panzo e continuiamo diritti su asfalto; arrivati ad un quadrivio, prendiamo per via Fosso delle Carceri di fronte ad una edicola di Madonna. 500m più avanti, prendiamo una sterrata che in discesa va a destra giungendo ad un incrocio con via Borghettaccio a sinistra e via S.Vitale che scende a destra, proseguiamo per via Fonte l’Abate proprio di fianco ad una icona di Madonna entrando cosi nel Parco di Monte Subasio in leggera salita e su strada bianca. Vi sono dei segnavia a banda azzurro-giallo ed in alto a sinistra vi è dell’acqua fresca ad un lavatoio. Si procede sempre diritti alle varie diramazioni dei sentieri tenendo la costa del Monte Subasio. Giunti ad un casale in ristrutturazione,vi troviamo dei segnali rossi con la T del “Tau” che ci conducono ad un sentiero a destra su strada asfaltata, lo prendiamo per portarci più in basso; qui discesi per circa 100m, prendiamo una stradello bianco che in mezzo agli ulivi scende a sinistra portandoci rapidamente in basso verso un cascinale che si intravede, sempre seguendo i segni a vernice rossa del “Tau”.

Si cammina in mezzo ad uliveti bellissimi giungendo ad un bivio ambiguo dove decidiamo di tenere la destra e scendiamo per altri 100m, avanziamo di 100m e quindi prendiamo il sentiero che si inerpica a sinistra tenendo sempre d’occhio i segnali rossi “Tau” dipinti sul tronco degli ulivi, arriviamo cosi di fronte ad un muretto in pietra che inopinatamente delimita una recente piantagione; è giocoforza scendere a destra fino a ritrovare ulteriori segnali su un sentiero ben delineato e largo che ci conduce alla località detta “Maestà del Mascicone”. Al termine si arriva ad avere una vista magnifica sulla cittadina di Spello. Saliamo a Spello per via degli Olivi a sinistra ed in leggera salita. Entriamo nella cittadina alle 12 e raggiungiamo la Chiesa di S.Maria di Vallegloria del 1320 con annesso un complesso monastico che custodisce un affresco del XV sec. Scendiamo da Spello sulla Via Consolare verso la pianura umbra, mentre il sole fa risaltare nella vasta piana, S.Maria degli Angeli. Usciamo dalla Porta Romana e giungendo in piazza Kennedy, prendiamo a sinistra verso una porta con un arco a sesto acuto che ci conduce all’esterno della città. Camminiamo per 2 Km sulla SP ed entrati nel territorio di Foligno, prendiamo un sottopassaggio a destra; quindi aldilà, prendiamo subito a destra dove è una freccia direzionale per “tutte le direzioni”. Dopo 200m prendiamo a sinistra per via dei Trinci dove è una edicola votiva alla Madonna; siamo ora in via Mameli, superiamo un ponte ed un passaggio a livello ferroviario arrivando davanti ad un’altra edicola votiva alla Madonna dello “Scuffiale”. Entriamo in Foligno attraversando il fiume Topino sul ponte in direzione Ospedale ed Ostello della Gioventù. Entrando nel Rione Spada incontriamo la Chiesa Conventuale di San Giacomo del XIII sec. Poi per Corso Nuovo, piazza Ubaldi, arriviamo davanti alla Chiesa di S.Maria in Betlem diretti verso un Arco con delle Torri merlate: è la Porta di San Felicianetto. Da qui prendiamo per la Stazione Ferroviaria, quindi via Oslavia e via dei Volontari dove è la Parrocchia dell’Immacolata per l’accoglienza e dove pernotteremo, giungendovi alle 17,30 accolti da don Gianni.

Dopo le rigeneranti docce calde e la disposizione dei materassini al suolo, ci prepariamo la cena nella bella cucina mentre fuori piove e vi è un bel temporale. L’atmosfera fra noi pellegrini è gioviale e si inizia a conoscersi l’un l’altro; questo è ciò che il pellegrinaggio di gruppo con la condivisione delle fatiche fisiche e morali, la sopportazione e la comprensione reciproca dei differenti caratteri di ognuno riesce a compiere, istante dopo istante, smussando via via le asperità e gli spigoli più acuti del carattere di ognuno, facendo si che la reciproca conoscenza e l’indubbio forte spirito unitario di Confraternita portino allo sviluppo di amicizie che stanno nascendo ed irrobustendo fra noi.

Lunedì 10 Settembre 3ª Tappa: Foligno – Spoleto. 30 Km ~

Alle 7,30, sotto la pioggia battente, usciamo dalla Parrocchia voltando subito a sinistra. Facciamo una sosta strategica al bar Strauss per una doverosa colazione e poi ripartiamo nonostante la pioggia. In corrispondenza di via Palombaro prendiamo a sinistra, e dopo 500m subito a destra per via Matera. Alle 8,10 siamo in via Casevecchie arrivando poi a Sterpete. Subito fuori dall’abitato di Sterpete, teniamo sempre la strada asfaltata per via Casevecchie. Alle 9,05 giungiamo all’abitato di Casevecchie dopo una estemporanea e faticosa divagazione attraverso dei campi arati, per cui gli scarponi si portavano in giro una zoccolo di un Kg di terra argillosa che non si staccava neanche a pregarla!! Non attraversiamo il rio Teverone che c’è a Casevecchie, ma prendiamo il bel viottolo bianco sulla sinistra tenendo il corso d’acqua sulla destra avendo di fronte il Monte Serano. Seguiamo sempre la strada bianca (in seguito diventa asfaltata),che zig-zagando come un serpente fra i poderi, ci conduce sulle rive del fiume Clitumno. Lo teniamo sulla nostra destra ed arriviamo al borgo di Casco dell’Acqua dove facciamo una sosta al bar-alimentari per le provviste odierne. Riprendiamo il cammino sempre costeggiando il Clitumno, poi ci inoltriamo in un sentiero erboso terminando su una strada bianca proveniente da sinistra. Costeggiato il Clitumno per 1 Km, lo superiamo a destra su un ponticello asfaltato arrivando in leggera salita ad un quadrivio; non superiamo il ponte, ma prendiamo a sinistra su asfalto. Al termine della sterrata, incontriamo un crocevia con un cavalcavia che supera il torrente; ci si porta a destra e poi subito a sinistra sull’argine. Proseguiamo su un largo sentiero erboso tenendo a sinistra l’argine, ed al successivo incrocio, teniamo sempre l’argine a sinistra lasciando a destra la SP 448 di San Lorenzo. La strada termina in un campo seminato e siamo costretti a risalire sull’argine ingombro di rovi ed erba alta. Proseguiamo per 200m, poi non potendo più proseguire per i rovi, discendiamo a destra verso un cascinale malridotto e su una strada asfaltata. Più avanti, riprendiamo a costeggiare l’argine sempre su strada sterrata ed al suo termine sbuchiamo su un cavalcavia. Poiché la pioggia è divenuta battente e dobbiamo fare il necessario spuntino meridiano, ci ripariamo sotto il medesimo cavalcavia, luogo di sosta per le greggi. Al termine, risaliamo nuovamente sulla strada arrivando ad un crocevia dove teniamo la direzione dell’impianto di depurazione di Spoleto. Proseguendo sempre diritti, e seguendo la strada asfaltata, arriviamo ad un crocicchio dove, prendendo a sinistra per un ponte, scavalchiamo un torrente in secca. Siamo sempre sulla strada asfaltata che ci conduce a San Giacomo. Proseguendo sulla SP 454 di Protte, alle 14,30 entriamo in San Giacomo già comune di Spoleto.

Finalmente con un sole caldo e splendente, sostiamo nella bella piazza di San Giacomo, dove una fontanella di fresca acqua ci disseta e ci permette di lavare gli scarponcini inzaccherati di fango fino alle caviglie. Qui vi è un bel palazzo antico con due torri ancora in buono stato, e godendo appieno di questo sole, ci portiamo al vicino bar per un meritato gelato.

Usciamo da San Giacomo prendendo a destra la prima traversa asfaltata, superando su un ponte due canali di irrigazione asciutti. Alla fine, più avanti, prendiamo una strada a sinistra con a fianco un altro canale di irrigazione asciutto. Proseguiamo diritti su asfalto lasciando a sinistra la sterrata che sale al borgo di Crociferro ed a destra la E 45 per Acquasparta. Siamo a 3 Km circa da Spoleto, poi arriviamo all’Abbazia di San Sabino 8° Vescovo di Spoleto nel IV sec, ed è qui che siamo attesi per un graditissimo rinfresco ora, e per la cena di questa sera, mentre per la notte ci sistemeremo nella canonica della Chiesa di San Gregorio Maggiore in Spoleto. Un giovane diacono ci accoglie e ci illustra le particolarità dell’Abbazia, le sue origini e le traversie nel corso dei secoli. Ora rimessa in ordine, può vantare dei rifacimenti Barocchi del ‘700 ed affreschi del 1200-1300 ed altri interventi del ‘600. La cripta, che custodisce il sarcofago con le spoglie di San Sabino, è bellissima. È fatta con materiale di riporto di origine romana raccolto qui attorno alla vecchia Via Flaminia Infatti i Romani, solevano seppellire i morti ai lati delle Vie Consolari, per cui vi era abbondanza di pietre già lavorate e pronte per l’edificazione di questa Abbazia. Dopo la gradita sosta a San Sabino accolti da don Alessandro, ci dirigiamo di buon passo verso Spoleto arrivandovi alle 17,30, prendendo per il centro città diretti alla Chiesa Di San Gregorio Maggiore nell’omonima Piazza.

Qui veniamo accolti cordialmente da don Mario sistemando i nostri materassini sul pavimento di un ampio salone, poi ci prendiamo una gradita doccia calda ed usciamo per acquistare pane acqua e vino, alimenti primordiali per la cena di stasera a San Sabino. Alle 19,30 i Padri di San Sabino vengono a prenderci con le vetture e non ci par vero di essere finalmente scarrozzati piacevolmente e comodamente. Dopo la S.Messa celebrata da don Paolo nella suggestiva cripta, tocchiamo con mano la calorosa accoglienza dei Padri e degli studenti di San Sabino che con altre persone, ci sommergono di cibo e di cordialità. Dimentichiamo le traversie e le fatiche della laboriosa tappa in una atmosfera allegra e rilassata che ci predispone al meglio verso il riposo sul duro pavimento che ci attende. Prima di coricarci però, curiamo e medichiamo le vistose vesciche che alcuni di noi, stoicamente sopportano con spirito ed allegria.

Martedì 11 Settembre 4° Tappa: Spoleto – Gavelli. 30 Km~

La sveglia è alle 06, ed alle 7,30 siamo al bar per la necessaria colazione. Usciamo da Spoleto passando per via Cacciatori delle Alpi, poi dalla Basilica di San Salvatore ritornando sui passi di ieri. Il tempo è splendido e l’atmosfera è tersa mentre indirizziamo i nostri passi per via del Tiro a Segno diretti ad un sottopasso dell’Autostrada. Poi subito a sinistra per una stradina bianca che si impenna fra delle case (non abbiamo delle cartine adeguate e da ora in avanti faremo fatica a mantenere l’esatta direzione di marcia), non è segnalato, ma dovrebbe essere il sentiero CAI n° 5. A fianco sulla sinistra, troviamo la Chiesa di San Ponziano. Al termine della salita, si arriva ad uno stradello che, in piano, ci conduce ad un grande pianoro. Lasciamo una casa sulla destra e prendiamo un sentiero che in salita ci porta a sinistra in mezzo ad una piantagione di ulivi, sbucando poi su una carrozzabile bianca, dovei prendiamo a destra tenendo la valle a sinistra. 300m più avanti, arriviamo su una strada asfaltata incamminandoci sempre a destra ed in leggera salita. Dopo 400m di asfalto, prendiamo una diramazione a sinistra su una sterrata bianca contrassegnata dal segnavia rosso-bianco-rosso del CAI e giunti ad una sbarra metallica, prendiamo il sentiero non segnalato che va a sinistra. Poi seguendo il largo sentiero nel bosco, notiamo altri segnavia CAI. Al termine del sentiero, giungiamo ad una piccola strada asfaltata e ci incamminiamo sempre a destra arrivando ad un crocicchio di sentieri. In decisa salita, prendiamo quello chiuso da una sbarra metallica con un segnavia CAI bianco-rosso ed una freccia. Dopo 200m si arriva ad un altro crocicchio dove prendiamo il sentiero di destra con un segnale di vernice rossa. Ancora 400m di ripido sentiero erboso, poi, prendiamo a destra dove vi è un segnavia CAI su una quercia. Arrivati ad un grande castagneto, passiamo il cancelletto in legno sulla destra e, saliamo sempre a destra per un evidente tratturo di terra. Dopo altri 300m, prendiamo ancora a destra per un sentiero che ci porta ad un altro cancelletto non badando al sentiero di sinistra che va in salita. Teniamo poi la sinistra, evitando il sentiero più fangoso che porta a destra, e saliamo per 300m~. Ora teniamo a destra per evidente sentiero, fino a quando si giunge a costeggiare una piantagione di giovani castagni. Proseguiamo nella piantagione in salita per 150m~ diretti ad un altro cancelletto in legno dove entriamo in una vasta radura. Proseguiamo diritti per 200m~ ed al termine vi è un altro cancelletto in legno che superiamo uscendo dalla radura. Su una pietra notiamo un evidente segnale a freccia rossa che ci conduce in un sentiero che diventa un poco malridotto, mano a mano che si scende. Più avanti superiamo del filo spinato teso attraverso il sentiero e passiamo accanto ad una faggeta giovane in un fittissimo bosco di faggi ed a sinistra, ammiriamo la Valnerina. Scendendo attraversiamo parecchie volte del filo spinato sul sentiero che ci porta velocemente in basso, ed al primo incrocio di sentieri prendiamo quello di sinistra in decisa discesa. 100m dopo ad un’alta biforcazione, prendiamo un altro sentiero a destra che è contrassegnato con dei bolli a vernice rossa sbucando al suo termine su una larga carrareccia bianca che scende ripidamente a sinistra verso il fondovalle, ed alle 12 entriamo in Scheggino. Ad un negozio di alimentari acquistiamo le provviste per la cena di stasera. Ci portiamo, poi, alle fonti di Valcasana per lo spuntino sulle sponde del bel laghetto di fresche ed ombreggiate acque. Ne approfittiamo molto prosaicamente per immergervi i bollenti piedi provati dalla lunga discesa avendone immediato sollievo. Alle 14 lasciamo le fonti di Valcasana diretti alla località di Caso e successivamente a Gavelli. Affronteremo un dislivello di circa 800m, e poiché ora siamo a 400m~, arriveremo a 1200m~ di quota. Aldo non riesce più a camminare per le grosse e dolenti vesciche sotto la pianta dei piedi, e decide di raggiungere in autostop Gavelli. Noi, al termine di una salita ripida che non molla mai, arriviamo alle abitazioni di Caso, un piccolo agglomerato di case arroccato sul colle. Evidentemente sono quasi tutte delle seconde case poiché non vi è nessuno, se non dei latranti cani vaganti e senza occupazione apparente. All’uscita di Caso, prendiamo la strada asfaltata che, in leggera salita e sotto un sole cocente, ci porta a Gavelli dove giungiamo alle 17.

Sono poche case abitate da pochi anziani che ci guardano con stupore mentre ci portiamo alla casa parrocchiale dove l’Aldo vescicato ha provveduto ad una bella pulizia, ad attizzare il camino ed a prepararci del buon the zuccherato che apprezziamo molto. Vi sono 3 letti che vengono occupati dai più bisognosi, poi poco più in basso, ci laviamo alla meglio alla fontana del paesino. Don Paolo celebra la S. Messa nella bella Chiesa di San Michele dai bellissimi affreschi, opera del pittore Giovanni di Pietro detto lo “Spagna” dipinti nell’abside, raffiguranti scene della iconografia di San Michele. Prepariamo la cena nella piccola cucina con il camino che contribuisce a scaldare l’ambiente. Al termine, sgombriamo il piccolo locale e stendiamo i materassini sul pavimento lasciando una bella brace nel camino per attenuare l’aria che ora si è fatta fredda. Si sta abbastanza al caldo, anche se durante la notte gli spifferi di aria gelida che si insinuano dalle fessure, faranno si che all’indomani, al risveglio, ci saranno degli starnuti in più del solito mentre, miracolosamente, gli imperterriti russatori non ne avranno risentito affatto.

Mercoledì 12 Settembre 5ª Tappa: Gavelli – Cascia. 31 Km~

Si parte alle 7,10 da Gavelli, dopo che la signora Fernanda, molto gentilmente, ci ha offerto nella sua casa caffè latte e biscotti. Veniamo cosi a conoscenza del terribile attentato di New York che fa calare un’ombra di profonda angoscia su di noi, cosi lontani da casa. Siamo in 6 che portano i propri passi su queste montagne: Don Paolo, Bruno, Michele, Pierluigi, Rodolfo ed io, poiché Aldo non può camminare, e quindi si trasferirà a Cascia con la Corriera di linea delle 7,30. È una giornata che si annuncia limpida e tersa con l’aria che qui, è veramente frizzante.

Camminiamo sulla SP giungendo ad incontrare sulla sinistra una prima strada bianca che tralasciamo, per prendere 300m più avanti la seconda sempre a sinistra dove, sul tronco di una grossa quercia, notiamo il segnavia del CAI n°14. Seguiamo la strada bianca per circa 1500 mt, poi ad una decisa curva a gomito a sinistra della strada bianca, prendiamo un largo sentiero a destra in corrispondenza di una grossa quercia che ha alla base, un cartello in lamiera che reca scritto: “2 incroci”. Esso ci porta subito in discesa, ed al termine di questo lungo e largo sentiero, sbuchiamo presso un ponticello su strada asfaltata che prendiamo a destra ed in leggera salita in direzione di Roccaporena. È la SP 470 di Poggiodomo. Proseguiamo per 500m, poi prendiamo a sinistra la larga sterrata che costeggia alla base una collina con in cima delle antenne e ripetitori. Teniamo a mezza costa la carrareccia più evidente, più avanti a circa 700m, ad una diramazione di 3 sentieri, prendiamo quello più a sinistra verso la valle il quale contorna la base della collina. Ai successivi bivi, continuiamo sempre diritti, arrivando ad un incrocio su un largo pianoro, dove a sinistra, vi sono una fonte ed un piccolo parco giochi. Dopo una piccola sosta, prendiamo il sentiero che scende a destra verso Capanne di Roccaporena. Scendendo molto rapidamente, vediamo in alto sul monte di fronte a noi, una grande caverna con una croce, e più a destra, la guglia rocciosa del cosiddetto “Scoglio di S.Rita” con in cima la Cappella che dopo il sisma del ’79, è stata ricostruita nel 1981. La prima Cappella però, fu costruita nel lontano 1929. Sostiamo nella piazza di Roccaporena dove è la fontana fino alle 13,30. Dopo la visita alla casa di S.Rita, ci incamminiamo di nuovo sulla SP. 300m oltre l’abitato, prendiamo a destra una carrareccia che contornando una Cappelletta, ci porta a guadare il fiumicello in basso a sinistra, fino a risalire in un ripidissimo sentierino marcato con dei bolli a vernice rossa che, in breve ed al costo di una terribile sudata, ci porta alla medesima quota dello Scoglio di S.Rita ora alle nostre spalle. Il sentiero poi gira a sinistra contornando a mezza costa il monte avendo una profonda valle a destra. Proseguiamo sempre diritti sul sentiero, a volte poco evidente, lasciando perdere una carrareccia che scende a destra, poiché Cascia è alla nostra medesima quota. Alle successive biforcazioni andiamo sempre diritti, arrivando ad un ampio piano; anche qui lasciamo a sinistra il segnavia CAI del sentiero Italia n°1 che porta a Castellaro e proseguendo diritti, arriviamo alla frazione Ocosce di Cascia. Quindi, sempre avanzando in linea retta, arriviamo alla Chiesa di S.Maria di Loreto del XIV sec, dalla bella facciata in pietra adorna di un bellissimo portale Gotico ogivale. Prendiamo la strada sterrata diritta davanti a noi bordata da cipressi che poi gira a destra in discesa. Dopo 200m, diventa un sentiero maltenuto che, ingombro di sterpi si restringe e, ripidamente, ci conduce davanti alla Chiesa di S.Agostino, che, con l’annesso Convento in posizione panoramica, domina l’abitato di Cascia.

Esso esisteva già nel XI sec sulla base di un antico tempio riconvertito al culto cristiano. La facciata della Chiesa presenta un bel portale Gotico e, nella lunetta superiore, vi è un affresco del ‘400 di Vergine con Bambino. Alle 15,30 incontriamo Franco Stagni un confratello di Bologna che ci attendeva, e con lui entriamo nel Convento dove Aldo ci aspetta avendo già predisposto tutto per il nostro soggiorno. Dopo la S.Messa don Paolo ci lascia per ritornare a Perugia mentre noi, nella bellissima cucina, ci diamo da fare per prepararci una sostanziosa cena, visti i notevoli dislivelli di quota che oggi abbiamo dovuto superare. Al termine ci ritiriamo nelle belle camerette, dove, degli splendidi letti, ci ripagano dal duro pavimento di Gavelli.

Giovedì 13 Settembre 6ª Tappa: Cascia – Cittareale. 26,5 Km~

Alle 7,30 si parte dal Convento di Sant’Agostino mentre Aldo, più tardi, verrà accompagnato da un Padre al Pronto Soccorso locale per controllare le medicazioni alle vesciche, quindi si porterà a Cittareale, dove ci ritroveremo.

Imbocchiamo la SS 320 diretti a Maltignano, e poi la SP 474 che ci porta a sinistra tenendo sempre la direzione di Maltignano. Ad un incrocio, lasciamo la SP 474 che gira a sinistra, mentre noi teniamo ancora la direzione di Malignano; siamo in località Padule, 1500m dopo Cascia. Giunti a Maltignano lasciamo la strada asfaltata che gira con brevi tornanti a sinistra. Ci inoltriamo decisamente in paese su una viuzza asfaltata in leggera salita, poi continuando su asfalto, giungiamo nei pressi di un campeggio dove prendiamo la strada per Civita che va leggermente a sinistra; ora siamo sulla SP 473 Maltignano. Sempre su asfalto arriviamo a Civita alle 11,45. Da qui mancano circa 14~15 Km a Cittareale e ci viene consigliato di continuare su asfalto, poiché i sentieri sono impraticabili. Camminiamo sulla SP 476 di Norcia, ed arrivati ad una rotonda, teniamo sempre la direzione di Cittareale al bivio che a destra, porta a Selvarotonda. Raggiungiamo così Cittareale alle 15,30.

Il Parroco è assente, cosi anche il Sindaco. Aspettiamo, seduti sulle panchine, l’apertura dell’unico bar, anch’esso chiuso. Vorremmo prendere informazioni sull’Agriturismo “Lu Ceppe” in località Capello, per la cena di stasera, l’eventuale pernottamento ed anche per le provviste di domani. Quando arriva il Parroco Don Augusto, egli pensa di sistemarci nella vecchia chiesa, ma dopo la S.Messa fortunatamente, ci ripensa, e ci accoglie nella Canonica dove scova 8 letti ed una doccia calda. Per la cena, raggiungeremo l’Agriturismo dove sono ben contenti di riceverci. Dopo la salutare e rigenerante doccia calda ed esserci rimessi in forma, ceniamo in allegria da “Lu Ceppe”, ed alle 22 si ritorna alla Canonica per il giusto riposo.

Venerdì 14 Settembre 7ª Tappa: Cittareale – Montereale. (Busci). 25 Km~

Si è dormito bene nella canonica di Don Augusto però i galli ci danno la sveglia abbastanza presto; d’altra parte, non erano stati avvertiti che eravamo stanchi, ed allora tant’è. Alle 6,30 siamo di nuovo in pista, salutiamo Don Augusto portandoci al mai abbastanza lodato bar di Cittareale che apre per noi a quest’ora insolita, grazie alla gentilezza della proprietaria Sigª Graziella Marziai originaria di Belluno. Come consueto, lasciamo Aldo in compagnia di un cane pellegrino che ci ha accompagnati per tutta la tappa di ieri, e che stanotte ha vegliato sul nostro sonno attendendoci fiducioso davanti alla canonica; Don Augusto, accompagnerà poi Aldo a Montereale, mentre il cane verrà legato ad una pianta della piazza, per evitare che ci segua.

Scendiamo sull’asfalto in leggera discesa, ed in corrispondenza di una curva prendiamo un sentiero che ci permette di evitare numerosi tornanti scendendo molto ripido. Al termine del sentiero vi è una fontana sulla destra. Qui, prendiamo subito a sinistra la strada asfaltata in leggera discesa. Superiamo la Salaria ad un incrocio scendendo fra delle case, ed al bivio successivo prendiamo la strada che diparte a sinistra tralasciando quella di destra che dopo 10m, passa su un ponticello. Al primo incrocio abbiamo di fronte una grossa quercia, prendiamo a destra ed al termine di questa strada, sbuchiamo di nuovo sulla Salaria che seguiamo di nuova a sinistra. Dopo una leggera curva, camminiamo su una lunghissima dirittura di asfalto. Superiamo poi la deviazione per Collicella ed arriviamo all’altezza di un bar a sinistra. 10m più avanti ed in corrispondenza di una casa color marrone, prendiamo a sinistra per uno stradello che ci porta verso Marianitto, passando sotto il viadotto della nuova Salaria. Lo passiamo, e dopo 50m prendiamo uno stradello che, a sinistra in salita e seguendo un torrentello, ci porta a Marianitto tralasciando una strada che va a destra. Siamo in alto a Marianitto, da dove scendiamo rapidamente per tornanti verso una fontana, per poi prendere a sinistra una stradella sterrata per arrivare a Verrico. È un bel sentiero sterrato sul fondo della valle dove teniamo il torrente alla nostra destra; poi il sentiero diviene pietroso e bordato da muretti in pietra. Al secondo incrocio con il torrente, non risaliamo la prima fiumara a sinistra sotto gli alberi e nell’acqua, ma avanziamo di pochi metri,superiamo il torrentello e prendiamo subito a sinistra, salendo nel sentiero che, appena bagnato, risale il torrentello. Avanzati di circa 500m troviamo a sinistra e a filo del sentiero nella scarpata, un serbatoio dell’acqua in cemento. Si sale sempre arrivando ad un secondo incrocio di sentieri. Prendiamo a sinistra, lasciando il fiumicello a destra, per salire così a CasaCarà. Ad un successivo incrocio di sentieri, scendiamo leggermente, (lasciando perdere il sentiero di sinistra in salita) e seguiamo sempre la larga carrareccia che sale ripida a CasaCarà. Arriviamo al casale, ormai fatiscente, dove proseguiamo a sinistra sempre in salita arrivando sul crinale del monte, dove la carrareccia diviene più evidente e pulita in direzione Sud-Sud-Est. Dopo alcuni Km di bel bosco, raggiungiamo Verrico. Senza entrare in paese, prendiamo la strada asfaltata a sinistra per portarci a S.Vittoria, a circa 2 Km, avendo di fronte a noi e dall’altra parte della valle, l’abitato di Castiglione. Arriviamo a S.Vittoria dove sostiamo per un rapido spuntino e per acquistare le provviste per la cena di stasera.

Durante il cammino, Aldo ci telefona dicendoci che a Montereale non è possibile l’ospitalità. Però il Parroco, si offre di ospitarci a Busci, dove vi è una casa di proprietà della parrocchia con una grande sala, cucina, camino, servizi, sprovvista però di doccia. Busci si trova a circa 4 Km ad ovest di Montereale, cosi immediatamente, decidiamo di variare il percorso prestabilito.

Scendendo da S.Vittoria, arriviamo a Casalbottone, a 1050 mt di quota, prendiamo a destra per Valico Casalbottone, e ad un incrocio, prendiamo a sinistra entrando fra delle case. Proseguiamo in leggera salita, tenendo a destra una recinzione di filo spinato ed alla sinistra, le case e la valle di Montereale. Ad una biforcazione di sentieri, prendiamo la carrareccia più evidente che scende decisamente a destra, ed al suo termine sbuchiamo sulla strada asfaltata che seguiamo a sinistra verso la profonda valle che ci si apre dinanzi. Ad una svolta della strada, prendiamo una sterrata che a sinistra ci conduce a Busci, dove entriamo alle15,30.

Aldo è già arrivato, ed ha preso contatti con mezzo paese per alloggiarci al meglio nella bella casa di fianco alla Chiesa; difatti alcuni gentili abitanti ci portano dei comodi materassi per la notte. Il camino sta già scoppiettando allegramente, mentre Franco scalda l’acqua per le abluzioni su un grosso fornello a gas. Dopo la S.Messa si prepara la cena in un grande pentolone, mentre dei pezzi di carne sono posti a rosolare davanti alla brace del camino. Fuori il tempo è rapidamente cambiato, ed ora sta piovendo con un vento freddo che ci impedisce di tener aperte le finestre. Conveniamo che questo è il minore dei mali, visto che anche oggi si è riusciti a rimediare un’ottima accoglienza, anche se non siamo nella bella cittadina di Montereale.

Sabato 15 Settembre 8ª Tappa: Busci – l’Aquila. 30 Km ~

Questo mattino è ancora imbronciato quando alle 7 lasciamo Busci diretti a l’Aquila. Nuvole basse galoppano spinte dal vento che scende dal monte alle nostre spalle. Ci copriamo per la bisogna e discendiamo le deserte viuzze dell’ospitale paesino.

Abbiamo concordato fra noi un cambiamento del percorso della tappa odierna che ci permetterà di evitare 500m di dislivello in salita ed altrettanti in discesa non salendo a Paganica ed a Cesafredda, bensì prendendo la SS 260 per Marana, poi per Pizzoli e quindi ricongiungerci al percorso originario a Vallicella dall’altra parte del monte. Discesi da Busci ci portiamo rapidamente sulla SS 260 arrivando a Marana dove entrando in paese, in un bar prendiamo la colazione, quindi ci incamminiamo per Pizzoli su strada asfaltata. (Suggerisco, in alternativa, che quando si scende da Busci e si arriva alla SS 260, di prendere nel fondovalle parallelamente al fiume Aterno, una sterrata che, seguendo la dismessa linea ferroviaria, arriva oltre Marana; sarebbe opportuno prendere quella e non la SS). Dopo Marana continuando su asfalto arriviamo a Barete.

Qui, entriamo in un bar per la colazione, ed alcuni avventori ci chiedono chi siamo e dove andiamo. Alle nostre risposte, 2 signore, alle quali evidentemente ispiriamo fiducia, ci consegnano 25000 £, da portare in offerta al Santuario di Padre Pio, a San Giovanni Rotondo.

Poi, in prossimità della piazza, prendiamo a destra per via Pizzoli continuando per 2 Km su uno stradello. Giungiamo a Pizzoli ed appena fuori dall’abitato, prendiamo la direzione di Marruci, poi al successivo incrocio prendiamo per via Vallicella, a sinistra ed in salita. Proseguiamo sempre diritti in salita lasciando a destra via Cococcia. Arrivati a Vallicella, al primo bivio prendiamo per via S.Silvestro. Tenendo la destra in leggera discesa sbuchiamo in via Spacchetti, continuando diritti fino al successivo incrocio, dove prendiamo per via della Fontana. Avanziamo per 100m, e tenendo a sinistra, traversiamo l’incrocio prendendo per via S.Maria proprio di fronte ad un Supermarket GS, arrivando così ad Arischia. Uscendo da Arischia, raggiungiamo la bella Fonte degli Archi, poi proseguiamo in linea retta in direzione del Cimitero. Si passa accanto al Campo Sportivo e lo si costeggia salendo al monte su sterrata e sempre diritti. Arrivati ad una sella, teniamo il sentiero di destra che si inerpica ancora e ci porta a scollinare sul Monte Castelvecchio dove in cima, vi è una grossa croce in travi di ferro, ed in basso sotto i nostri sguardi, ammiriamo la conca dove si adagia la città di l’Aquila, notando il Convento di San Giuliano (nostra meta) a sinistra fra i boschi. Siamo a 1100m di quota; qui con le spalle rivolte alla grandiosa mole del Gran Sasso, scattiamo le foto di rito. Quindi prendiamo il sentiero a destra della croce, avendo di fronte l’Aquila, discendendo rapidamente per giungere alla bella Sorgente Cascio, arrivando al Convento di San Giuliano alle16,40, dove troviamo Aldo che ha approntato l’accoglienza.

Qui si aggiunge al gruppo un altro confratello, Luca Salucci di Fano ed il gruppo ora conta 8 pellegrini provenienti da tutti gli angoli dell’Italia. Assolutamente inattesa e quindi due volte gradita riceviamo, qui al Convento, la visita della consorella Paolini Berardina di l’Aquila, la quale, scusandosi per degli impellenti ed improrogabili impegni, ci da il benvenuti nella sua città portandoci in dono un vassoio di squisiti biscottini e dolcetti tipici. La ringraziamo di cuore dandole l’arrivederci a Perugia….. Quando si dice la Provvidenza! Dopo esserci sistemati al meglio, scendiamo in città per le necessarie compere per la cena, ed è una bella sfacchinata, in quanto, ci sorbiamo 3 Km in discesa ed altrettanti in salita. Però l’atmosfera è allegra e questo è quello che conta.

Domenica 16 Settembre 9ª Tappa: l’Aquila – San Demetrio ne’Vestini. 21 Km~

Oggi dovrebbe essere una tappa di semiriposo con la visita alla città di l’Aquila; quindi la S.Messa è alle 9, poi, salutati i cortesi Padri, ci dirigiamo in centro città. Anche Aldo, il nostro impareggiabile trovarobe che spesso ci ha tolto da situazioni barbine, cammina con noi vista la tappa corta. Dopo la visita al Duomo e aver posto i timbri sulle Credenziali, ci dirigiamo verso la Basilica di S.Maria di Collemaggio del XII sec, dove è sepolto Papa Celestino V, il Papa del grande rifiuto. La visitiamo, ammirando all’interno un bell’affresco di San Michele del XVI sec, ma trattenendoci poco, poiché è in corso uno sposalizio. Allora usciamo dirigendoci al Parco del Sole dove è in corso una festa alpina. Sono i cortesissimi Alpini di l’Aquila e della sezione Abruzzi che qui commemorano il 35° Anniversario della morte del fondatore della sezione; il Cap. Avv. Michele Jacobucci. Dato che con noi vi è l’ardimentoso Alpino Ronzani Pierluigi, che qui ha trascorso la naja, ci accolgono ai loro tavoli, invitandoci a pranzare ad un prezzo modestissimo ed in grande allegria.

Salutati dagli alpini, ripartiamo alle 14 prendendo la strada che scende (posteriormente alla Basilica ed a destra), in direzione di Monticchio. Al termine della discesa, proseguiamo fino ad incontrare un distributore AGIP, e subito dopo entriamo a destra in una strada. Quindi subito, prendiamo la prima strada a sinistra superando la ferrovia ed il fiume Aterno. Poco prima della diramazione della strada per Monticchio, il nostro Michele nota con occhio d’aquila un bar la cui insegna promette molto bene; “Il Ristoro del Pellegrino”, ma sfortunatamente, non possiamo metterlo alla prova in quanto è banalmente chiuso. Arriviamo a Fossa, sempre camminando sulla SP, ed a metà abitato prendiamo la diramazione a sinistra che ci condurrà verso Cerro e Stazione di Fossa. Dopo il fiume, superiamo il campo sportivo e proseguiamo per Cerro, poi, subito dopo aver superato il fiumicello all’ingresso di Cerro, prendiamo la sterrata che si inoltra a sinistra per S.Eusanio. Passando accanto ad un campo di pomodori, chiediamo ad un contadino che li sta raccogliendo, se possiamo comprarne un Kg. Egli, gentilissimo ci invita a raccoglierli e ce ne fa dono, in quanto, dice, sono troppi, e gli uccelli li guasterebbero comunque. Lo ringraziamo di cuore, e ripartiamo con 3 Kg di gustosi pomodori. Più tardi, entrando in S.Eusanio, chiediamo ad una signora, se può venderci 1 litro di latte e ½ Kg di spaghetti; anche lei, gentilissima, ce ne fa dono. Nel paesino, volendo visitare la bella Chiesa, svegliamo (senza averne l’intenzione), il Parroco dal sonnellino pomeridiano. A sua volta, egli ci indirizza ad una graziosa e gentile ragazza affinché possiamo visitare la Chiesa che custodisce una stupenda cripta Paleocristiana del IV sec con colonne, capitelli e reperti lapidei di squisita fattura, da non perdere assolutamente.

Tornati al sole e sulla strada, scendiamo pochi tornanti in asfalto e superati due piccoli fiumicelli, prendiamo una carrareccia che si inoltra a destra circa 300m prima del passaggio a livello. Passiamo sotto ad un ponticello la linea ferroviaria e dopo 1 Km, sbuchiamo sulla SS 261, arrivando a San Demetrio ne’Vestini alle 18,30 dirigendoci a Palazzo Capelli, alla Chiesa della Madonna dei Raccomandati del XVIII sec.

Qui ritroviamo Aldo che ci ha preceduti nuovamente, non riuscendo a camminare senza aver dolore ai piedi. Cosi facendo però, il buon Aldo ha potuto procurarci un’altra ottima sistemazione, laddove non essendoci accoglienza, il posto tappa ed il pernottamento erano un banale Albergo. Consumiamo un’ottima ed abbondante cena, e poi ci corichiamo piuttosto presto nei comodi letti, poiché la tappa di domani sarà lunga.

Lunedì 17 Settembre 10ª Tappa: San Demetrio ne’Vestini – Capestrano. 26 Km~

Al mattino lasciamo Palazzo Capelli alle 7,40 prendendo la direzione di San Nicandro; il tempo è ottimo ed arriviamo a Prata d’Ansidonia tranquillamente. Al bivio della SP per Tussio, proseguiamo per 200m ed in corrispondenza di una leggera curva, prendiamo a destra una carrareccia. Procedendo su di essa ed arrivando a degli incroci con piccole strade comunali, andiamo sempre diritti, così, camminando per circa 4 Km arriviamo a Caporciano alle 11. Entrati in Caporciano, teniamo il campo da tennis sulla sinistra poi proseguiamo per 200m fra le case, quindi prendiamo a sinistra uno stradello asfaltato. Qui in vista di Navelli, lasciamo la trafficata SS 17, e prendiamo a sinistra uno stradello che ci porta alla base del colle, dove è il campo sportivo, entrando così nella piazza di Navelli. Ripartiamo dopo una doverosa sosta al bar e sulla sinistra dove vi sono 3 strade, noi prendiamo quella centrale che ci porterà, dopo aver superato la SS, sul fianco destro della montagna conducendoci a Capestrano, a circa 7Km da qui. Arriviamo a Capestrano alle 14,30 scendendo sulla SP, poi vedendolo dall’alto, ci dirigiamo per delle viuzze, verso il grande Convento dei Frati Minori, dove Aldo ha predisposto con Padre Matteo un’ottima accoglienza. Più tardi, ci rechiamo in un piccolo ristorante gestito da uno spagnolo delle Canarie, apprezzando un’ottima ed abbondante cena, ad un costo molto contenuto.

Martedì 18 Settembre 11ª Tappa: Capestrano – Torre de’Passeri (Tocco Casauria). 28 km

Alle 7,30 dopo il caffè con il simpatico e giramondo Padre Matteo, partiamo dirigendoci ad un bar nella piazza del paese, per i necessari carboidrati che, sotto forma di brioches e ciambelle zuccherose, ci sostentano al mattino.

Percorriamo la strada per Bussi in discesa con numerosi tornanti, ed appena sbucati sulla SS 153, prendiamo subito di fronte uno stradello che passa il fiume, dirigendosi verso Bussi sul Tirino; vi sono i segnavia del CAI del sentiero Italia. Giunti a Bussi sul Tirino, scendiamo per una stradina fino a prendere una scorciatoia per poter arrivare a Bussi Officine. Scesi da Bussi sul Tirino per una carrareccia, alla prima biforcazione la lasciamo scendere a destra, mentre noi prendiamo il sentiero che a sinistra ci porterà a Bussi Officine. Ad un successivo incrocio proseguiamo sempre diritti e passiamo un ponticello sul fiume. Giriamo subito a sinistra trovandoci davanti alla portineria dello stabilimento, poi prendiamo a destra la strada che ci condurrà a fondovalle evitando la superstrada. Giungiamo a Bussi Stazione passando sotto il viadotto della SS portandoci sulla Tiburtina seguendola fino ad arrivare a Tocco Casauria. Al bivio, che a sinistra porta in alto a Tocco Casauria, avanziamo di 500m e prendiamo a destra per arrivare alla Stazione ferroviaria di Tocco Castiglione; superiamo i binari poi svoltiamo a destra passando davanti all’edificio della Stazione, sulla strada che ci porterà a Torre de’Passeri. Camminando, a sinistra abbiamo l’autostrada, ed a destra, la ferrovia. Ai bivi teniamo la sinistra ed al termine della strada, sottopassiamo l’autostrada raggiungendo la cittadina.

Alle 15, entriamo a Torre de’Passeri, dove ritroviamo Aldo molto contrariato, poiché il Parroco non lo ha accolto granché bene, ed effettivamente sembra che siamo alloggiati male. Non vi è doccia, ma solo un lavandino, non vi sono nemmeno dei materassi, solo una piccola saletta dove stendere i materassini al pavimento, e quello che è peggio, non vi è neanche una trattoria dove poter cenare. Quello che ci rammarica però, è che ci sentiamo mal sopportati. Dal cappello a cilindro di Aldo però, esce la soluzione; dato che a Tocco Casauria, a 5 Km da qui, vi è il Convento dell’Osservanza di S.Maria del Paradiso ed egli conosce Padre Urbano che vi risiede. Alle 19,30, un gentilissimo signore di Torre, trasporta alcuni di noi lassù con la sua vettura, accollandosi il viaggio con cortesia infinita. Più tardi, anche gli altri ci raggiungono, trasportati dal Parroco, che evidentemente aveva preso atto del fatto che l’alloggio non era proprio adatto alla bisogna. Al Convento, Padre Urbano non c’è, ma siamo ugualmente accolti con sollecitudine e gentilezza da Padre Giovanni. Abbiamo così la possibilità di apprezzare una gradita doccia calda, di cucinare, ed al termine della cena, di coricarci in veri e comodi letti.

Mercoledì 19 Settembre 12ª Tappa: Tocco Casauria – Caramanico Terme. 20 Km~

Anche oggi il tempo ci fa la grazia di essere splendido, anche se vi è un vento fresco e teso che non ci disturba più di tanto. Ci rendiamo conto del perché quando vediamo la Maielletta coperta di neve che copre, imbiancandoli, i suoi fianchi spiccando candida ed abbagliante nel cielo terso.

Dal Convento, ci dirigiamo verso Tocco Casauria dove prendiamo la strada per Musellaro. Giungendo di fronte ad una bella Chiesa con uno splendido rosone, stiamo alla sua destra, poi sulla strada costeggiamo il cimitero ed un’altra chiesina. Arriviamo a Musellaro per strada o per sentieri di scorciatoia che, in salita, tagliano i numerosi tornanti della SP. Troviamo il paesino in festa con bancarelle e luminarie mentre la banda musicale attacca delle allegre marcette. Ne approfittiamo per delle P.R. con le autorità presenti e la stampa locale, alla quale consegniamo il nostro programma di pellegrinaggio e gli opuscoli della Confraternita che accettano con piacere e stupore. Più tardi, non disdegniamo, al momento opportuno, di gustare panini con la porchetta locale, annaffiati da fresche birre. Lasciamo Musellaro in festa, ed alle 9,30 prendiamo di nuovo strade e scorciatoie per giungere a San Tommaso. Attraversiamo le belle e strette viuzze di San Tommaso, quindi raggiungiamo Salle, arrivando infine a Caramanico Terme sulla SP 487.

A Caramanico Terme, veniamo accolti al Convento dei Cappuccini, anch’egli posto sempre in alto alla cittadina (sic!), dove abbiamo una accoglienza molto calorosa e piacevole. Veniamo sistemati molto bene con docce ed ottimi letti, e riusciamo finalmente a lavare i nostri indumenti con comodo, dato che ci offrono di usare la loro lavatrice. Dopo la S.Messa, ci rechiamo ad una trattoria a 20m da qui, dove ceniamo molto bene con allegria e poca spesa.

Giovedì 20 Settembre 13ª Tappa: Caramanico – Passo Lanciano (Hotel El Señor) 30 Km~

Partenza alle 7 dal Convento dei Cappuccini, e dopo aver salutato Padre Vito, discendiamo per attraversare nuovamente il ponte gettato sulla profonda gola dell’Orfento, che abbiamo passato ieri. Poco più avanti e dopo una stazione di benzina, prendiamo la strada asfaltata che a sinistra ed in decisa salita porta a Decontra arrivando così alla frazione La Riga dove vi è possibilità di alloggi, ed il Turismo rurale “La Font” anch’esso con alloggi. Sempre in salita arriviamo a Decontra, sostando al bar dove il Pierluigi, in assenza del proprietario, si improvvisa con successo, barman e caffettaro! Ripartiamo prendendo, appena fuori dell’abitato ed a sinistra, la carrareccia in direzione dell’Eremo di San Bartolomeo. Poi al primo bivio, prendiamo a destra notando sugli alberi i segnavia del CAI rossi-bianco-rossi che seguiamo ad ogni successivo bivio. Giunti in alto al vasto pianoro, prendiamo a sinistra il sentiero che punta all’Eremo, in direzione di un gruppetto di case che si scorgono aldilà del profondo intaglio della gola dove nel fondo, vi è l’Eremo, un romitaggio realizzato nel XII sec. Scesi nella gola e risaliti all’Eremo incastonato nel suo fianco, lo visitiamo, e dopo le foto, ne ripartiamo salendo per la scaletta intagliata nella roccia che ci fa passare attraverso un foro che vi è nella volta rocciosa. Sbuchiamo così sulla costa della gola, che seguiamo sul sentiero protetto a valle da staccionate in legno malridotte. Dopo 1 Km, al primo bivio del sentiero, prendiamo subito a destra compiendo un dietro front di circa 300°. Arriviamo ad una strada asfaltata, ed al primo bivio, prendiamo a sinistra e poi subito a destra, lasciando a sinistra la strada che porta a Roccamorice. Camminiamo sulla strada che a tornanti, ci porta sui monti verso Passo Lanciano. La strada asfaltata, è sempre in costante salita mentre il cielo si è coperto da una coltre di nuvole grigio-cenere. Si è alzato anche il vento, che ora spira, freddo e teso. Giunti ad una curva a gomito della strada, prendiamo a sinistra per il sentiero dei “Tholos”, una sorta di arcaici ricoveri per i pastori, costruiti con le pietre, di forma circolare alla base, e ad ogiva alla sommità, (cartello turistico ben visibile). Esso discende verso il bosco. Seguiamo i paletti-segnavia con il segnale giallo, arrivando ad una carrareccia che seguiamo compiendo parecchi zig-zag, ritrovando però, sempre il segnale giallo, così come quelli del CAI che ci permettono, alla fine e dopo aver chiesto lumi ad un provvidenziale pastore, di arrivare a Passo Lanciano, camminando in un bellissimo sentiero bordato da pini e tantissimi succulenti funghi. Sostiamo al bar dell’Hotel “T. Bionda Suisse” fortunatamente aperto, quindi scendiamo verso Madonna della Mazza, nostro originario luogo di tappa, ma che per dei grossi problemi di sistemazione ed agibilità non abbiamo potuto apprezzare. Scendendo da Passo Lanciano, ci dirigiamo così, all’Hotel “El Señor”, situato a 6 Km da qui, opportunamente contattato in anticipo, arrivandovi alle 16,30.

Qui veniamo accolti con molta cordialità dal proprietario e da suo padre che, dopo averci assegnato le camere ed averci atteso nella hall, ci illustra i suoi vini ed il modo di fare il cosiddetto “Vino Cotto”, trovando in Pierluigi e Franco, degli uditori finissimi ed attenti, A tavola poi, ci viziano con un’ ottima ed abbondante cena, e quindi, dopo aver assaggiato più volte il delizioso “Vino Cotto”, come bicchiere della staffa, ci trasciniamo riluttanti e non propriamente arzilli, nei comodi letti per un meritato riposo.

Venerdì 21 Settembre 14ª Tappa: P. Lanciano-Palombaro (Limiti di Sotto) Ag.Uliveto. 28 Km

Abbiamo trascorso una buona notte nel silenzio di questi monti, e mentre i miei compagni riposavano, ero uscito sul balconcino della cameretta attorno alle 03 per ammirare la Via Lattea, splendente sentiero di pellegrinaggio che irradiava luminosità e riportava alla mia mente ricordi vivissimi appena vissuti a San Nicolás che mi sembrava apparire tremolante laggiù, dove essa si tuffava nella linea buia dell’orizzonte… Sensazioni struggenti che si rivivono pellegrinando….

Un’ottima colazione nell’allegria e nel cicaleccio di primo mattino, poi, salutati gli ospitali albergatori, scendiamo sulla SP che, ricca di tornanti, ci porterà a Pretoro. Giunti a Pretoro proseguiamo sulla strada ed in corrispondenza di un bar ed una edicola con l‘effige di una Madonna, si prende a destra per uno stradello che scende rapidamente per portarci a Bocca di Valle. Siamo sulla SS 263 di Val di Foro e di Bocca di Valle. Dopo l’abitato di Bocca di Valle passiamo l’Hotel Parco, dove in prossimità di una curva troviamo l’indicazione per Pissavino che a sinistra ed in discesa seguiamo per arrivare alla località Limiti di Sotto, dove è ubicato l’Agriturismo L’Uliveto, senza passare dalla cittadina di Palombaro, nostro originario luogo di tappa. Anche qui, a Palombaro, ci era stato comunicato che non vi era più disponibilità per l’accoglienza. Proseguiamo su stradina asfaltata, e giunti a delle case, e ad un evidente serbatoio per l’acqua di forma circolare in cemento, prendiamo la stradina che si diparte a destra scendendo la valle, risalendola poi per arrivare alla strada di crinale che, qualche Km più avanti, prendendo un sentiero che scende a destra ripidamente, ci permette di raggiungere Limiti di Sotto e l’Agriturismo.

Il proprietario, Sig. Piero, ci sta attendendo, e ci accoglie amabilmente. Anche Aldo è già arrivato e ci attende, Possiamo così sistemarci con comodo anche qui. Abbiamo anche la cucina a nostra disposizione, e mentre Pierluigi si incarica delle compere per la cena ad un negozio di alimentari a 1 Km da qui, abbiamo la possibilità di lavare nuovamente i nostri indumenti, approfittando del sole caldissimo che li asciugherà debitamente. La cena si svolge in clima allegro e disteso (occorre ringraziare il capo cuoco Franco). Mentre ceniamo, pianifichiamo il percorso per la tappa di domani, che in assenza di cartine adeguatamente particolareggiate, decidiamo di variare, evitando Roccascalegna, Bomba e lo scavalcamento del Monte Pallano per arrivare a Tornareccio e quindi a Vallaspra. Prenderemo invece per Casoli, Archi Stazione, quindi Atessa ed infine, il Convento di San Pasquale a Vallaspra.

Sabato 22 Settembre 15ª Tappa: Limiti di Sotto – Vallaspra di Atessa. 26 Km~

Alle 7,40, dopo una abbondante colazione e salutati dal Sig Piero e da suo padre, lasciamo l’Agriturismo l’Uliveto. Aldo si è di nuovo unito a noi per camminare e Franco sopporta il dolore al tallone, così anche Bruno che ha le dita dei piedi sempre difesi da cerotti. Vi è anche Luca, che comincia a collezionare discrete vesciche alle dita dei piedi.

Procedendo in direzione di Casoli, passiamo un lungo ponte sull’Aventino e passando da Casoli e Selva, arriviamo ad Archi Stazione. Prendiamo la strada per Piazzano e quindi per Atessa. Giunti a Piana la Fara, in fondo alla strada dove è una grande aiuola ed un Supermarket, prendiamo a destra in direzione di Atessa. Arriviamo in città e proseguendo sulla strada dopo circa 2 Km, troviamo sulla destra il cartello direzionale giallo per il Convento di San Pasquale di Vallaspra. Naturalmente è fuori città, e dopo aver costeggiato l’abitato sulla destra, arriviamo ad un lungo ponte gettato sulla profonda valle. Giunti al suo termine, prendiamo una carrareccia che, ripida, sale diritta davanti a noi evitandoci Km di tornanti su asfalto. Alle 17 infine, raggiungiamo piuttosto affaticati, la sommità della collina proprio sopra il Convento, dove Padre Tiziano, premuroso e cordiale, ci sta attendendo davanti al porticato.

Mentre ci conduce alle camerette, ci illustra l’interno del Convento che racchiude un chiostro bellissimo dove, al centro, vi è uno stupendo pozzo circondato da fiori. Anche qui veniamo alloggiati sontuosamente, e dopo la S.Messa, abbiamo una volta di più, la possibilità di usufruire della bella cucina per la cena che, al termine, vede la presenza di Don Gilberto. Egli, discorrendo del nostro pellegrinaggio ed informandosi sulla nostra Confraternita e sulle sue finalità, ci intrattiene amabilmente, raccontandoci le sue esperienze acquisite in Grecia, visitando la piccola Comunità dei Monasteri del Monte Athos, delle difficoltà incontrate per arrivarci, ed i progetti di futuri pellegrinaggi a Santiago di Compostella con i ragazzi della sua Parrocchia.

Domenica 23 Settembre 16ª Tappa: Vallaspra – Liscia. 30 Km~

Dal Convento di San Pasquale partiamo alle 7,20, prendendo la strada che a destra ed in salita, ci porterà a Tornareccio, dove arriviamo alle 8,30. Da Tornareccio scendiamo per scorciatoie verso la valle dove è il fiume Osento, per prendere la direzione di Guilmi. Proseguendo nel fondovalle, e vedendo con costernazione dove è arroccato Guilmi, decidiamo di seguire una deviazione per portarci in direzione di Montazzoli, risparmiandoci quindi la salita a Guilmi. Così facciamo, e ad un bivio lungo una dirittura, prendiamo, in salita e a destra, la direzione di Montazzoli. Giunti in alto ad un pianoro, troviamo una biforcazione avendo di fronte a noi delle case. Prendiamo la strada che scende a sinistra riportandoci nel fondovalle, dove ancora a sinistra, vi è un piccolo ponte. Lo passiamo e, in salita, andiamo verso una casa isolata, poi, sempre in salita, si arriva alla SS. La supposta scorciatoia, si rivela per quello che è effettivamente: scorciatoia per chi la percorre in macchina, ma per coloro che vanno a piedi, vi sono troppi metri di dislivello da mettere in conto, a causa dei numerosi valloncelli che si susseguono con ripide discese ed altrettanto ripide salite. A peggiorare il tutto, ci si mette anche la pioggia, che contribuisce ad aumentare il tasso di umidità dell’atmosfera. Facciamo una sosta per uno spuntino alle 13, e alle 14,30, ripartiamo per Liscia dove giungiamo finalmente al termine di una tappa che si è dimostrata più faticosa del dovuto e del giusto.

(Anche qui, suggerisco di seguire la strada che porta a Guilmi; si camminerà per pochi Km in più, però, la salita sarà sicuramente più dolce). Alle 16,50, sfiliamo davanti agli occhi stupiti degli abitanti di Liscia che, seduti sulle panchine della ombrosa passeggiata del paese, ci sorridono chiedendoci da dove veniamo, e dove andiamo. Raggiungiamo il bar “Panoramica” dove in un clima di festa e di allegria, prendiamo delle graditissime fresche birre con tutti gli altri pellegrini che, nel frattempo, provenienti da Perugia, sono arrivati con Don Paolo. Rivediamo così, parecchi volti di pellegrini che avevano camminato con noi da Perugia ad Assisi, ed altri che conosceremo nel corso delle tappe che verranno. Calmata la sete, ed esauriti gli abbracci, don Paolo ci carica sul pulmino e ci porta all’Albergo Vittoria di Carunchio, poiché sia Liscia, sia alla Chiesa di San Michele posta nella valle del Treste, a 4 m da qui, non vi è possibilità di alloggio. Mentre noi attendiamo che il proprietario dell’Albergo apra, Don Paolo si accolla un’altra sfacchinata, ritornando a Liscia a prendere tutti i rimanenti pellegrini, e conducendoli qui, per essere ospitati nel medesimo Albergo. Prima della cena, Don Paolo celebra la S.Messa domenicale per noi in una saletta dell’albergo, ed al termine, ceniamo tutti insieme in una atmosfera di allegria e goliardia.

Lunedì 24 Settembre 17ª Tappa: Liscia – Vasto. 31 Km~

La sveglia suona alle 6, e quando si è tutti pronti, Don Paolo con due viaggi del pulmino, ci porta alla Chiesa di San Michele, dove vi è la Grotta, posta nel fondovalle del fiume Treste, proprio sotto la collina dove in alto, è abbarbicata la cittadina di Liscia. La Chiesa che al suo interno custodisce la grotta, è molto bella. Nella grotta, suggestiva e raccolta, stilla dalla roccia un’acqua fresca e limpidissima che i fedeli bevono alfine di proteggere la gola, Dopo la benedizione, si parte tutti in gruppo, scendendo lungo il fondovalle del Treste.

Camminiamo chiacchierando allegramente su una ex carrareccia che non è segnalata sulle nostre cartine. Ora è asfaltata, e vi è anche un discreto traffico. Il tempo è coperto ma non sembra promettere pioggia, però, in questa profonda valle non spira un alito di vento e tutto è come sotto una cappa di piombo. Ai due incroci che portano a San Buono, ed alla SS per Vasto, noi proseguiamo sempre diritti costeggiando il Treste che (a destra) non si vede, nascosto come è da macchie di alberi ed arbusti. Giunti ad una biforcazione, lasciamo la strada che costeggia il fiume, e rimontiamo una strada a sinistra seguendo l’indicazione che porta a San Salvo. È una stradina asfaltata in ripida salita, e poi, più avanti ed in corrispondenza di un grosso cantiere sulla destra, prendiamo a sinistra ed in leggera salita, una sterrata che si inoltra fra i campi ritornando un poco all’indietro. Si sale ora più ripidi in direzione di una grossa trivella che svetta in alto alla collina; poi giunti alla sua altezza, svoltiamo a destra verso alcune case. Raggiunta la prima casa, prendiamo la stradina sassosa, che a destra ci porta dopo 200m sulla SS 86 sul crinale del monte, in direzione di Cupello da cui distiamo circa 7 Km. Alle 13 arriviamo a Cupello, dove facciamo una sosta per lo spuntino. Alle 14,45 ripartiamo in direzione di Vasto giungendovi alle 16,30.

Raggiungiamo velocemente l’Istituto di San Gabriele, detto dei “Gabriellini”, dove veniamo accolti con premura e cordialità, anche se non si aspettavano un gruppo così numeroso. Per la notte, riusciamo a sistemarci tutti con dei provvidenziali materassi in una grande sala del teatro, mentre per le docce, vi è il complesso del campo sportivo che supplisce adeguatamente alla bisogna. Dopo aver fatto anche il piccolo bucato ed aver steso i panni, scendiamo per la S.Messa in una Chiesa dedicata alla Vergine, che ospita anche una statua di San Michele Arcangelo. La città, è addobbata a festa con luminarie bellissime e moltissima gente che passeggia per le caratteristiche vie del centro. Nella affollata Chiesa il sacerdote che concelebra la S.Messa con Don Paolo, informa i fedeli della nostra presenza, e della meta del nostro pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo. Un brivido di orgoglio ci corre per la schiena. Rientrati all’Istituto e durante l’ottima cena, ricevo la gradita telefonata di Rino Passoni che tutti salutano con un boato di allegria. Nel frattempo, ci hanno raggiunto anche Teresina e Giorgio, per cui, ora, siamo 19 pellegrini che elenco (sperando di non dimenticare nessuno), per la gloria ai posteri, in rigoroso ordine alfabetico:

Aldo, Alfredo, Bruno, Dario, Davide, Don Paolo, Francesca, Franco, Giorgio, Luca, Matilde, Mauro, Michele, Paola, Piergiorgio, Pierluigi, Rodolfo, Rossana e Teresina.

Va altresì doverosamente aggiunto che, questa notte, nel vasto salone dove si è dormito, il manipolo di russatori ha raggiunto livelli di sonorità di assoluta eccezione che, sicuramente, entreranno negli annali dei pellegrinaggi di Confraternita.

Martedì 25 Settembre 18ª Tappa: Vasto – Termoli. (Difesa Grande) 38 Km~

Alle 7,20 la folta colonna di pellegrini, dopo la doverosa sosta in due diversi bar per la colazione, è in marcia verso Termoli, e scesa a livello del mare, procede perfettamente in rigoroso ordine sparso; chi sul bagnasciuga, e chi più ligio alla forma, sul lungomare. Il mattino è radioso ed il tempo splendido.

Non vi sono segnalazioni importanti da ascrivere sul percorso, poiché si segue sempre il bagnasciuga, oppure la SP. Solamente poco prima di Petacciato Marina, ed alla sinistra della SS, si possono percorrere alcuni brevi tratti del “Tratturo Pescara – Foggia”, che è ombreggiato ed erboso.

Verso le 12,30, il grosso del gruppo si ferma per la doverosa sosta meridiana in una pineta con spiaggia a Petacciato Marina, dove Don Paolo, Michele, Aldo, e Francesca, si prendono un tonificante bagno di fine stagione nell’azzurrissimo mare. Nel frattempo, Bruno, Franco, Pierluigi, Rodolfo ed io, proseguiamo, arrivando così a Termoli alle 15,40. Un reporter del quotidiano “Il Messaggero”, di ronda all’entrata della città, ci intervista riguardo al nostro pellegrinaggio. Lo informiamo di tutto punto e gli forniamo tutti i nostri stampati. Felice per il sensazionale scoop, ci informa che domani vi sarà un articolo nell’inserto locale del medesimo quotidiano. Lo ringraziamo e ne siamo lieti, poiché assolviamo ad uno dei nostri compiti, che è quello di promuovere la pratica dei pellegrinaggi, ed ora in particolare modo, questo a Monte Sant’Angelo. Ci rimettiamo in cammino, chiedendo più volte indicazioni per raggiungere la Parrocchia di S.Maria degli Angeli dove abbiamo l’accoglienza. Con nostro scoramento, ci informano che dovrebbe essere all’altro capo di Termoli, a circa 5 Km da qui. Il vivissimo ricordo dell’Albergue El Parral di Burgos, si presenta subito ai nostri occhi, ma bisogna fare buon viso a cattivo gioco, perciò gambe in spalla e ripartiamo sempre chiedendo informazioni. Passiamo un ponte che supera la ferrovia, poi prendiamo per via Corsica, la percorriamo per tutta la sua lunghezza, ed alla fine, giunti ad un grande svincolo di strade, troviamo un cartello direzionale per la Parrocchia Santa Maria degli Angeli. Prendiamo per via degli Abeti dirigendoci al quartiere “Difesa Grande” dove è la Parrocchia, arrivandovi alle 17. È un bel complesso, ed all’interno vi è una bella cucina, ma non docce calde, ve n’è una ed è fredda e non vi sono letti, per cui, si dormirà sul pavimento. Più tardi, arrivati tutti i pellegrini, ci prepariamo un’ottima cena con un buon minestrone e bistecche che rimpiazzano i moltissimi sali minerali persi sotto la canicola di oggi. Successivamente, contati i danni subiti dai piedi di parecchi confratelli ed averli medicati, andiamo a nanna sognando la sabbia dorata del vicino mare.

Mercoledì 26 Settembre 19ª Tappa: Termoli – Serracapriola. 28 Km~

Si parte alle 7,30, dopo la sosta al bar ed all’edicola per acquistare il quotidiano “Il Messaggero” con l’inserto che illustra e descrive il nostro pellegrinaggio. Vi sono anche delle foto, per cui alcuni di noi passeranno alla storia.

Allegri e cicalanti nel mattino luminoso, riprendiamo il cammino per via degli Abeti, poi per via dei Lecci e quindi ci immettiamo sulla SS 16 per Foggia. Arriviamo al ponte di Pantano Basso e, dove è una curva della Superstrada, prendiamo a destra la vecchia strada per Foggia che ci porta verso Campomarino. Poi proseguendo, non vi è più nulla da segnalare riguardo al percorso, che essendo tutto su asfalto ci farà arrivare a Serracapriola senza ulteriori divagazioni, per cui arriviamo a Serracapriola alle 16,10, tagliando per i campi ed in salita, i numerosi tornanti che salgono alla bella cittadina.

Vi è da segnalare l’ottimo apporto di Aldo che ora, alla guida del pulmino, ci attende in luoghi strategici per alleviare la sete o per ospitare a bordo chi ha i piedi in fiamme, o delle difficoltà contingenti. Lungo il percorso, ammiriamo dei paesaggi meravigliosi, che riportano alla mente le bellissime valli dell’Orcia e del Paglia in terra di Siena. Tuoni e lampi di un grosso temporale in lontananza, accrescono ancor più, con dei chiaroscuri, la bellezza e la vastità dei luoghi. Il Convento dei Padri Cappuccini di Serracapriola, è situato all’entrata del paese subito a sinistra. In questo stesso Convento, visse e dimorò da giovane Padre Pio da Pietrelcina, allora studente. Riceviamo un’ottima accoglienza in un ambiente stupendo e di categoria 4 stelle, con docce caldissime e letti accoglienti. Anche qui, abbiamo la possibilità di lavare gli indumenti in una lavatrice messa a nostra disposizione. Poi ci viene servita un’ottima cena, che una gentile ragazza di origine rumena, si era incaricata di cucinare con un po’ di aiuto da parte nostra. Alla presenza di tutti i Padri Cappuccini, ceniamo in una atmosfera gioviale e rilassata. Più tardi, un breve e tardivo temporale ci fa temere per gli indumenti stesi sulla terrazza, ma è solo qualche goccia che cade, per cui, rasserenati, ci infiliamo tranquillamente sotto le gradite coltri.

Giovedì 27 Settembre 20ª Tappa: Serracapriola – San Severo. 29,5 Km~

Lasciamo l’accogliente e bellissimo Convento di Serracapriola alle 7, salutando i Padri che già indaffarati, ci osservano partire.

Risaliamo il lungo corso ed arriviamo alla bella fontana che al centro ospita un leggiadro e bronzeo capriolo, simbolo della cittadina, Da qui scendiamo lungo i tornanti della strada seguendo le azzurre frecce direzionali per San Paolo Civitate verso la valle, avendo dinanzi a noi l’immensa tavolozza coltivata del Tavoliere delle Puglie. Arriviamo, dopo aver percorso un lunghissimo nastro d’asfalto, ad un ponte in ricostruzione che è sbarrato; lo superiamo sulla sterrata a destra, e seguendolo, arriviamo alla Chiesa della Madonna del Ponte. Qui Aldo, da buon samaritano, può alleviare la sete di molti di noi dissetandoci con acqua e bibite riposte nel pulmino. Abbiamo camminato sin qui per circa 10 Km in una giornata bellissima e calda. Proseguiamo oltre, e dopo parecchi Km arriviamo alla bella cittadina di San Paolo Civitate, naturalmente in salita.

Allertati da Aldo, ci accolgono il Comandante dei Vigili Urbani, il Sindaco in persona con tanto di fascia tricolore, e l’Assessore al Turismo che ci offrono, dopo l’incontro con la stampa locale e gli usuali scambi di informative ed opuscoli, un graditissimo rinfresco con biscotti e dolcetti locali presso i giardini comunali.

Ci intratteniamo con loro fino alle 13,30, poi ci incamminiamo di nuovo sull’asfalto della SP che ci porterà a San Severo. Durante il cammino sulla SP, veniamo raggiunti da Paolo Caucci e da Elisa, una giovane e graziosa studentessa, attuale segretaria della nostra Confraternita, che senza por tempo in mezzo, abbandonano la macchina da qualche parte e si pongono allegramente in cammino con noi, arrivando infine a San Severo.

Alle 17, veniamo accolti al Seminario da Don Dino e dagli studenti che ci sistemano in un grande salone con dei materassi molto apprezzati. Vi sono anche parecchie docce, naturalmente calde, che apprezziamo grandemente e, già all’opera in cucina, due suore di colore che stanno preparando la cena, sia per gli studenti che per noi. Qui finalmente, facciamo la conoscenza del misterioso Alberto che ha compilato in gran parte questo percorso di pellegrinaggio. È un bergamasco che vive a Rignano Garganico e sta monitorando tutte le Chiese, Eremi e Grotte di San Michele qui in Italia, ma anche in Francia fino a Mont-saint-Michel; un tipo simpatico e cordiale con cui si instaura subito amicizia. Dopo la S.Messa nella vicina Chiesa di San Severo Vescovo, si rientra al Seminario per la apprezzata cena in compagnia di Don Dino e dei suoi studenti. La folta schiera di pellegrini poi, durante la cena, si sente in dovere di dedicare un applauso di ringraziamento alle suore che hanno cucinato per tutti loro, mettendole così un poco in imbarazzo, subito fugato da grandi sorrisi.

Venerdì 28 Settembre 21ª Tappa: San Severo – San Giovanni Rotondo. 43 Km~

La sveglia è alle 5, e dopo una veloce colazione, guidati da Alberto, ci poniamo in cammino attraversando la cittadina immersa nella frescura mattutina. Ne usciamo costeggiando estesissimi ed ordinati vigneti, dove la vendemmia è in atto, ed intere frotte di viticoltori sono all’opera sotto i pergolati.

Camminando per stradine interne che costeggiano distese di campi, ci portiamo sull’ampia piana ricoperta da vigneti ed uliveti, verso il torrente Candelaro alla base del Monte Gargano. Giunti al torrente Candelaro, sostiamo per una pausa sopra il ponte assistendo al passaggio di un gregge di capre di origine locale dalla corna di forma originale. Poi prendiamo a destra sul largo sentiero che corre sull’argine del canale di bonifica; alla fine, esso curva a sinistra e ci si immette su una diramazione della SS 272 che proviene da destra. Siamo ai piedi dell’altopiano dove spicca Rignano Garganico che scorgiamo appollaiato sull’alto sperone roccioso, davanti a noi, a 590m di quota. Camminiamo per qualche Km, quindi arrivati davanti ad una casa sulla sinistra, proseguiamo ancora per circa 500m in curva a sinistra, ed in prossimità di un’altra curva a destra della SP, prendiamo una mulattiera di difficile individuazione che sale impervia a sinistra, (porre attenzione). Essa ci porta in alto, e ci permette, tenendo d’occhio una croce in alto, di giungere alla Cappella della “Madre del Cristo”. È una bella scarpinata che ci consente di ammirare una volta di più la vastissima e variegata pianura ai nostri piedi. Lasciamo la bella Cappelletta e ci dirigiamo a sinistra, dapprima per asfalto e poi per sentiero pietroso, arrivando ad un cancello in legno che, superato, ci porta su un’altra mulattiera questa volta più marcata ed evidente che, sempre ripidamente ed insinuandosi a ziz-zag in una pietraia, sale velocemente tagliando i numerosi tornanti di strada asfaltata che portano a Rignano Garganico. È una vera “Ripa Santa” questa mulattiera, che tutti noi pellegrini, (o quasi tutti ndr) percorriamo per arrivare nella piazza del paese.

Qui Alberto, con alcuni suoi gentili amici, ha organizzato un graditissimo rinfresco che viene apprezzato grandemente. Ci raggiunge anche il Parroco, don Ezio, anch’egli di origine bergamasca che ci saluta con effusione, recandoci poi insieme a visitare la Chiesa dedicata a San Rocco. Salutiamo don Ezio e i cortesi amici di Alberto, quindi ci rimettiamo in cammino dirigendoci alla volta di San Marco in Lamis. Attraversiamo tutto l’immenso pianoro montuoso interamente seminato a pietre, dove piccoli fazzoletti di terreno, ripuliti dalle invadenti pietre, spiccano per l’intenso verde delle coltivazioni che appagano l’occhio, affaticato ed abbagliato dal biancore delle estese pietraie circostanti. Arriviamo sopra la conca dove è adagiato San Marco in Lamis, e sostiamo nella parte alta dell’abitato, vicino ad un bar, seduti sulle panchine della passeggiata.

Liberiamo i piedi dagli scarponi che, a forza di camminare su asfalto, sono diventati bollenti. Qui veniamo a conoscenza che la Parrocchia di Sant’Onofrio, a San Giovanni Rotondo, non dispone di docce e neppure di materassi, per cui Aldo ci scova un Hotel tutto per noi a circa 1 Km dal Santuario di Padre Pio.

Sostiamo circa 30’, poi ci incamminiamo sempre sulla SS 272 molto trafficata da macchine e Pullman turistici diretti a San Giovanni Rotondo, o alla vicina città di Monte Sant’Angelo, arrivando a San Giovanni Rotondo alle 18,50.

Giunti all’Hotel, e dopo la necessaria doccia, non facciamo in tempo a recarci al Santuario in quanto esso ha chiuso alle 19. Rimaniamo rammaricati da questo, però in cuor nostro ci diciamo che il cammino fatto oggi val bene la preghiera sulla tomba di Padre Pio. Alcuni di noi pellegrini, hanno scelto di dormire alla Parrocchia di Sant’Onofrio nonostante il disagio, però a cena ci siamo tutti riuniti, e festeggiamo per compleanni od onomastici Michele, Davide, Pierluigi e Don Paolo per l’anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale.

Sabato 29 Settembre 22ª Tappa: San Giovanni Rotondo – Monte Sant’Angelo. 26 Km~

La colazione comunitaria in Hotel, è alle 7, poi partiamo per l’ultima tappa di questo pellegrinaggio che concluderà degnamente il 20° anniversario della rifondazione della nostra Confraternita.

Ci portiamo sulla SS 272, camminando tutti compatti dietro l’alfiere Bruno che, in testa alla lunga teoria di pellegrini, regge lo stendardo. Ho perso il conto di quanti siamo ora, poiché altri pellegrini si sono aggiunti alla partenza di stamane, ed altri, durante il cammino. Credo che circa 30 persone stiano camminando seguendo lo stendardo. Sostando ogni tanto per dar modo ai più affaticati di tenere il passo, giungiamo all’ingresso della lunga Valle Carbonara, e proseguendo lentamente, iniziamo a salire i faticosi tornanti che portano in alto alla città. Dopo 2 lunghi tornanti su asfalto, prendiamo a sinistra un largo sentiero erboso; superiamo un cancelletto di legno e risalendo in decisa salita, tagliamo accorciandoli, i numerosi e trafficati tornanti. Sempre sul bel sentiero, arriviamo alle porte della città dove sostiamo per attenderci tutti e per metterci in abbigliamento consono all’ingresso nella Basilica e nella Grotta dell’Arcangelo.

Ci incamminiamo tutti al seguito di Bruno che in testa, e con lo stendardo ben alto, ci guida alla Basilica. Lungo il percorso veniamo accompagnati dagli applausi dei moltissimi pellegrini e turisti che attendono di entrare nella Grotta. Là arrivati, ci viene dato un corridoio preferenziale ed entriamo nella Basilica dove possiamo scendere nella Grotta già gremita di fedeli. Siamo stanchi, ma felici, mentre prendiamo posto sulle panche, assistendo ai canti ed alle preghiere di alcune Confraternite e poi alla S.Messa celebrata da Don Paolo. All’uscita, alle ore 15,30, ci rechiamo tutti in un ristorante scovato dall’inarrivabile Aldo, situato vicino alla Basilica fendendo la folla che già preme per assistere alla S. Processione delle 17. Lasciamo gli zaini al ristorante, ed alle 17 siamo davanti al cancello della Basilica con le mantelline e lo stendardo. A fatica, per la grande folla che preme da ogni parte, riusciamo ad entrare tutti nel sagrato dove ci viene concesso l’onore, l’onere e la gioia, di aprire la solenne S.Processione che porterà per le vie della città, santificandola, la spada che cinge la statua del Santo nella Grotta. Siamo felici di questo, e più ancora, quando vediamo gli occhi ridenti che sprizzano felicità del nostro Rettore Paolo Caucci e di Don Paolo, che è riuscito a far concludere felicemente questo stupendo pellegrinaggio di Confraternita punteggiato da ovvie ma tutto sommato banali traversie, che però ha consentito a molti di noi di conoscere più a fondo se stessi e camminando con gli altri pellegrini, di stringere forti legami di amicizia che vanno ben oltre i contatti di Confraternita. Cosi che, ora che è terminato, possiamo dire con orgoglio che esso ha assolto perfettamente il compito che gli era demandato:

Celebrare il 20° Anniversario di rifondazione della Confraternita, recuperare antiche Vie di Pellegrinaggio, ma soprattutto, attraverso lo sforzo, il desiderio di raggiungere una meta religiosa, la condivisione delle difficoltà, il silenzio e le preghiere in comune, di aver contribuito al perfezionamento interiore di tutti i Confratelli.

Ultreya e Suseya

Sala Mauro

Ringrazio i confratelli pellegrini, che con solerzia e spirito di collaborazione, hanno contribuito fattivamente alla completezza e precisione di quanto descritto in questa Guida di Confraternita “Perugia – Monte Sant’Angelo “.

Foto: Sala Mauro e Michele Mari.
Contributi di : Bruno, Franco, Michele, Pierluigi, Rodolfo e Rossana.
Scritto e stampato in proprio da Sala Mauro nel mese di Ottobre 2001.
Proprietà artistica e letteraria di Sala Mauro.
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